Capitolo 4 - Devi essere bipolare

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Pensavo a mia madre, a cosa avrebbe pensato se mai avesse scoperto cos'era successo; pensavo al mio fratellino, pensavo ai miei amici. Avrò mai la possibilità di vedere ancora qualcuno di loro? Sentiranno la mia mancanza?

Sentii una lacrima scorrere sulla mia guancia seguita da altre, sono stata così stupida, avrei dovuto correre via quando ne ebbi la possibilità invece di entrare in quella macchina.

Perché mi sono fidata di lui? Perché mi sto ancora preoccupando di pensare a tutto questo? Probabilmente mi uccideranno non appena avranno finito di divertirsi.

Ricordai di come mia madre era solita portarmi la cioccolata calda ogni volta che mi sentivo giù, come lei fosse sempre presente se avevo bisogno di parlare e non giudicasse mai ciò che avevo da dire.

Iniziai a tremare mentre piansi più forse respirando affannosamente. Non le avevo nemmeno detto che le volevo bene, e il mio fratellino, non lo vedrò mai diventare grande.

Io non potrò crescere, inseguire i miei sogni, sposarmi e avere una famiglia. Loro mi hanno portato via tutto e nemmeno gli interessa! Soffocai altre lacrime che ben presto si trasformarono in effettivo soffocamento.

Che sta succedendo, non riesco a respirare! Oh Dio forse non è una così pessima idea, forse se muoio ora non dovrò soffrire.

Ansimai, tossii e quasi vomitai, il petto che si alzava e abbassava rapidamente. La porta si spalancò rivelando Jason e colpì il muro con uno schianto. "Che cazzo sta... Oh merda!"

In un attimo mi fu accanto, io ero praticamente in iperventilazione e stavo solo peggiorando con lui così vicino a me.

Le corde furono slegate e i due pali, ai quali erano attaccate, furono posizionati di fianco al materasso.

Lui alzò la mano, pensai che mi avrebbe colpita ancora, invece mi afferrò il polso.
"Smetti di dimenarti, sto cercando di sentirti il polso...merda, cazzo cazzo cazzo!" andò nel panico.

Prese il mio viso tra le sue mani costringendomi a guardarlo. "Senti, credo che le tue costole siano rotte. Devi smettere di piangere e concentrarti sul controllare il tuo respiro. Se non lo fai, potresti morire" disse nel modo più calmo possibile.

Perché gli importava? Feci ciò che aveva detto e smisi di piangere. Passò un braccio attorno a me, facendo scorrere la sua mano su e giù lungo la mia schiena, era stranamente confortante.

Ben presto il mio respiro tornò normale e lui rilasciò un sospiro di sollievo. Perché stava facendo il gentile con me?

"Ecco cosa succede quando EFFETTIVAMENTE mi ascolti" disse con un sorrisetto compiaciuto. Ed eccolo di nuovo!

Sapevo che era troppo bello per essere vero pensare che si stesse comportando come un discreto essere umano nei miei confronti... Certo, non mi aveva picchiata o cose del genere, probabilmente non voleva peggiorare le mie costole.

Iniziò a sollevarmi la maglietta, oddio no. Spinsi via le sue mani e indietreggiai. "Devo sollevarla per controllare se ci sono ossa rotte" disse, una lieve traccia di fastidio nella voce.

Raggiunse ancora la mia maglietta; non mi mossi non volendo essere picchiata ancora. Mi fissò il busto e si leccò le labbra. "Verme" borbottai. "Come?" alzò la testa. "Niente" risposi.

"Sì, è quello che pensavo." Passò le dita lungo la parte inferiore della mia cassa toracica, premendo delicatamente in alcuni punti. "No, niente sembra essere rotto, forse era solo un falso allarme."

Don't Talk To Strangers (Italian Translation) *sospesa*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora