capitolo 36

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Direi che sono pazza, no, forse stupida è il termine adatto, no...sono impulsiva (?)

Qualunque cosa io sia, non importa, non importa chi fosse quello che mi ha chiamato, non importa chi fosse quella persona che io chiamavo nonna, non importa...

Con il pugno sospeso davanti alla porta della casa di Fiona, respiro a fatica.

Gli gnomi del giardino sono davvero inquietanti, soprattutto quello che si trova vicino all'entrata, che mi guarda sorridente, è una cosa troppo inquietante.

Chiudo gli occhi e Inspiro, quindi prendo tutta la buona volontà che ho e busso.

"Arrivo!" Urla qualcuno dall'altra parte della porta, e la mia testa mi suggerisce di scappare; ma i miei piedi sono attaccati al suolo e non ne vogliono sapere di staccarsi.

Quando la porta si apre una donna sorridente, dal viso angelico, ma con qualche rugha,  mi accoglie.

"Cosa desideri?" Sorride a labbra strette.

"È l-l-lei F-fiona M-oore?" Balbetto, assomiglia troppo a mia madre, ha la stessa forma del suo viso, stesso sguardo, stesse espressioni.

"Certo che sono io!" Mi squadra, con aria preoccupata "cosa desideri cara?"

Cosa desidero? Parlargli ovvio, si.

"Posso farle qualche domanda?" Mi trema leggermente la voce, ma cerco di resistere, in modo da non scoppiare in lacrime.

Lei si incupisce all'istante. La vedo sbiancare, diventare praticamente un fantasma.

"Di che genere? Io non ti conosco..."

"Scolastico..." mento "Devo fare delle domande su come si viveva a Miami anni fa..."

"È perché sei venuta qui da me? Non mi conosci..."

"Perché i miei nonni sono morti, e..." non so cosa aggiungere.

Lei abbassa lo sguardo, e scuote la testa.

"Ma certo che puoi!" Cinguetta sorridendo "scusami, non dovevo risponderti così cara! Entra!"

Sforzo un sorriso e la seguo in casa.

"Accomodati in salotto! Ti va del the?"
Annuisco e mentre lei va in cucina io vado in salotto, dove perdo un battito nel vedere le foto,appese al muro, di quell'uomo che era nello schema della cartella.

Il salotto è arredato in modo vintage, come dovrebbe essere quello di una nonna.
Pieno di foto e arredi vari che richiamino i ricordi.

Mi avvicino al televisore, che è affiancato da una foto che ha attirato particolarmente la mia attenzione.

Una foto che ritrae una famiglia felice, dove una donna bionda affiancata da un uomo dagli occhi azzurri e un bambino biondo che si trova tra i due, sorridono. La donna bionda, probabilmente Fiona, sorregge in braccio un neonato che dorme; una femmina, lo capisco dalla tutina bianca piena di fiocchi che indossa.

"Vuoi dello zucchero nel the?" Dice la donna entrando nella stanza con in mano un vassoio con tazze e teiera.

"Oh, si certo..." mi giro all'istante cercando di sembrare il più innocente possibile.

"Oh, stavi guardando quella vecchia foto?" Sorride facendomi segno di sedermi.

Lei appoggia il vassoio sul tavolino da caffè davanti al divano, quindi si siede e io affianco a lei.

"È molto bella..." Commento.

"Grazie, è la foto di quando È nata mia figlia, appena usciti dall'ospedale..." sorride, quindi versa il the nelle tazze.

My little infinite with you|| Hayes GrierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora