No che non lo perdono. Ho fatto i salti mortali con lui per poter ricevere qualche cambiamento
positivo e lui che fa? Continua a bucarsi senza sosta.
Dovrei essere arrabbiata con lui, prenderlo a calci ed ammazzarlo di botte quando è sotto l'effetto della
cocaina così da poterlo uccidere sul serio senza aver paura di fargli troppo del male.
Ed invece ho solo paura di ciò che quella robaccia possa fare a lui. Con i giorni che passano, il suo volto diventa sempre
più bianco, le sue occhiaie sempre più viola, i suoi occhi sempre più rossi ed infine i fori sulla sua pelle sempre più evidenti.
Non ne capisco il motivo ma so di aver paura e so di non poter fare altro per aiutarlo. Detesto sapere di aver perso ma cosa potrò
fare per aiutarlo a migliorare? Giuro che se lo rivedo con quella siringa tra le mani, potrei non rispondere più alle mie azioni
e...
-Nym? Vuoi risolvere tu questo problema?- La professoressa Bennet, richiama la mia attenzione, facendomi segno di raggiungerla
dinanzi alla lavagna, dietro la sua scrivania.
Oh no...devo aver dato vita ai miei pensieri, parlandone per un pò qui, dinanzi a tutti.
Mckenna scoppia a ridere accanto a me ed io imbarazzata, mi alzo dalla sedia ritrovandomi dinanzi alla lavagna ed un problema
che non riuscirei comunque a risolvere.
Già ho abbastanza problemi io, figuriamoci se posso risolvere anche quelli della materia che più odio al mondo.Tornata a casa in compagnia di Mckenna, ripongo lo zaino in camera e mi do una sistemata prima di poter
svolgere i soliti compiti.
Io e Mck abbiamo già mangiato a scuola e preferirei non ricordare di come la mia amica ha osato prendermi
in giro per tutto il tempo.
Mi ha detto di aver pronunciato "Detesto sapere di aver perso,ma cosa potrò
fare per aiutarlo a migliorare?"
Ho fatto proprio una bella figura dinanzi a tutti e la professoressa Bennet ha pensato bene di farmela pagare per non aver
seguito la lezione.
E' tutta colpa di Brian, come sempre! Ma me la pagherà cara, oh si se me la pagherà!
-Nym, io vado a trovare Zacky...Matt mi ha detto che ha la febbre. Vuoi venire con me?-
-E fare la terza in comodo? Vai dalla porchetta e mandagli i miei saluti di buona guarigione.-
-Non fai la terza in comodo anzi...mi aiuteresti a non diventare un'imbranata.-
-Si dia il caso che questa potrebbe essere una grande occasione per farti avanti. Quindi, armati di coraggio e
scopatelo prima che non sia troppo tardi!-
-Nym, smettila di dire queste cose! Forse è meglio se...ci rinuncio. Andrò a trovarlo un altro giorno...-
-Stai scherzando!? Mck, questa è la tua grande occasione e se Zacky sta male tanto meglio...sarai tu a prenderti
cura di lui.-
-Tu dici? Gli ho anche preparato i pancake...quelli che gli piacciono tanto.-
-E vorresti sprecarli mangiandoli tutti tu? Il cibo diventa più buono se condiviso con la persona giusta...-
-Grazie Nym...riesci sempre a trovare le parole giuste.-
-Lo so. Ma conto di vederti tornare con un sorriso stratosferico e le labbra consumate, intesi?-
Mckenna mi abbraccia ed io non posso far altro che ricambiare il suo abbraccio, stringendola forte e strofinando la mia mano
sulla sua schiena per darle coraggio.
Sono sicura che questa sarà la volta buona...se solo Zacky la smettesse di esser così cieco ed osservasse Mckenna con gli occhi
dell'amore sarebbe tutto più semplice.
-Adesso vai e...poi ricordati di dirmi tutti i particolari.- Sussurro alla mia amica, sciogliendo l'abbraccio.
-Certo...ma vedi di non combinare casini con Brian, è nella sua camera che sta cercando di comporre qualcosa.-
-Tranquilla, farò finta che non esista.-
Mckenna sorride, facendomi un cenno di mano ed uscendo dall'abitazione con decisione.
Assicurandomi che se ne sia andata, osservando la sua figura attraverso la finestra della cucina, corro verso il piano di sopra
per poter rendere la vita impossibile al trent'enne.
Giunta al piano superiore della casa, entro nella sua camera senza bussare come mio solito,mentre lo vedo armeggiare con la sua
chitarra.
-E' tutta colpa tua se la professoressa oggi mi ha costretta a risolvere un problema a dir poco complicato!- Gli urlo contro, vedendolo
inarcare un sopracciglio.
-Colpa mia!? Dì un pò Nym, stai dando i numeri?-
-Non parlarmi di numeri e di matematica o ti prendo a calci!- Continuo ad urlargli contro, vedendolo sorridere.
Mi sta forse prendendo in giro!?
-Va bene, va bene. Ma si può sapere che ti prende?-
-Devi uscire dai miei pensieri, sono stata chiara!? Uscire!-
Oh no. Che cosa ho detto...
-E così, sono io il tuo pensiero fisso?- Brian si alza dal letto, riponendo la chitarra accanto all'armadio ed avvicinandosi a me.
-Ehm...no...cioè...volevo dire...-
-Cosa?-
Brian si avvicina sempre di più ed io non posso far altro che indietreggiare.
-Smettila di avvicinarti o...-
-O cosa? Cosa puoi fare Nym?-
Un bel niente ecco cosa posso fare.
-O comincio ad urlare! Mi farò sentire da tutto il vicinato e prima o poi qualcuno troverà il coraggio di entrare
qui dentro ed aiutarmi!-
-Tu non vuoi essere aiutata...tu non vedi l'ora che io ti trascini su quel letto con me,Nym.-
-Come osi dirmi queste cose!? Cazzo, lasciami respirare!-
-E se non lo volessi?-
-Sono ancora decisa a denunciarti!-
-Non ne troveresti mai il coraggio! Ti conosco bene ormai.-
-Brian, se pensi anche solo di toccarmi, ti taglio le mani e quel coso che ti ritrovi lì sotto, in mezzo alle gambe.-
-Potrei rischiare allora.- Brian posiziona una sua mano sul mio collo, provocandomi dei brividi che non credevo di poter più sentire sulla
mia pelle.
Ma cazzo no! Devo reagire!
Con velocità, gli do un pugno contro il torace ma lui continua a ridermi contro, bloccandomi le mani.
Provo inutilmente a dimenarmi, dandogli dei calci secchi contro le sue stesse gambe ma lui riesce ad immobilizzarmi al muro,con dolcezza.
Forse, lui è stato l'unico a trattarmi sempre con dolcezza e a toccarmi con sensibilità...come se stesse toccando un qualcosa
destinato a rompersi.
-Brian ti prego, lasciami andare...stai facendo una grande stronzata, te ne rendi conto? Hai trent'anni, non più quindici o sedici!-
-Nym se non facciamo subito l'amore io rischio seriamente di impazzire.- Borbotta Syn, accarezzandosi i capelli con nervosismo ed osservandomi
con uno sguardo sofferente che mi fa mordere d'istinto le labbra.
Sento il mio cuore tremare alla vista di quegli occhi arrossati così penetranti e così stanchi che emanano però una luce misteriosa che non
riesco bene a decifrare.
Le sue mani ricominciano a viaggiare sul mio corpo mentre le sue labbra si posano sul mio collo, torturandolo.
Lo lascio fare, chiudendo gli occhi e lasciandomi abbandonare ad un piacere a cui non riesco a rinunciare.
Ma per il nostro bene, devo azzerrare tutto quello che sta per accadere.
Riapro gli occhi di scatto, riuscendo ad allontanarmi da Brian ed evadendo dalla sua prigione.
Tremando e vedendo l'uomo osservarmi con rimprovero, mi avvicino alla porta della sua camera per fuggire via.
Corro verso la mia camera questa volta, chiudendomici dentro e respirando il più possibile.
Cosa mi sta accadendo? Perchè improvvisamente mi sento come se pendessi dalle labbra dell'uomo? Perchè sto desiderando anche io
il suo corpo ma sento che tutto questo è totalmente sbagliato?
Mi sento in balia di me stessa, mentre sento qualcosa crescermi dentro. Non è odio, nè rancore...è qualcosa di...diverso.
-Nym, non volevo spaventarti...- Mi sussurra Brian dal corridoio, bussando alla porta della mia camera.
-Mi dispiace...io...non volevo farti entrare nella mia vita ma...sei l'unica che riesce davvero a capirmi. Sei l'unica
che ha visto qualcosa di buono in me nonostante ciò che...faccio a me stesso. Ti prego, fammi diventare una persona migliore...
non abbandonarmi anche tu.-
Ascoltando queste parole così soffocanti, non posso far altro che piangermi addosso. Perchè mi sta dicendo queste cose? Cazzo,
stiamo sbagliando tutto!
Apro la porta della camera, ritrovandomi il volto pallido di Brian, dinanzi ai miei stessi occhi.
-Nym...-
-Non mi hai spaventata. Ci vuole ben altro per spaventarmi.- Sbotto, mettendomi le mani sui fianchi e lasciando agire il mio stesso
orgoglio.
-Nym...io ho solo voglia di drogarmi. Voglio bucarmi anche le gambe se necessario...ne ho bisogno.-
Osservando il suo sguardo così sofferente, non posso far altro che mettermi in punta di piedi per poter avvolgere le braccia attorno al collo
dell'uomo fin troppo alto.
Abbraccio Brian e lui si lascia stringere, non riuscendo più a pronunciare neanche una parola.
L'aria intorno a noi che prima sapeva di gabbia, adesso sa di libertà.
Ma mentre continuo ad abbracciarlo, non posso far altro che notare i suoi occhi terribilmente lucidi che mi distruggono dentro.
Brian che piange? Quella roba lo sta logorando sempre di più.
Che lo voglia o no...lui mi scorre dentro. Non posso lasciarlo andare. Non ci riesco. Posso provarci altre cinquecento volte...ma è
più forte di me. Voglio aiutarlo, voglio esserci per lui sapendo di esser l'unica in cui confida.
Riusciamo a guardarci oltre le cicatrici...ed è questa la cosa che mi preoccupa di più.
La paura di essermi innamorata...la paura di provare qualcosa per lui che vada oltre l'attrazione fisica.
Mentre continuiamo a stringerci, tutto sembra avere un senso.
Ma adesso, mentre ripeto a me stessa di non sentire la mancanza di quest'abbraccio, sento il mio cuore rinascere dalla ceneri, come una
fenice.
-A volte...desidero solo che lei sia te.- Le parole di Brian, mi fanno sussultare ma questa volta, non ho nessun intenzione di lasciare la mia presa
dal suo collo.
Al contrario, lo abbraccio sempre di più, sentendo le sue mani stringermi senza lasciarmi neanche un attimo di respiro.
-Lei questo lo sa?- Gli sussurro, sbriciolandomi lentamente.
-No.-
Un "No" secco.
Senza perchè e senza ma, Brian scioglie l'abbraccio e adesso sono proprio io a restarne vuota.
-Io...adesso devo andare. Devo occuparmi di alcune questioni...- Ribatte lui, con frustazione.
-No...ti prego, non lasciarmi da sola. Ho paura di restare da sola in casa...non voglio ricordare...non voglio farlo da sola.-
Brian sospira.
-Vieni con me.-
-Dove?-
-Devo solo andare a ritirare alcuni pick - up per la mia chitarra...non ci metterò molto, ma se vuoi, puoi venire con me.-
Non me lo faccio ripetere due volte ed accetto, cercando di non rinchiudermi nel buio.
Ricordo ancora quando restavo a casa da sola ed avevo poco più di nove anni...Paul mi metteva sulle sue gambe, cominciando così
a toccarmi e a ferire la mia mente.
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Nymphetamine
FanfictionNymphetamine è una ragazza di sedici anni dalle cicatrici interiori ed una vita bruciata. Sopravvissuta a diverse violenze sia mentali che fisiche, diventa una calamita per ogni essere maschile. Sarà la sua sfacciataggine o semplicemente il suo esse...