capitolo 37

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Inutile dire che il mondo va avanti e io no.

Sento che tutto attorno a me proseguire, ma io non lo seguo, non voglio.

Mi sento una merda, non c'è la faccio più. Sento tutto il peso sulle mie spalle, vedo Cloe preoccuparsi, mentre io scuoto la testa dicendo che non è nulla, vedo Benji innervosirsi perché non gli spiego perché io sia così strana, ma io non ce la faccio.

Vado a scuola e torno a casa, non esco, sto nella mia stanza a piangere e fare i compiti, mangio poco, ma non ne ho bisogno, voglio andarmene, voglio andarmene da questo mondo.

Ho passato qualche minuto pensando: "cavolo, però, non è tutta colpa mia no?"

Ma poi ripensavo al dolore di Fiona, di mia nonna, mentre crollava davanti a me, e io non potevo fare nulla.

Neanche a Hayes parlo, non gli apro quando viene da me, non rispondo alle sue chiamate e alla fine lui si è arreso.

Zia Madison, invece, non molla,mi chiede cosa non vada, insiste a farmi mangiare, ma io non ce la faccio.

"Grace..." mugugna mia zia dall'altra parte della porta della mia camera "Grace...ti prego rispondi..."

Teme sempre che io non ci sia, probabilmente per lei è un sollievo vedermi la mattina uscire da casa per andare a scuola, ma ci vediamo solo li... e quando la incrocio mentre vado in bagno, ma niente di più.

"Grace ti ho portato qualcosa da mangiare..." dice con voce triste "mi apri?"

Nessuna risposta.

"Grace oggi ci sarebbe il corso per la difesa personale ricordi?"

Non rispondo, io non esco.

"Grace, perché fai così? Perché ti fai questo?" Insiste "cosa è successo? È per un ragazzo?"

Magari lo fosse.

"Grace se non apri butto giù la porta..." continua "...e lo faccio davvero!"

"Grace..." sospira "immaginavo che prima o poi sarebbe successo, che saresti caduta in uno stato di depressione...mi ha stupito che non sia stato all'inizio, ma...non è colpa tua, tua madre ti amava, cercava solo di proteggerti..."

Proteggermi? A me non è mai successo nulla, doveva pensare a se stessa, a quest'ora sarebbe ancora con me.

La sento appoggiare qualcosa a terra e poi sento passi pesanti che si allontanano.

Roteo gli occhi e squadro la stanza.

Tutta in disordine.

Il mio sguardo finisce sulla scrivania, su quella scatola, che mi aveva dato mia zia.

È questo il momento giusto per aprirla?

Debolmente prendo la scatola e l'osservo come se fosse una spece di oggetto prezioso, quindi prendo le forbici e taglio lo scotch che la sigilla, dunque sollevo il coperchio.

La curiosità, è sempre stata il mio punto debole, io non resisto e quando la apro trovo del polistirolo.

"Okay forse è uno scherzo..." penso.

Poi ribalto la scatola, lasciando cadere il contenuto per terra e mentre il polistirolo si sparge, finalmente vedo cio che si nasconde nella scatola.

Un libro e un quadernino.

Prendo i due oggetti e li guardo.

"colpa delle stelle?" Leggo il titolo del libro "è uno scherzo?!"

Poi guardo il quadernino, un quadernino di quelli di cuoio, dalle pagine gialle e vecchie.

"È uno scherzo..." scuoto la testa incredula, quindi li lancio sul letto.

My little infinite with you|| Hayes GrierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora