Capitolo 20 - Il bigliettino

586 54 7
                                    

Poggiai sul tavolo il cibo che tenevo in mano, perdendo all'improvviso la voglia di mangiare. "È impossibile" mormorai.

Jason mi rivolse un'occhiata esasperata; ci fu un momento di silenzio. "Forse qualcuno l'ha trovato..." squittii speranzosa.

"Nah, sarebbe già stato su tutti i notiziari se qualcuno l'avesse trovato" Alex scosse la testa, parlando per la prima volta della situazione in cui eravamo pericolosamente finiti.

Rabbrividii. "Cosa facciamo?" chiesi piano.

"No senti, Jazlyn ha ragione. Non c'è possibilità che sia vivo, gli ho sparato in testa" parlò Jason. "Era buio, potresti averlo mancato" disse Alex atono.

"NON L'HO MANCATO!" Urlò Jason frustrato scattando in piedi. "Non sbaglio mai" aggiunse sottovoce.

"Jase questo non è il momento di pensare al tuo ego..." iniziai preoccupata, dovevamo concentrarci.

"NON SI TRATTA DEL MIO EGO!" Scattò fulminandomi, sobbalzai spaventata da suo sfogo improvviso.

"Mi dispiace" sussurrò abbassando lo sguardo.

"Intendevo solo dire che dobbiamo pensare ad ogni possibilità" dissi scossa. Sospirò circondandomi con le braccia. "Lo so piccola, scusami." Sussurrò posando una mano sulla mia guancia.

Prese un brownie dal cestino e gli diede un morso. Lo inghiottì facendo una smorfia. "Ugh, cos'è questa merda?"

Guardammo entrambi Alex, fece spallucce. "Dovresti saperlo, li hai comprati tu" disse guardando Jason.

"No invece" replicò lui. "Beh, quindi chi-" iniziò Alex, ma lo interruppi. "Guardate questo" dissi tenendo in mano un biglietto che avevo trovato sul fondo del cestino.

"Beh, cosa dice?" Chiese Jason curioso.

"La malattia è una brutta cosa, soprattutto quando non esiste una cura."

Guardai verso il cestino e Jason rimase pietrificato. "C'è anche un biglietto di pronta guarigione" iniziai a dire, ma potrei giurare che nessuno dei due mi stesse ascoltando.

"Sono sicuro di averla già sentita da qualche parte...passami quel bigliettino" disse Jason, strappandomelo di mano.

Alex si spostò, sedendosi accanto a lui mentre lo studiavano insieme, i suoi occhi analizzavano la frase ancora e ancora.

"Nessuno mangi i brownies, sono stati drogati" disse Jason velocemente. Deglutii alzando lo sguardo. "Ma Jase, tu l'hai mangiato."

Sospirò. "Mi indebolirà un po'. Non ne ho mangiato abbastanza da uccidermi." A quel punto guardammo entrambi verso Alex che fino a pochi istanti prima si stava riempiendo la bocca.

"Non li ho ingoiati: sapevano come un misto tra sapone e pipì di dinosauro." Ci rassicurò.

"E tu sapresti di cosa sanno queste due cose perché...?" Scherzò Jason cercando di alleggerire la tensione.

Mi avvicinai a lui sedendomi sulle sue gambe, ora estremamente preoccupata e non solo per me.

Alex si alzò, afferrò la sua giacca e si diresse verso la porta. "Dove stai andando?" gracchiò Jason, la droga stava già facendo effetto.

"Fuori, ho bisogno di una boccata d'aria. Andrò di nuovo a controllare la casa di Henry, vedo cosa riesco a trovare." Replicò raggiungendo l'entrata.

Jason si alzò e mi condusse al piano di sopra, o meglio, io condussi lui. Quando raggiungemmo la sua stanza, collassò sul materasso.

Mi misi a sedere ai piedi del letto, l'ansia invase i miei pensieri. "Jason, cosa ti farà di preciso la droga?"

Don't Talk To Strangers (Italian Translation) *sospesa*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora