Capitolo 29 - Deja vu

478 50 25
                                    

Dicono che puoi controllare le lacrime dopo che hai lasciato cadere la prima. Io avevo perso il controllo.

"Ti prego, fermati" Continuai ad implorarlo, ma non mi ascoltava.

Sembrò essersi annoiato delle mie suppliche e mi colpì...forte. Urlai coprendomi il volto con le mani bloccando ogni altro attacco.

Non mi aveva fatto nulla...ancora. Per il momento sembrava si accontentasse di forzare la sua lingua nella mia gola.

Questo è successo fin troppe volte, pensai, mentre la rabbia mi ribollì nelle vene. Era come un continuo deja vu!

Lo spinsi via da me con più forza che riuscii, che lo fece a mala pena muovere, e lo colpii il più forte possibile.

Si congelò, ovviamente scioccato dalla mia azione...Dio, non sai che bella sensazione ho provato!

Era chiaro che nessuna delle sue vittime aveva mai reagito in questo modo prima, era tutto completamente nuovo.

Riacquistò la sua compostezza ed uno sguardo rabbioso apparve sul suo volto...merda. Merda, cazzo! Perché diavolo l'ho colpito?!

Tutti questi pensieri mi attraversarono la mente, mentre mi preparavo a bloccare un altro attacco.

Mi spinse contro il muro e, dopo avermi tolto le mani dal viso, mi picchiò. Una, due, tre volte. Mi afferrò i polsi con una mana e mi colpì con l'altra.

"SMETTILA!" Gridai ripetutamente ma invano. Il suo pugno era come ferro contro la mia pelle già livida.

Pensavo non ci fosse nulla peggiore della sensazione della mia gamba rotta, ma evidentemente sono stata smentita.

Portò indietro il braccio e io mi rannicchiai in attesa del colpo successivo, ma questo non arrivò. Restò lì in piedi, con la mano saldamente chiusa, respirando pesantemente.

"Mi dispiace...non posso continuare a farlo. Non posso fingere di volerlo fare" soffiò.

"Mi dispiace così tanto" disse, rilasciando lentamente la sua ferrea presa su di me. "E mi sono meritato quello schiaffo."

Lo guardai, pietrificata sul posto e in completo shock di fronte alle parole che stavano lasciando la sua bocca.

Mi tirò verso di sé e avvolse le sue braccia attorno al mio corpo. Sentii la pelle accapponarsi e in quel momento ritrovai la voce.

"Che stai facendo?!" Sbottai cercando di liberarmi. Non riuscii a smuoverlo nemmeno di un centimetro.

"LASCIAMI ANDARE!" Urlai graffiandogli le braccia. Si allontanò in fretta facendo un passo indietro per osservare i segni che gli avevo lasciato.

"Senti..." iniziò avvicinandosi, ma indietreggiai in fretta. "Non toccarmi, mostro!" Gridai, le lacrime scendevano lungo le mie guance e la rabbia stava avendo la meglio su di me.

Guardò in basso, vergognandosi di sé stesso. Che stava facendo?

Non fraintendermi, sono contenta che non abbia intenzione di usarmi ancora come un sacco da boxe, ma credo che questo suo improvviso cambiamento mi abbia spaventata ancora di più.

Continuai ad aspettare che accadesse qualcosa; con la mia sfortuna, che mi colpisse ancora.

Infine alzò lo sguardo. "Sapevo che Henry era cattivo, ma non avrei mai pensato che mi avrebbe fatto fare una cosa del genere alla mia famiglia" sussurrò.

Don't Talk To Strangers (Italian Translation) *sospesa*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora