Capitolo 32 - Stronza in uniforme

513 44 21
                                    

Facendo molta attenzione tornammo alla botola nel bosco ed entrammo.

Mentre raggiungevamo l'altra botola alla fine del tunnel un pensiero mi colpì. "Come facciamo ad entrare se loro sono là dentro?"

Mi aspettai una risposta da Jason, invece Scum aprì bocca.

"Non preoccuparti per quello. Si fidano ancora di me...per quanto ne so. Posso portarli ovunque finché voi due non avete finito. Anche se dubito siano ancora in quella stanza, staranno controllando nei dintorni."

Tendemmo le orecchie alla ricerca di un suono, ma nulla. Con molta attenzione aprimmo la botola, cercando di non fare alcun rumore.

I cardini erano vecchi e non erano mai stati cambiati, quindi cigolarono al minimo movimento.

Prima eravamo completamente circondati dall'oscurità mentre ora, che eravamo nella stanza dalla quale eravamo precedentemente scappati, il buio aveva assunto una leggera sfumatura di grigio.

Era poco, ma almeno era qualcosa.

Sentimmo il fruscio delle foglie da qualche parte all'esterno mentre Scum scivolava silenziosamente attraverso la porta, dandoci così il via libera. Avremmo dovuto lavorare velocemente.

Cercai di restare in disparte il più possibile. In realtà non stavo facendo proprio nulla: Jason sembrava così esperto in ciò che stava facendo, che pareva non avesse alcun bisogno d'aiuto.

Ad essere sinceri, l'unica ragione per cui mi trovavo lì era perché lui non si fidava di ciò che si trovava all'esterno. Eppure mi sentivo ancora inutile, come se fossi uno spreco di spazio.

"Jase, fammi fare qualcosa" dissi. Al suono della mia voce si risvegliò dallo stato di trance in cui si trovava.

"Cosa? Oh...no, non preoccuparti, è tutto a posto" replicò assente, ancora concentrato.

Lentamente attaccò la bomba successiva sotto una sedia, stando ben attento a non maneggiarla troppo rudemente. Ne avevamo già fissate 5, o meglio, lui le aveva fissate.

"Ti prego..." Insistetti, sapendo che alla fine avrebbe ceduto.

Ora, non è che io sia il tipo di persona che vuole vedere una bomba, figuriamoci maneggiarne una, ma se questo significa sbarazzarsi di quegli stronzi... Non mentirò, ne sarei felice.

Jason mi guardò per un po' prima di giungere a una conclusione. Sospirò. "D'accordo, vieni qui forza." Mi porse la mano e io l'afferrai.

Mi condusse fino all'angolo della stanza ed estrasse l'ultimo esplosivo, depositandolo delicatamente sui palmi delle mie mani.

Fu difficile immaginare come qualcosa di così piccolo e apparentemente fragile potesse procurare la morte e la distruzione di così tante persone.

"Vedi questi due segni" disse a bassa voce, indicandomi due graffi sul muro.

"Si" sussurrai, non sentendomi più così sicura. E se faccio un casino? Lui ridacchiò scuotendo leggermente la testa e facendosi strada verso la parete.

"Ho bisogno che tu la posizioni proprio lì" dichiarò, puntando un dito in direzione dei segni che mi aveva appena mostrato.

Mi avvicinai, deglutendo, mentre la mia mente lavorava furiosamente cercando di ricordare come l'aveva fatto lui. Sentii le goccioline di sudore che mi imperlavano la fronte, sapendo che avrei dovuto prestare più attenzione.

"Um..." mormorai mordendomi il labbro inferiore nervosamente, sentendomi come se stessi per fare un discorso davanti all'intera classe.

Lui mi rivolse un sorriso rassicurante, mentre mi afferrava la mano e delicatamente la guidava nei movimenti.

Don't Talk To Strangers (Italian Translation) *sospesa*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora