capitolo 34

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"Te la senti?"

E ci siamo, zia Madison vuole iscrivermi a quel maledetto corso per l'autoprotezione. Sinceramente? Io non ne ho voglia, ma sicuramente è una cosa utile, quindi devo farla.

"Certo...puoi iscrivermi...non c'è problema..." giocherello con la forchetta, ho fame e tra poco devo andare a scuola e mia zia sta cucinando i Waffle, farà meglio a sbrigarsi se non vuole che faccia tardi.

"Bene, allora vado sta mattina..." un diing segna che i Waffle sono pronti "Sono pronti!"

Mangio la mia colazione il più velocemente possibile,quindi preso lo zaino esco di casa.
Cammino svelta e arrivo alla fermata qualche minuto prima dell'orario in cui passa il Bus.

Stranamente alla fermata ci siamo solo io e un uomo, dall'aria poco amichevole.

Guarda dritto la strada con i suoi occhiali a specchio, che con un taglio da militare lo fanno assomigliare a una guardia del corpo.

si sente solo il rumore della strada, delle macchine che passano, delle risate dei ragazzi che vanno in bici a scuola, poi sento un tonfo provenire dalla direzione dell'uomo.

Ma quando mi giro, l'uomo è sparito, e al suo posto,per terra c'è una cartella giallo senape.

"Ma cos..." borbotto avvicinandomi, quindi la raccolgo.

Prima che possa aprirla arriva il bus, decido, dunque, di metterla nello zaino e far finta di niente.

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"Uff, però...c'era scritto che la mattina sono aperti! Invece..." si lamenta mia zia prendendo la borsa.

"Zia, tranquilla, tu vai, io devo studiare..." sorrido.

"Mmm...okay, non far venire Benji..." ghigna.

Alzo gli occhi al cielo.

"Tranquilla..." ridacchio falsa.

"Okay, ci vediamo più tardi!" Detto questo se ne va uscendo dalla porta, devo ammetterlo, con un certo stile.

Scuotendo la testa mi dirigo verso la camera e prendo lo zaino, quindi tiro fuori tutto il necessario, ma il mio sguardo cade sulla cartella.

Curiosa decido di sedermi sul letto e darci un'occhiata. Cosa c'è di male?

Cioè, mi sto facendo semplicemente i cavoli degli altri...non c'è niente di male no?

"Non posso!" La chiudo di colpo, non è roba mia, non posso.

"Ma metti che c'è il numero del proprietario..." penso "così potrei restituirgliela..."

Apro la cartella e mi scappa un piccolo gridolino per lo stupore.

Nella cartella, dentro, c'è un foglio su cui è attaccata una foto di mia mamma,collegata da una linea a altre due foto di due persone.

Una donna dai capelli biondi con delle striature grigie e il viso pieno di rughe. Un viso sorridente,ma stanco, sembra una donna che ne ha passate tante,ma superate tutte.

Nell'altra foto c'è un uomo dai capelli neri ormai totalmente grigi  con dei giganteschi occhiali sulla punta del naso. Anche lui sorride, a labbra strette, con appena un pó di barba grigia.

Ma la cosa che mi colpisce di più sono i suoi occhi, azzurri, di un azzurro uguale a quello di...mia madre.

Chiudo la cartella e la butto a terra.

"Cosa?" Scuoto la testa "Non possono essere... no... non possono essere i miei nonni?"

Batto il piede a terra nervosa mordendomi un labbro, la certella ancora a terra.

My little infinite with you|| Hayes GrierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora