Capitolo 3 - Niente è come sembra

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Era tardi, ammetto che non avrei dovuto essere fuori a quell'ora ma avevo perso l'ultimo autobus, quindi stavo andando a casa a piedi. Sentii il telefono vibrare, era mia madre.

"Dove diavolo sei? Anzi non mi interessa. Non lo voglio nemmeno sapere, ma sappi che appena sarai tornata farai meglio a credere che starai in punizione finché avrai 30 anni!" Con questo riattaccò, lasciandomi frustrata.

Era sempre così, non mi dava mai la possibilità di spiegare e sapeva SEMPRE come farmi arrivare al limite!

Mi infilai le cuffie e proseguii: 'It's the boy you never told I like you, it's the girl you let get away, it's the one you saw that day on the train but you freaked out walked away...' diceva la canzone.

Hai mai avuto quella sensazione in cui credi di essere guardato? Io la sentivo in quel momento. Misi le sensazioni di lato e continuai ad ascoltare: 'it's the plane you wanna catch to Vegas, things you swear you'd do before you die, it's the city alone that waits for you but you're too damn scared to fly...'

Ad un tratto vidi qualcosa muoversi con la coda dell'occhio. Mi congelai e tolsi le cuffie; feci un giro di 360 gradi guardandomi attorno.

Apparentemente non c'era nulla, doveva essere stato un gatto. Non volevo più rimettere le cuffie, dopo quello.

Ero in allerta cercando di sentire ogni minimo suono che avrebbe potuto essere sulla mia strada. Ho sempre reagito in modo eccessivo a queste cose, sono fatta così e in quel momento mi stava spaventando a morte.

Velocizzai il passo, girai l'angolo e vidi la mia casa, SI! Se mi fosse successo qualcosa, i miei genitori avrebbero probabilmente pensato che mi fossi fermata a casa di un'amica... questo è in parte colpa mia dato che l'ho fatto molte volte!

Ero letteralmente a un paio di passi dalla porta di casa quando accadde. Mi sentii strattonare all'indietro e istintivamente chiusi gli occhi.

Si riaprirono solo per incontrarsi con la canna di una pistola. Merda. C'era, suppongo, un uomo, era vestito completamente di nero quindi non avrei saputo dire, ma dalla corporatura sembrava un uomo.

Gettò uno sguardo al telefono e me lo strappò di mano, mi stava aggredendo.
Quando il telefono mi fu strappato di mano la spina degli auricolari uscì dalla presa, ma la musica era ancora in riproduzione. Risuonava a tutto volume per l'intera strada. "Merda, come lo spegni questo?!" urlò.

L'ultima cosa che sentii fu 'it's all the dreams that never came true cause you too damn scared to try...', prima che l'uomo mi mettesse un telo sulla testa e mi trascinasse via con lui.

Pensavo a quanto ironico fosse quel verso. Avrei dovuto fare molto di più, avrei dovuto fare quella gita in Belgio, avrei dovuto fare il provino per quell'annuncio su Someday invece di essere là, gironzolare e poi andare a casa.

Smisi di parlare e guardai Tyler aspettando che dicesse qualcosa; non disse nulla, quindi continuai.

Faresti meglio a credere che urlai, urlai a squarciagola per almeno mezzo miglio finché, supposi, non poté più tenermi e mi spinse giù da una collina.
Muovevo disperatamente le mani cercando di aggrapparmi a qualsiasi cosa. Dopo dieci minuti ad afferrare l'aria, finalmente riuscii ad aggrapparmi a qualcosa. Era una mano, si!

Qualcuno era davvero venuto ad aiutarmi! "Stai bene?" disse la persona. Alzai lo sguardo e vidi un ragazzo, aveva circa la mia età, i suoi capelli erano un misto tra biondo e castano e i suoi occhi erano color miele. Il suo viso era dolce e le sue labbra ricordavano un bocciolo di rosa.

Don't Talk To Strangers (Italian Translation) *sospesa*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora