Capitolo 35.

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ALEXANDER'S P.O.V.

''Cosa?''.Guardai il medico.

La mia faccia non rifletteva alcuna emozione,al contrario di ciò che,in quel momento,stavo provando.Shock e stupore mi pervasero,facendomi accaldare.

Fissai Annabel,sdraiata sul letto.La sua faccia era pallida,quasi come fosse senza vita.Mi diressi verso lei,stringendo le sue fredde mani.Guardai il suo stomaco,e chiusi gli occhi.

''E' incinta''. 

***

Quando tornai a casa dall'azienda,mi fermai ad osservarla,mentre dormiva sul nostro letto.

Mi odiavo per quello che,tanti anni prima,le avevo fatto,e mi odiavo ancor di più in quel momento.Non potevo perdonarmi.

Ogni volta che la guardavo,vedevo una ragazza innocente terrorizzata da me e,ogni qual volta volevo toccarla,ero disgustato anche dal sol pensiero delle mie luride mani toccare la sua bellissima faccia.

Mi provocavano dolore,quei pensieri,e a volte non potevo resistere dal chiedermi se,dopotutto,stava bene.Era impossibile perdonarmi,eppure lei lo aveva fatto.

Dopo averla svegliata,iniziammo una conversazione che,però,non durò molto,a causa delle strane sensazioni che stava provando il mio lupo. 

C'era qualcosa di strano.

Provai a chiamarla, ma lei non rispose. Non emise alcun suono fino a quando, dopo un aver emesso un flebile lamento, portò le mani sul suo stomaco, svenendo.

Un ringhio uscì dalla mia bocca. Ero terrorizzato, per lei e per il piccolo che in lei cresceva.

La presi in braccio, correndo verso l'ospedale e portandola dal medico che per primo ci aveva dato la notizia.

''Da quanto è incinta?''. Chiesi, terrorizzato che fosse già arrivato il momento del parto.

''Due mesi, ma...''. Spostò lo sguardo, incapace di continuare la frase.

''Ma?!''. Lo incalzai, furioso.

Sospirò e deglutì; dopodiché, fissò i suoi occhi nei miei. ''Il piccolo non è un licantropo...non a tutti gli effetti,almeno...''.

''Che cosa stai dicendo?Come puoi dirlo?Come puoi dire ciò così presto?Stupido incapace, non sarei dovuto venire da te...dov'è la dottoressa Teresa?''. Urlai.

''A-Alpha...So che è difficile, ma deve sapere''. Sudava. ''Il bambino è già molto forte, probabilmente molto più forte della madre, ecco perché è così...fredda. Alpha, il bimbo è un ibrido''.

Deglutii. Non si sentiva parlare di ibridi da troppo tempo,oramai. Si pensava fossero tutti morti, si pensava non esistessero più. Fino ad ora.

''Non ha senso. La madre non è-''.

''La madre non lo è,vero,ma in lei c'è sangue vampiro. E' possibile che il piccolo la uccida ancor prima della nascita''.

Il mio lupo ringhiò, furioso, all'interno della mia testa. Io rimasi in silenzio,incapace di formulare un pensiero di senso compiuto.

Deglutii, nuovamente. ''Quando si sveglierà?''.Chiesi, infine.

''Forse fra qualche ora. Il suo corpo non ha proprio accettato quello che sta succedendo. L'unica che può aiutarla a svegliarsi ora è la sua lupa, ma bisogna aspettare che anche lei superi questo shock. Se non lo supererà, allora non si risveglierà''.

***

La guardavo mentre dottor Nickel la controllava, come oramai faceva da due giorni ogni ora. Non riuscivo a sentirla e non poteva mettermi in contatto con la sua lupa.

Ogni contatto con lei sembrava ora impossibile.

Osservai il medico uscire dalla stanza, per poi posare lo sguardo sulle pillole che da due giorni erano sul suo comodino, pronte ad essere utilizzate al momento del suo risveglio.

Mi avvicinai al suo letto, ascoltando il suo lento battito cardiaco.

Presi una sua mano fra le mie, sentendola leggermente più calda.

Poggiai la mia fronte sulle nostre mani, e aspettai, fino a quando decisi di lasciarla.

Qualcosa,però, mi fermò.

Un movimento.

''Annabel?''.Chiesi, speranzoso.

Le strizzai leggermente la mano, e lei corrugò la fronte.

''Oh mio Dio, Annabel!''.Balzai dalla mia sedia, iniziando a baciarla per tutta la faccia.

Mi guardò, poi volse lo sguardo al resto della stanza.

''Per-perchè sono qui?''.Balbettò.

''Ricordi qualcosa?''. Chiesi, sedendomi sul letto e guardandola nei suoi grandi occhi marroni.

Annuì. ''Ricordo di essere svenuta, ma non ricordo perché''.

Cercò di sedersi, ma portò immediatamente le mani sulla pancia, come se le procurasse dolore. Fissai il suo stomaco, e deglutii: un piccolo ibrido stava crescendo senza vergogna dentro lei...lo sapeva?

''Per quanto tempo sono stata incosciente?''.

La guardai. ''Due giorni''.

Notai come la sua faccia stava perdendo nuovamente colore, e decisi che dovevo darle la notizia ora, o sarebbe stato troppo tardi.

''Annabel,tu...tu sei incinta''. 

Alzò un sopracciglio, prima di scoppiare in una fragorosa risata.

La guardai, incredulo.

''Bello scherzo!''.Rise ancora, fermandosi però quando notò la serietà nei miei occhi.

''Stai scherzando,vero?''. Chiese, mezzo sorriso sul suo volto e la voce tremante.

''Vero?''.Sussurrò, posando lo sguardo sul suo stomaco e divenendo ancora più pallida.

''Non posso essere incinta, Alex.Io...lo saprei''.

Sospirari.

''Annabel, il bambino è un ibrido. Il dottore dice che è già più forte di te e che ti sta rendendo...debole''. Sussurrai.

Decisi di non dirle della sua possibile morte non volendo vederla piangere, ma capii che non avrebbe fatto alcuna differenza quando la vidi alzare gli occhi già pieni di lacrime verso l'alto.

Strinsi la sua mano nelle mie, cercando di trasferirgli quanta più forza possibile.

''Annabel...per favore: non piangere. Ti prometto che starò vicino a te per sempre, e che ti aiuterò. Non sarai sola. Affronteremo tutto ciò insieme''.

Mi sorrise, nonostante le lacrime che le accarezzavano le guance.

Le baciai la mano, cercando di non pensare che la mia compagna stava lentamente morendo davanti ai miei occhi.

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Abandoned Mate|Italian TranslationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora