Mi svegliai con un leggero russare di sottofondo; avevo appena avuto un terribile incubo su Jason.
Mi voltai verso di lui avvolgendo le braccia attorno al suo busto. Nel sogno era morto nel peggior modo possibile, immagino che stessi inconsciamente controllando che fosse ancora qui, vivo.
Rafforzai la presa su di lui mentre immagini del sogno mi apparivano davanti agli occhi. Lo sentii agitarsi. "Cosa c'è che non va, stai bene?" mormorò intontito.
"Perché dovrebbe esserci qualcosa che non va?" parlai, confusa. "Beh, oltre al fatto che mi stai stringendo così forte che inizio a far fatica a respirare" rise lievemente.
"Oh, giusto. Solo un brutto sogno" feci spallucce allentando la presa ma non lasciandolo andare del tutto.
Alex piombò nella stanza quasi in preda ad una crisi isterica. Aprì la bocca per iniziare il discorso, ma si fermò quando ci vide.
Mi aspettavo quasi che Jason mi spingesse frettolosamente via da lui, invece mi fece avvicinare mettendosi a sedere.
"Che sta... Non importa, Jason ho bisogno di parlarti." Parlò velocemente.
"Qualunque cosa tu voglia dirmi puoi dirla anche a lei" rispose calmo Jason.
"Bene, il presidente ha cambiato la data in cui visiterà il centro commerciale. Non è più il Boxing Day." Sbottò.
Jason si alzò di scatto, ora completamente concentrato sulle parole del fratello. "Quindi, quand'è?" Chiese Jason ansiosamente.
Alex prese un respiro profondo. "È oggi." Gli occhi di Jason si spalancarono per lo shock e io deglutii. Perché deve essere oggi? Non sono ancora pronta per questo!
Dopo essermi cambiata e aver indossato dei normali vestiti, entrammo tutti in un furgone marrone e iniziammo il nostro viaggio.
Johnson e Alex erano nei sedili anteriori, io e Jason in quelli posteriori. Jason tentò di attirare la mia attenzione durante il tragitto, ma io tenevo lo sguardo fisso davanti a me.
Il furgone si fermò quando raggiungemmo la nostra destinazione, ma io non mi mossi. Non volevo muovermi perché nel momento in cui avrei messo un piede fuori dal furgone il piano sarebbe iniziato.
Sarebbe iniziato comunque, che mi piacesse o no, ma restare seduta lì mi dava un falso senso di conforto.
Alex e Johnson uscirono, incitando me e Jason a unirci a loro. Rimasi seduta a guardare il tappetino mentre Jason si alzava.
Notando la mia reazione, sospirò e tornò a sedersi. Cercò qualcosa nello zaino e lo estrasse. "Volevo dartelo più tardi oggi ma, date le circostanze, penso che te lo darò ora."
Alzai lo sguardo, sorpresa, sull'oggetto che teneva davanti a me. Era un pendente in argento a forma di chiave. Accanto ad essa pendeva un piccolo cuore nel quale era incastonato un diamante.
Non avevo mai visto qualcosa di così elegante e meraviglioso. Lo afferrai lentamente: era pesante, ma non troppo, solo abbastanza per farti sapere che qualcosa era lì mentre lo indossavi.
Sulla chiave era inciso il mio nome, sentii un'incontrollabile voglia di sorridere nonostante le circostanze.
"Quando indosserai questo sappi che, nonostante tutto, io combatterò per te. Finché il tuo cuore non smetterà di battere" disse Jason guardandomi, i suoi occhi brillavano.
Sorrisi e annuii mentre lui mi lasciava un bacio sulla guancia. Come siamo arrivati a questo punto, come posso odiarlo ma allo stesso tempo amarlo?
STAI LEGGENDO
Don't Talk To Strangers (Italian Translation) *sospesa*
Fanfic* Sospesa causa cancellazione dell'autrice originale * Jazlyn non è una normale diciassettenne. Lei si è fatta volontariamente ricoverare in un ospedale psichiatrico. Lei non è pazza, è solo spaventata. Vive costantemente con la paura che i fantasmi...