Sono le quattro e cinquantanove e sono davanti casa.
Mi sento una stupida, potrebbe essere una trappola, o magari sono degli stupratori, non ne ho idea.
Il cielo si sta annuvolando, forse tra un po' pioverà.
Ci mancava solo questa.
Guardo l'ora di nuovo e sono le cinque in punto, e dal fondo della strada si sente il rumore di una sgommata e una macchina a tutta velocità si fionda verso di me.
mi sposto, penso, appena in tempo, ma solo dopo mi accorgo che si è fermata a 2 metri da me.
Un suv nero, dai finestrini oscurati è davanti a me, con il ringhio del motore inquietante.
Tremo dallo spavento, è come apparita dal nulla.
Le gambe promettono di cedere, e batto i denti, come se avessi freddo.
Ma quando il motore smette di rombare e si aprono 2 porte, e il cuore inizia a battermi ancora più veloce.
se prima mi batteva all'impazzata, ora non esiste parola che descriva la velocità a cui mi batte il cuore.
"Brian!" urla qualcuno da una porta, e quando scendono rimango sbigottita.
L'uomo dal taglio militare e gli occhiali a visiera (quello della cartella) è accompagnato da un ragazzo dagli occhi verde azzurro e i capelli castano chiaro, che scende alzando gli occhi al cielo.
"Che cavolo ti è preso? potevamo investirla!" lo rimprovera l'uomo. Ha una voce profonda e seccata, quasi come quella di mio padre quando mi sgridava.
"eravamo in ritardo!" ribatte Brian.
"Ritardo? Se sono le 5 in punto!" penso.
Sembra che i due non si siano, neanche accorti della mia presenza.
"Ma la stavi per investire!" insiste il più grande tra i due.
Continua così il battibecco, allora decido di intervenire.
"Scusate..." alzo appena la mano come per chiedere la parola "ma..."
"Tu chiudi il becco!" Dicono all'unisono, poi li vedo entrambi stupirsi, come se si accorgessero solo in quel preciso istante che io sono presente.
"Oh..." borbotta uno dei due, quindi si di ricompongono.
"Che figuraccia..." ride nervoso Brian.
"Grace Wilson?" Domanda l'uomo mettendosi in posizione da militare. Testa dritta, braccia dietro la schiena e mento alto.
"Sono io" rispondo.
"Salve, io sono Bob Hall, e lui, penso tu lo abbia capito...si chiama Brian" presenta Bob togliendosi gli occhiali, mostrando due giganteschi occhi verdi/azzurri come quelli di Brian, che, però, stonano sul suo viso pieno di cicatrici.
Probabilmente è suo figlio.
"Ma...chi siete?" Inarco un sopracciglio.
"Io sono un'amico di tua madre, e lui è mio figlio, siamo venuti a prenderti, Thor vuole vederti..."
Thor? Dove l'ho già sentito questo nome?
"Sali, e questa volta..." Bob si rimette gli occhiali "...Guido io!"
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In cira 10 minuti raggiungiamo un palazzo, anzi un grattacielo, in pieno centro.
Uno di quei grattacieli giganteschi, tutto pieno di vetri (cioè finestre).
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My little infinite with you|| Hayes Grier
Fanfiction"Penso che nessuno abbia mai provato quello che provo io per te..." sussurra contro il mio orecchio. "Stai dicendo a me o alla pizza?" Ridacchio lasciandogli un piccolo bacio sul collo. "Sto dicendo a te..." sorride "sto dicendo che ti preferisco a...