-Cazzo Nym, siamo in ritardo!-
La voce squillante di Mckenna, mi rientra in testa, svegliandomi di colpo.
Ma cosa...ci faccio io qui? Oh cazzo...
-Nym, sbrigati! Dobbiamo andare a scuola!- Continua Mckenna, passeggiando di qua e di la per il salotto di casa con le scarpe da ginnastica
tra le mani.
Sbuffo più infastidita che mai, alzandomi dal divanetto e posizionando le punta delle dita sulla tempia per poterla massaggiare.
Cazzo...ci mancava solo il mal di testa ora...
-Ma cosa ci faccio io qui...non mi dirai che ci siamo addormentate!-
-Credo proprio di si...tieni, metti questi...- Mckenna mi porge una felpa dei "Pantera" Ed un paio di jeans abbastanza stretti.
Senza ribattere, corro verso il bagno per poter fare una doccia veloce ed indossare questi vestiti.
La felpa è enorme ma non mi lamento, mentre i jeans...sono proprio stretti come immaginavo. Devono essere i vestiti di Mckenna.
Allora...quella ragazza, qualcosa di decente ce l'ha in quell'armadio!
Pronta, prendo velocemente il mio zaino uscendo da casa Haner.
Mckenna mi raggiunge con velocità, chiudendosi la porta di casa alle spalle ed insieme, ci avviamo verso l'edificio scolastico.
Sono già due giorni quindi che non torno a casa...mia madre, sarà furiosa.
Ed ecco che arrivate dinanzi all'edificio scolastico, cominciamo a divincolarci tra la folla.
-Hey Nym, perchè quei ragazzi continuano a fissarti?- Borbotta Mckenna, facendomi voltare verso i soliti coglioni dagli ormoni a mille.
E' da un bel pò di tempo che cercano il momento giusto per farmi del male...Josh per di più, non fa altro che osservarmi con lo sguardo
di chi deve aver cattive intenzioni.
-Non li pensare...sò bene cosa vogliono da me.-
-Vogliono farti del male...vero?-
-Mckenna ti prego, adesso non lasciarti prendere dal panico o capiranno che stiamo parlando di loro.-
-Tu dovresti parlarne con qualcuno Nym...non mi piace il modo in cui ti guardano.-
-Non avrei con chi parlarne e non voglio che Jimmy si preoccupi inutilmente per me.-
-Io non credo che questa sia una questione inutile...basta osservare gli occhi di quegli stupidi ragazzi per capire le loro intenzioni.-
-Non parlarne con nessuno o per me saranno guai seri.-
-Che significa?-
-Ho subìto più volte delle violenze da queste persone ma...sono sempre riuscita a cavarmela. Faccio venire appetito a questi ragazzi...è
sempre stato così anche prima che mi trasferissi qui in California. Tuttavia...loro cercano di tutelarsi sapendo che per paura probabilmente,
non parlerò mai con nessuno di ciò. Se solo dovessero venire a sapere che ne ho parlato con qualcuno...non esiterebbero ad importunarmi.-
-Nym, rilassati, stai tremando.-
-Sono calma...sto bene. Adesso, chiudiamo questo discorso o potrei vomitare da un momento all'altro.-
-Si, d'accordo...-
Mckenna resta in silenzio ed insieme ci avviamo verso l'aula di matematica.
Finite le lezioni, saluto velocemente Mckenna per poi ritornare a casa mia.
E' stata dura dire quelle cose a Mck stamattina...ma dovevo pur darle qualche spiegazione...dopotutto, anche lei una volta
ha provato a salvarmi, no?
In realtà, sono felice di esser sempre sopravvissuta ad ogni tipo di violenza...per qualche strano motivo, riesco sempre a cavarmela
e quegli stronzi sono costretti a tener dentro tutta la loro eccitazione.
Che schifo mi fanno...come possono pensare di far del male ad una ragazza che principalmente non se li fila?
Anche se...devo ammettere di aver stretto inizialmente amicizia proprio con loro, ovvero, le persone sbagliate.
Maledetta me che quella sera decisi di andare a quella fottutissima festa.
Ricordo bene che avevamo bevuto tutti un pò troppo e mi ritrovai a ballare con Mark. Dopo alcuni minuti, ci ritrovammo a fumare
dell'erba tutti insieme e a sballarci come se non ci fosse stato un domani.
Avevo bisogno di divertimento...volevo dimenticare i dolori del passato ed intraprendere una nuova vita qui in California ma in realtà, non è
mai cambiato niente.
Stanca, apro finalmente la porta di casa, guardandomi intorno.
Mia madre dovrebbe essere in camera sua a scopare con qualche puttaniere, così, decido di avviarmi con velocità nella mia cameretta per
poter riposare un pò.
Prendo velocemente una sigaretta dalla borsa ed il mio amatissimo ipod, distendendomi sul letto.
Ho proprio bisogno di rilassarmi.
Dopo alcuni minuti però, decido di alzarmi dal letto per prepararmi qualcosa di buono da mangiare. Purtroppo, sin da piccola, sono sempre
stata costretta a prepararmi il cibo da sola e a fare le pulizie come se fossi una sguattera.
Mia madre? Oh, lei...pensava solo a scopare e a guadagnare qualcosa al solito locale.
Colma di risentimento, mi dirigo verso la cucina, aprendo la dispensa.
Se non faccio io qui la spesa ovviamente ... non ci pensa nessuno. Nella dispensa non c'è niente, così, decido di aprire il frigorifero
anch'esso vuoto.
-Ciao dolcezza.- La voce roca di un uomo, mi fa sobbalzare.
Velocemente, mi volto verso l' uomo alto, dai capelli lunghi ed il petto completamente nudo.
L'uomo dinanzi a me, si sta aggiustando i pantaloni con la massima disinvoltura, tirando in su la zip.
Deglutisco ben presto, ritornando a fissare il frigorifero vuoto, distrandomi.
-Quella puttanella di tua madre è appena uscita, non tornerà per cena...- Continua l'uomo, rivolgendosi ancora a me.
Ma che cazzo vuole questo adesso? Dovrei subirmi io tutti gli uomini che si fa quella ninfomane del cazzo?
-Sto parlando con te.- L'uomo questa volta, alza il tono di voce ma io cerco di restare il più indifferente possibile.
Sospiro con decisione, continuando a fissare il frigorifero nella speranza che l'uomo possa girare i tacchi ed andarsene da casa mia il prima
possibile.
-Sei proprio testarda eh? Vediamo se riesco un pò a farti cambiare idea...- La voce dell'uomo mi rientra in testa, facendomi improvvisamente
rabbrividire.
L'uomo porta il suo membro contro di me e spalma con prepotenza il suo torso contro la mia schiena.
Impaurita, provo a scappare via ma l'uomo continua a tenermi stretta a sè, immobilizzandomi.
-Toglimi le mani di dosso.- Sbotto con acidità, vedendo l'uomo ridere.
-A me piace mettere le mani dove non dovrei.-
Chiudo gli occhi d'istinto, provando a divincolarmi in tutti i modi possibili ma sentendo le labbra dell'uomo spalmarsi sulle mie.
Schifata dal bacio dell'uomo, comincio ad urlare per poi esser zittita dallo schiaffo che mi dà con prepotenza,riuscendo a farmi vibrare
la guancia destra.
D'istinto, l'uomo mi fa sedere sul mobile in cucina, allargando le mie stesse gambe e cominciando a toccare ogni singola parte della mia pelle.
Respiro a fondo, sentendomi come un giocattolino vecchio...usato.
Che razza di dignità hanno questi uomini nel voler violentare una sedicenne?
Provo a farmi coraggio da sola, ma l'uomo questa volta, si sposta verso il mio collo baciandolo a più non posso.
Io continuo ad urlare ma la presa dell'uomo è senza alcun dubbio troppo forte.
Devo sopravvivere anche questa volta...devo farcela.
Sentendomi quasi morire, riesco a scorgere ben presto un piatto in vetro che non è molto lontano dalla mia mano.
Provo ad allungare il braccio con agilità, riuscendo finalmente a prendere il piatto per poterlo rompere sulla testa dell'uomo che cade
a terra, ferito.
Scossa dalla situazione, butto a terra il piatto, uscendo velocemente dall'abitazione. Corro con debolezza, sentendo delle lacrime cominciare
a rigare il mio viso mentre osservo la casa di James.
Tremante e psicologicamente esausta, busso con velocità e prepotenza alla porta di casa ma Jimmy questa volta, non mi apre.
Forse...è a casa Haner.
Ricominciando a correre, sento le lacrime diventare sempre più fredde sul mio viso e lo schiaffo che mi ha dato poco fa l'uomo, comincia a farsi
sentire sulla mia guancia che comincia a bruciare.
Dove andrò adesso? Cazzo, non ho nessuno qui...
Ritrovandomi ben presto dinanzi alla porta di casa Haner, decido di farmi forza e bussare con velocità.
Potrebbe sembrar strano ma questo è l'unico luogo sicuro che conosco.
Jimmy mi apre la porta di casa e vedendomi in lacrime, mi tira dentro casa, chiudendo poi la porta.
D'istinto, butto le mie stesse braccia attorno al collo del mio ormai migliore amico e ricomincio a piangere sentendo le sue mani
entrare in contatto con la mia povera testa.
Jimmy è l'unico a conoscere la parte più fragile di me.
-Nym...suvvia piccola, non piangere.- Mi sussurra Jimmy con dolcezza, mentre vedo Mckenna avvicinarsi a me con preoccupazione.
-Oddio Nym, ma cos'è successo?- Mi domanda Mck, cercando di capirci qualcosa.
Asciugandomi le lacrime ed allontanandomi dal corpo accogliente di James, provo a parlare con Mck.
-Io...ho bisogno di un posto dove stare.- Ammetto, vedendo poi Mckenna sorridermi con dolcezza.
-Puoi restare qui fin quando lo vorrai tesoro...non farti problemi.-
-No...io...preferirei stare con Jimmy...-
-Nym, sai che ti terrei sempre a casa mia ma lì tua madre riuscirà a trovarti facilmente. Invece, io penso che con Mckenna
ti sentiresti più a tuo agio.- Continua Rev, riuscendo a scuotere i miei pensieri.
In effetti, il mio amico non ha poi tutti i torti.
Sospiro con sonorità, annuendo.
-Quindi...questo è un si?- Mi domanda Mckenna, speranzosa.
-Si...ma non voglio avere niente a che fare con tuo fratello.- Ribatto con poca dolcezza, vedendo poi Jimmy abbozzare un sorriso.
Anche Mckenna mi sorride, portandomi poi con sè, nella sua camera.
-Sono stati quei cretini di stamattina, vero?- Mi domanda Mck, più furiosa che mai.
Io mi limito ad osservarla, mentre cambia con velocità le coperte a quello che sembrerà essere il mio nuovo letto per un bel pò
di tempo.
-Spero che tu stia bene qui...io...non pretendo che tu mi parli della tua vita privata ma...vorrei sapere da che cosa stai scappando.-
Dopotutto, Mckenna non ha poi tutti i torti. Penso che almeno lei meriti una spiegazione a tutto questo.
-Da mia madre e tutti gli uomini che si scopa.-
Mckenna si volta verso di me, sbarrando gli occhi.
-Uno di loro oggi ha provato a farmi del male ed io sono riuscita a scappare...non è la prima volta che accade.- Borbotto vedendo Mckenna
venire verso di me per abbracciarmi.
Come mio solito, non riesco a ricambiare l'abbraccio e mi limito a sentirmi come un pesce fuor d'acqua.
-Che ti hanno fatto alla faccia?-
-Stai diventando un pò insopportabile. Vuoi farmi da mamma anche tu adesso?-
-Voglio solo essere tua amica Nym e aiutarti.-
-E' molto gentile da parte tua ma io non ho bisogno di nessuno.-
Sono sempre la solita ragazzaccia di strada...non cambierà mai nulla in me.
-Mck...posso farmi una doccia?-
-Ma certo, non devi neanche chiedermelo...il bagno è infondo al corridoio, sulla destra.-
-Si, lo ricordo bene.- Sbotto ricordando di quello spiacevole "incidente" Che mi fece ritrovare con le mani legate per colpa di un trent'enne
a dir poco insopportabile.
-Tieni, penso che questi vestiti possano andar bene...-
-Grazie.- Prendo i vestiti che mi porge Mckenna per poi dirigermi verso il bagno.
Con velocità, mi spoglio, rientrando nella doccia e cercando di lavar via tutti i dolori che ho accumulato negli anni.
In realtà...è da un bel pò che ci provo.
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Nymphetamine
FanfictionNymphetamine è una ragazza di sedici anni dalle cicatrici interiori ed una vita bruciata. Sopravvissuta a diverse violenze sia mentali che fisiche, diventa una calamita per ogni essere maschile. Sarà la sua sfacciataggine o semplicemente il suo esse...