Capitolo 12.

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''Potevi almeno indossare qualcosa di decedente''.Mi disse Theodore,guardando disgustato ciò che indossavo.

Lo guardai accigliata,ed abbassai lo sguardo sui miei abiti.Indossavo dei semplici jeans neri,un cardigan verde e delle scarpe nere basse.

Pensavo che la mia scelta d'abiti risultasse bella,ma,ovviamente,qualcuno ha dovuto rovinare quel mio pensiero positivo.

Guardai gli abiti di Theodore:jeans neri strappati,maglietta nera,e scarpe da ginnastica bianche.

''Ha sedici anni e non sai nemmeno vestirti''.

''Hai quattordici anni e non sai stare zitto!".Intervenni,chiudendo il palmo della mia mano entro un pugno ben serrato.

Mi guardò scioccato prima di ringhiare.

La mia lupa non era affatto contenta,così ringhiò nella mia mente,causando un naturale ringhio da parte di mia.

Anche se non mi ero ancora spostata nella mia forma lupo,lei sembrava essere più forte di me.

Lui sbuffò.''Basta solo che stai lontano da me.Io non voglio una sorella che non si è ancora spostata''.Disse,mentre si allontanava.

Appena quelle parole lasciarono la sua bocca,mi sentii come se una tonnellata di mattoni mi fosse caduta addosso.

Sentivo il mio cuore venir stretto in una morsa d'acciaio,e mi era difficile respirare.

Bloccai il mio lupo:non volevo sentire le sue strazianti urla di dolore.

Non avrei mai pensato che avrebbe potuto dirci una cosa del genere.

Lui non mi odia,no:lui mi detesta.Ed è imbarazzato da me.

Ma non potevo certamente biasimarlo:anche io sarei stata imbarazzata da me stessa,o meglio:lo ero già.

Non avevo una borsa per scuola,né tanto meno i libri.Avevo soltanto una penna,e speravo con tutto il mio cuore di non finire nei casini il mio primo giorno di scuola.

Uscii dalla mia stanza,chiudendomi la porta dietro di me,e raggiungendo Theodore.

Stava aspettando vicino alla porta con impazienza,e appena mi vide,sospirò.

''Finalmente!''.Disse,aprendo la porta,e richiudendola proprio mentre stavo per uscire.

Lanciai un piccolo urlo,e la riaprii velocemente,solo per vedere che lui era già a metà strada.

Lo seguii ad una distanza adeguata,perché era quello che voleva,e c'incamminammo verso la scuola.

***

''Sei la signorina Montero?''.Mi chiese la preside,i suoi grandi occhi azzurri pieni d'interesse.

Annuii con la testa.''Si''.

''Perfetto!".Sorrise.Mi aveva detto poche parole,ma non avevo prestato attenzione neanche a quelle.Guardavo l'ufficio,e pensavo a come mi sentivo in quel momento.

L'ufficio non era molto grande,ma era molto disordinato:c'erano carte ovunque,tazze di caffè sul pavimento,e un paio di macchie.

Mi chiedo come faccia a restare in un luogo del genere.

Sulla mia faccia nacque un cipiglio come pensai a cosa le persone bisbigliavano quando arrivai nel parcheggio.

E' stato orribile ricevere certi commenti,in particolare quelli di tre ragazze che avevano delle auto rosse a fantasia.

Avevo nascosto la mia faccia abbassando la testa,ma ciò li aveva solamente fatto ridere più forte.

In quel momento,avevo solo voglia di piangere e di scappare dritta verso la casa-branco,ma sapevo che era troppo tardi.Dovevo semplicemente continuare.

Abandoned Mate|Italian TranslationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora