Osai guardarlo. "Fammi sedere" dissi con la stessa voce atona. Scosse la testa. "Non ti lascerò andare finché non risponderai alla mia domanda."
Proprio in quel momento si aprì la porta. "Spero di non aver interrotto niente, se capite cosa intendo." Parlò Johnson, facendo una smorfia.
"No no" rispose Jason spostandosi rapidamente da me. Tempismo perfetto, è arrivato proprio quando doveva.
"Bene perché vi pago per lavorare, non per eccitarvi a vicenda." Un'imbarazzante tensione riempì l'aria dopo che lo disse e feci in modo di sedermi il più lontano possibile da Jason.
Lui si alzò e camminò verso la lavagna, lo sguardo divertito che aveva prima se n'era andato. Ora il suo sguardo era serio e parlava in modo fermo a tutti.
Era come se si fosse trasformato in una persona completamente diversa. Si trattava affari da lì in poi.
"Jazlyn entrerà con noi e andrà a sedersi in un bar. Dovrà sembrare nei guai o spaventata." Vuole che sembri spaventata, dovrebbe essere facile, pensai cupamente tra me.
"Quando il presidente sale sul palco lei deve urlare. Non importa cosa dice, solo qualcosa, grida di aiuto comunque...deve solo attirare la loro attenzione. Qui è dove entriamo in gioco io e Alex, Johnson tu sai cosa fare in seguito."
Fece una pausa mentre Alex entrava nella stanza, probabilmente dopo aver sentito tutto.
"Non provare nemmeno a fare qualcosa mentre siamo lì. Se scapperai ti troveremo, uccideremo te e tutta la tua famiglia. Recepito?" Avvertì Alex guardando direttamente me.
Deglutii e guardai verso Jason. "Non guardarlo in cerca di aiuto, non farà nulla." Mi fulminò Alex.
"Ha ragione, mi dispiace ma una volta che avrai oltrepassato quella linea non c'è molto che io possa fare. Non avrò alternative" parlò Jason, guardando di traverso Johnson che borbottò in accordo.
Beh questo rovina il mio piano, pensai amaramente. Annuii lentamente guadagnando un'occhiata vittoriosa da Alex e Johnson. Entrambi uscirono, lasciandoci ancora una volta da soli.
Mi alzai per tornare nella mia stanza, ma fui tirata indietro. "Resta con me" disse dolcemente Jason facendomi quasi sciogliere.
"No" iniziai a camminare. "Dai, resta ti prego-" iniziò. "NO!" scattai e corsi fuori.
Quel bastardo, come ha osato?! Ero molto più che arrabbiata. È tutto sbagliato, non funzionerà. Non me ne andrò mai da qui ed è per colpa sua.
Sono abbastanza sicura che sappia esattamente cosa sta facendo: sta tentando di farmi restare. Beh, non sta funzionando! D'ora in poi mi isolerò.
Lo odio, sì, così va meglio. Questo è quello che dovrei pensare. Oddio, sto parlando da sola, sto diventando pazza... Mi precipitai in 'camera' mia, se così la si può chiamare.
Aspetta, perché sono tornata qui? Non c'è nessuno in giro... Dio, sono un'idiota, sarei potuta scappare in tutto questo tempo!
Lo farò adesso, non sarò parte di nessuno stupido piano, consideratemi fuori. Mi dispiace Jason ma è così che deve essere, non posso restare qui.
Aspetta, perché sto anche pensando di scusarmi con lui? Per prima cosa, è colpa sua se mi trovo qui. È stata una sua idea; ha solo uno stupido fratello che corre in giro a fare il suo sporco lavoro.
Non posso credere di non averlo notato prima! Se gli fosse davvero importato come diceva, mi avrebbe lasciata tornare a casa.
Mi diressi a grandi passi verso la porta principale, non potevo uscire dalla finestra, l'avevano bloccata. Arrivai alla porta e tirai la maniglia: chiusa, fantastico!
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Don't Talk To Strangers (Italian Translation) *sospesa*
Fanfiction* Sospesa causa cancellazione dell'autrice originale * Jazlyn non è una normale diciassettenne. Lei si è fatta volontariamente ricoverare in un ospedale psichiatrico. Lei non è pazza, è solo spaventata. Vive costantemente con la paura che i fantasmi...