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Alcune persone, dicono di aver capito l'amore, guardando la persona amata negli occhi.
Dicono di aver vissuto attraverso gli occhi della loro anima gemella e per quanto io stessa possa pensare
che ciò fosse vero, non riesco a convincermene del tutto.
Io non l'ho capito ancora l'amore perchè non lo so guardare con gli occhi ma lo so percepire con il cuore.
Può una persona, innamorarsi delle debolezze di un'altra?
Bene, potrà sembrare scontato e banale ma è ciò che mi è accaduto. Sono arrivata alla conclusione, di amare una persona
totalmente diversa dal mio mondo ma così devastante da farmi venir voglia di amarlo incondizionalmente.
Ho sempre avuto un debole per le persone fottute. E Brian, lo è sempre stato.
Mi fa gelare l'anima il modo in cui continuiamo a fissarci.
Smettendo di respirare con profondità e regolarizzando il battito cardiaco, mi alzo dal pavimento, avvicinandomi alla porta
ed armeggiando con rabbia con la maniglia.
Non ce la faccio più a sostenere il suo sguardo. E' così che continuo a rendermi conto del vuoto che ha lasciato nel mio cuore,
che nessuno potrà mai più colmare.
Non credevo che un giorno...saremo arrivati a questo punto. Credevo di poter riaggiustare tutto...ma evidentemente, mi sbagliavo.
Brian non mi perdonerà mai ed io resterò per sempre con il rimpianto di non avercela fatta. Ho perso l'unica occasione che avevo e sono stata così
stupida da rovinarmi la vita da sola.
Non mi sarei mai dovuta innamorare di lui. Eppure, sono convinta che se potessi tornare indietro nel tempo...mi sarei innamorata
comunque.
Un'importante lezione che ho imparato è che non puoi sfuggire all'amore. L'amore ti troverà comunque e ti ucciderà prima che tu potessi
sussurrare quelle due paroline magiche.
Quelle paroline che ti aprono un portone dinanzi agli occhi che può portarti al Paradiso o all'Inferno. Non c'è via di fuga.
Il primo giorno che arrivai a Berlino, incontrai un vecchietto con le stampelle, che mi sarebbe stato d'aiuto per trovare l'uscita
della stazione.
All'uscita, ci sarebbero stati June e Virgil ad aspettarmi, come promesso.
Gli domandai dove potevo trovare l'uscita e lui non mi rispose. Stavo per allontanarmi da lui, ma delle parole mi fecero sprofondare il cuore.
Mi disse che stava anche lui cercando l'uscita della stazione, perchè non si ricordava bene la strada di casa.
Lo guardai perplessa per ore, fin quando poi, non decise di parlare della sua vita ad una perfetta sconosciuta. Mi chiese se venivo spesso
lì ed io, confusa, gli risposi che non ero mai stata alla stazione di Berlino e che avevo preso più di un treno per arrivare qui dalla California.
Egli mi confidò di star aspettando l'amore della sua vita. La stava aspettando da una vita e ancora non si era presentata.
Spaventata e confusa, tentai ancora di allontanarmi ma poi, il vecchietto riprese a parlare, incuriosendomi sempre di più.
Il suo volto era sofferente...sciupato. I suoi occhi erano azzurri ed i capelli totalmente grigi.
Faceva fatica a parlare e qualche volta, balbettava, massaggiandosi la gamba inerme ad ogni sensazione.
Mi parlò del suo primo ed unico amore e mi disse che l'avrebbe aspettata lì per altri dodici anni se necessario.
Dopo alcuni istanti, mi disse che il suo unico e vero amore, lo aveva perso per sempre. La sua amata, era partita con un altro uomo per ricominciare
una vita nuova.
E lui è da una vita, che passeggia con delle stampelle, tra quei binari.
Era così convinto del fatto che ella sarebbe tornata da un momento all'altro.
Vidi negli occhi di quell'uomo la sofferenza di una persona che ha amato a vuoto per una vita intera ed ha perso la sua occasione.
Mi sono sentita un pò come lui, ma ben presto, ho deciso di chiedere informazioni ad una donna che gentilmente, mi ha indicato la strada per l'uscita.
Mi avvicinai a June e Virgil, riconoscendoli dopo averli visti in una foto inviatami dalla signora Wilson.
Loro si che sono belle persone.
June, la classica casalinga dal cuore grande ed una pazienza assurda...e Virgil il solito uomo d'affari simpatico e comprensivo.
Quando i due mi abbracciarono per salutarmi ed accogliermi in famiglia, io non ricambiai l'abbraccio, continuando a pensare alle parole dell'anziano
signore.
All'istante, scoppiai a piangere, ripensando a Brian.
-Che cosa ti prende adesso? Non ti ho fatto proprio un bel niente, sei stata tu a buttarti addosso!- Mi dice Brian, mantenendo il suo tono
di voce totalmente freddo.
Dev'essersi accorto del mio sguardo perso nel vuoto.
-Dobbiamo uscire da qui.- Sbotto, armeggiando con la maniglia, con forza.
-Ma brava, vedo che sai anche pensare.-
-Smettila di prendermi in giro e vieni qui ad aiutarmi.-
-Come pensi di aprirla? Cazzo Nym, è chiusa a chiave!-
-Vuoi un altro schiaffo forse?-
-Questa volta, potrei farti del male.-
-Non lo faresti.-
-Come fai ad esserne così sicura?-
-Anche se sono passati cinque anni...ti conosco ancora meglio di quanto credi.-
-Sono cambiate molte cose dalla tua partenza.-
-Lo avevo capito. Ma adesso dobbiamo uscire.-
-Non voglio stare nemmeno un secondo in più qui con te. Qual è il piano?-
-Non ne ho.-
-Oh...bene.-
-Potrei usare una delle mie forcine...- Penso ad alta voce, togliendomi una mollettina dai capelli e cominciandola ad utilizzare
contro la serratura della porta.
Mentre continuo ad utilizzare la forcina con concentrazione però, Brian posiziona le spalle contro la porta insieme ad un piede.
Egli incrocia le braccia contro il petto e mi fissa, tentando di attirare la mia attenzione.
-Allora...è vero.-
-Cosa?-
-Che ti sei fidanzata...-
-Brian, per favore, sto cercando di uscire di qui e fino a poco tempo fa, non hai fatto altro che farmi arrabbiare con i tuoi
atteggiamenti a dir poco fastidiosi. E poi si può sapere perchè ti interessa tanto?-
-Pff, credi davvero che mi interessi? Era solo per parlare...-
-Possiamo parlare di qualsiasi altra cosa.-
-Perchè ti agiti tanto? Ti ho fatto solo una domanda.-
-E suppongo che adesso vorresti anche una risposta....bene, si, mi sono fidanzata e sono felice con il mio nuovo partner.-
-Scommetto che sarà un coglione emarginato che non ha un cazzo da fare che riempirti di messaggini sdolcinati.-
-Questi sono solo affari miei...e comunque, al contrario...è un ragazzo davvero simpatico e mi fa sentire una donna amata.-
-Ma davvero?-
Ed ecco che inizia ad innervosirsi. Lo capisco dal suo tono di voce.
-Si.-
-E tu...ne sei innamorata?-
-Si. Lo amo come non ho mai amato nessun altro.-
Okay, forse sono stata un pò troppo cattiva adesso. Brian mi incenerisce con lo sguardo, ma io mi comporto con indifferenza.
Avevo bisogno di prendermi una piccola rivincita.
Proprio come pensavo...le mie parole sono riuscite ad infastidirlo ancor di più.
Riesco finalmente ad aprire la porta, soddisfatta del mio operato.
-Ecco fatto!- Esclamo con soddisfazione, correndo poi verso la cameretta di Mckenna e trovandola totalmente vuota.
Io e Brian perlustriamo tutta la casa ma dei ragazzi e di Mck, non sembra esserci neanche l'ombra.
Se fossero stati qui, sarebbero venuti ad aprirci il giorno dopo...ne sono sicura.
-Io li uccido. Cazzo, questa me la pagano!- Sbotta Brian, più furioso che mai.
-Io invece, tolgo subito il disturbo.- Sussurro, portando il mio sguardo contro il pavimento.
Brian non risponde, ma dal suo sguardo, capisco perfettamente che la mia presenza qui...non è per nulla gradita.
Con velocità, mi avvicino alla porta di casa, ma quando la apro...dei volti sconosciuti mi appaiono dinanzi agli occhi, facendomi spaventare.
Un ragazzo con una cicatrice sulle sopracciglia, un altro con un coltello che fuoriesce dalla tasca dei jeans ed un altro ancora che
mi osserva con perversione.
-Ehm...- Non riesco a dire neanche una parola, intimidita dagli sguardi poco innocenti di questi tre uomini che continuano a scrutarmi con
fin troppa attenzione.
-Mh, però...devo dire che Brian se le sceglie proprio bene.- Borbotta uno di loro, riferendosi a me.
-No...ecco...io...ehm...-
E' da quando ho subito quella stupida violenza...che la mentalità maschile riesce ad immobilizzarmi e ad impaurirmi ancor di più.
-Quest'accoglienza mi piace. Dovremo venire a trovare Gates più spesso.- Continua l'uomo con il coltellino che gli fuoriesce dalla tasca,
sorridendomi ancora con malizia.
Comincio a tremare, ma ben presto, la voce di Brian alle mie spalle riesce a rassicurarmi.
-Non rompete il cazzo alle donne degli altri. A cosa devo la vostra visita?-
Mi volto verso Brian, che punta gli occhi contro gli uomini con rabbia e mi si avvicina il più possibile.
Syn resta alle mie spalle, come se volesse quasi proteggermi.
-Tranquillo Gates, alla ragazza magari ci pensiamo dopo. Prima, parliamo di affari.-
-Sono fuori dal giro. Andate a vendere la vostra roba a qualcun altro.-
-Il problema Gates è che abbiamo un conto in sospeso. Ci devi dell'altra grana.-
Sposto continuamente il volto da quello di Brian a quello dei tre uomini.
Qui le cose cominciano a scaldarsi.
-Brian...devi dei soldi a questi uomini?- Domando al ragazzo, tirandolo per un braccio.
Brian si morde il labbro inferiore, senza degnarmi di alcuna risposta.
-Brian?- Continuo, ma il trentenne non sembra intenzionato a rispondermi.
Con velocità, Brian mi spinge verso la porta in legno situata accanto alla porta di casa.
-Brian!- Urlo, vedendo il ragazzo chiudere la porta della cantina, chiudendomici dentro.
Ed ecco che la storia ricomincia. Prima i ragazzi, adesso lui.
Si può sapere perchè hanno tutti questa strana tendenza a volermi rinchiudere come una prigioniera?
Con preoccupazione, busso più volte alla porta in legno, nella speranza che Brian possa sentirmi e convincersi a riapirmi.
Il suono di uno sparo, mi fa impallidire.
Il mio cuore si ferma per la frazione di un'istante mentre io, ricomincio ad urlare il nome di Brian.
Cosa sta accadendo lì fuori? Cosa diavolo gli stanno facendo?
Ancor più impaurita, comincio a piangere, sentendo altri rumori provenire dall'entrata dell'abitazione.
Sussurro il nome di Brian, spingendo il più possibile la maniglia e tentando di aprire la porta con tutta la forza che ho.
Rendendomi conto di non avere più forcine nei capelli, ricomincio a tremare, spostandomi i capelli dal viso con le mani tremanti.
Mi lascio cadere a terra, piangendo come una bambina e cadendo nella paura che qualcuno possa avergli fatto del male.
Sento le lacrime scendere dal mio viso, bagnandomi le labbra e rendendole sempre più salate.
Non credevo di poter riprovare una sensazione simile. Mi sento come quando lo vidi in quel luogo a dir poco orribile, di cui non ne riesco
a ricordare neanche il nome.
Quel luogo in cui il tifo sembrava essere una sottospecie di carneficina.
Lo vidi infrangersi contro le altre persone e perdendo il nome della ragione, mi buttai anche io nella mischia, sentendo il bisogno
di salvarlo e portarlo via da lì.
Volevo aiutarlo e cazzo se ci ero riuscita. Lo avevo convinto ad andare via da lì e lui lo fece, solo per paura che avrei potuto
rimetterci la pelle anch'io.
Che stupidi che siamo. Incapaci ad amarci e così bravi a salvarci.
Ed adesso...è lui che sta cercando di proteggere me. Nonostante tutto...non avrebbe permesso a nessuno di sfiorarmi.
Porto il peso di lui in me, capendo che una volta uscito dal giro...deve essersi messo nei guai per non aver pagato della roba che gli era
stata venduta.
Probabilmente...doveva essere roba costosa.
Piangendo, provo a bussare per un'ultima volta, rialzandomi subito in piedi, sentendo il rumore della chiave della cantina contro la serratura della
porta.
Ad aprirmi, è proprio Brian che mi osserva con gli occhi sbarrati e con un taglio abbastanza profondo sul torace nudo.
Singhiozzo per un pò, cercando di toccare la ferita dell'uomo ma lui, indietreggia per un pò.
Mi porto le mani contro il viso, tremando come non mai.
E' in questo preciso istante, che mi lancio tra le braccia di Brian senza chiedergli il permesso.
Avvinghio le mie braccia contro i suoi fianchi, posando la testa sul suo petto ma continuando a singhiozzare.
Dio e quanto mi era mancato tutto questo e la sua pelle che continua a scontrarsi contro la mia.
-Mi dispiace, ma era l'unico modo che avevo per non coinvolgerti e per evitare che qualcuno di loro potesse farti del male.-
Alle sue parole, un brivido mi percorre la schiena, facendomi sentire stranamente meglio.
Il fatto che io stessa abbia ritrovato il coraggio di stringerlo, mi da forza, ma pensare che questa volta sia lui a non riuscire a ricambiare,
mi logora dentro.
Ho avuto davvero paura di perderlo.
Mi stacco dopo un pò dal suo petto e dalla sua pelle così invitante, scrutando il suo volto stranamente sorpreso.
Non si sarebbe mai aspettato una reazione del genere da parte mia...persino vedermi piangere deve aver risvegliato qualcosa in lui.
Quando però, sto per riavvicinarmi a Brian, la mia vista comincia ad appannarsi e l'immagine dell'uomo dinanzi ai miei occhi comincia a triplicarsi.
Sento le gambe cedere mentre mi lascio cadere e Brian sembra esser pronto a sorreggermi.
-Nym...- Sussurra l'uomo, prendendomi tra le sue braccia, tentando di non lasciarmi cadere.
In un attimo, i nostri sguardi sembrano esser fin troppo vicini, come i nostri nasi che si scontrano tra di loro.
Entrambi restiamo immobili per qualche secondo, continuando a fissarci e respirandoci a vicenda.
I miei soliti svenimenti improvvisi.
-Sto...bene.- Ribatto, tentando di riprendermi ed allontanandomi dalla pelle del trentenne.
Mi porto una mano sulla fronte, riuscendo a stabilizzarmi e respirando a fondo per non rischiare di svenire da un momento
all'altro.
-Chi è stato a farti questo taglio sul torace?- Gli domando, continuando ad osservare del sangue gocciolare dal suo petto scolpito.
-Non dovevi andartene?-
-Non prima di averti medicato.-
-Non ci pensare nemmeno.-
-Non fare il ragazzino adesso e fatti curare quella brutta ferita!-
-No, lascia perdere.-
-Sai che non mi arrendo facilmente. Siediti sul divano, io arrivo subito.-
Corro verso il bagno, vedendo poi Brian sbuffare.
Spero vivamente che il kit medico sia al solito posto.
Velocemente, riesco a trovare il kit medico situato proprio tra gli scaffali del mobiletto dietro alla porta del bagno e con le gambe ancora tremanti,
ritorno nel salotto di casa.
Brian è lì, seduto sul divano ad aspettarmi.
Dinanzi a lui, apro il kit medico cominciando a prendere del disinfettante ed una garza abbastanza resistente.
Inizio a disinfettare il petto di Brian, tamponando con dolcezza ma nonostante tutto, sento Brian gemere come un ragazzino di undici anni che si è
appena sbucciato un ginocchio.
-Cazzo, brucia! Fa più piano!-
-Più piano? Ma se sto facendo il possibile per non farti male! E poi è normale che brucia...guarda qui e quanto sangue continua a fuoriuscire
dalla ferita!-
Con le mani quasi inzuppate di sangue, cerco di restare impassibile e continuare a medicare questa brutta ferita.
Questo sembra essere un bel ritorno ai vecchi tempi.
Brian stringe i denti, ma i suoi occhi sono incollati su di me. Non smette neanche per un secondo di guardarmi e la situazione inizia seriamente
a preoccuparmi. Mi sento terribilmente a disagio.
-Quando ho sentito quello sparo...ho avuto paura che qualcuno di quei tre, fosse riuscito a colpirti.-
-Ci vuole ben altro per spaventarmi.-
-Perchè ti stanno ancora alle calcagna? Non eri uscito dal giro?-
-Si ma prima di entrare in comunità avrei dovuto pagare l'ultima dose di eroina.-
-E perchè non lo hai fatto?-
-Perchè ho un orgoglio.-
-Io continuo a non capire...-
-Meglio così.-
-Ma torneranno a cercarti?-
-No. Non credo ne troveranno più il coraggio.-
-Li hai uccisi!?-
-Ma sei scema? Mi credi davvero un assassino?-
-No...cioè...e allora chi ha sparato?-
-Uno di loro ma sono riuscito a ripararmi appena in tempo.-
-Tu...vuoi proprio metterti nei guai.-
-E a chi importa.-
A me Brian. M'importa ancora anche se tu evidentemente, non riesci a capirlo.
-Ahi! Cazzo Nym!-
-Scusa!-
-Scusa un cazzo!-
-Non volevo farti male.-
-E ci sei riuscita, complimenti.-
-Lo sapevo...è impossibile parlare con te e starti accanto!-
-Sarà che non ho più bisogno di te.-
-Sai cosa Brian? Neanche io. E questa è l'ultima volta che ti ripulisco il sangue!- Sbotto, richiudendo il kit medico dopo aver curato la ferita
a quest'uomo a dir poco irriconoscente.
Va bene che è arrabbiato con me, ma vorrei ricordargli che dopotutto...sono pur sempre una persona.
Sbagliare è umano, no?
Irritata dagli atteggiamenti di Brian, mi avvicino alla porta di casa per potervi uscire, ma è proprio Brian questa volta a fermarmi.
-Lasciami!- Urlo, vedendo il ragazzo farmi spalmare con la schiena contro il muro ma osservandomi con rabbia.
La sua pelle è come nuova, mentre questa volta è la mia a rovinarsi.
-Dove credi di andare?-
-Da Jimmy! Ovunque è meglio di qui! Anzi, sai cosa? Ti lascio scopare con le tue troiette!-
-Whooo, sei forse gelosa, piccola?-
-Non chiamarmi così o giuro che ti castro!-
E rieccoci ritornati di nuovo a cinque anni fa.
Con i nostri soliti giochetti...e con l'odio nelle nostre vene sparato a mille.
-Mi lasci andare si o no? Cosa c'è,il grande Synyster Gates è in astinenza di sesso stasera?-
-Io non sono mai in astinenza e se proprio lo vuoi sapere, non ho mai smesso di scoparmele.-
-Bene, divertiti un pò anche per me, buonanotte.-
-Eh no signorina, tu non vai proprio da nessuna parte.-
-Fino a poco tempo fa mi stavi cacciando via ed adesso invece? Vuoi che rimanga! Cerca di schiarirti bene le idee mr. sono un chitarrista
e mi sento figo perchè scopo con milioni di groupie.-
-Questo nomigniolo mi piace.-
-Brian, cosa vuoi ancora da me?-
-Voglio che resti con me stanotte.-
-Ma tu sei pazzo...vuoi solo assicurarti che non vada a letto con qualcun altro e prova a dirmi che non è vero!-
-Mh, puor darsi.-
-Comunque sia, io sono fidanzata e non posso permettermi di fare una cosa del genere.-
-Whoo, sei diventata una ragazza seria. Ma allora, perchè sei tornata qui? Devi ancora rispondermi.-
-Non ho intenzione di darti spiegazioni! Solo per come hai osato trattarmi in questi giorni...-
Non riesco a finire la frase, che mi sento catapultata in un'altra dimensione.
Brian mi bacia.
Le sue labbra si posizionano sulle mie, ed i suoi occhi sono totalmente chiusi.
Sbarro gli occhi, ancora incredula di ciò che Brian ha appena avuto il coraggio di fare.
Mi erano mancate le sue labbra ed il profumo incondizionato della sua bella pelle.
Ma Brian non mi sta baciando perchè ne ha voglia come ne ho voglia io...lui mi sta baciando solo per avere una storia in più
da raccontare.
Adesso che è diventato un chitarrista famoso in tutto il mondo, cosa se ne fa di una come me?
Con rabbia, lo spingo via da me, vedendolo poi sorridere con quel suo solito sorrisino beffardo.
Quel sorrisino che ho sempre odiato.
-Mi fai schifo!-
-Non la pensavi così mentre mi baciavi.-
-Io...io...cazzo Brian, cosa diavolo stai cercando di fare?-
-Confonderti.-
-Eh?-
-Vuoi davvero stare con un perfettino del cazzo, quando hai dinanzi a te, il sogno erotico di milioni di ragazze?-
-Io non sono milioni di ragazze.-
-Ma potresti essere l'unica per me.-
Con il cuore in gola, provo a deglutire, ma mi rendo conto che la situazione sta letteralmente precipitando.
Odio i suoi sbalzi d'umore. Prima ti tratta di schifo e dopo ti bacia.
Cosa sta accadendo al mondo?
-Non ammetterai mai più di aver bisogno di me, vero?- Gli domando, vedendolo poi contrarre la mascella.
Avrei dovuto capirlo prima. Ha bisogno di me...non ne capisco del tutto il motivo questa volta ma è forse per questa ragione che continua a comportarsi
in questo modo.
Non vuole esprimere ciò che sente realmente per paura di restarne di nuovo deluso.
-Chi tace acconsente...ma se hai davvero bisogno me, perchè ti è così difficile ammetterlo?-
-Non...ho bisogno di te.-
-Ah no? Allora vuoi dirmi che tutto quello che c'è stato tra di noi, è stato tutto un gioco?-
-E' ciò che avrei dovuto chiederti io Nym.-
Ed ha ragione. Dopotutto...sono stata io ad andarmene.
Ma la sua rabbia nei miei confronti non sembra durare a lungo. Anche se dice di non aver bisogno di me, io glielo leggo negli
occhi che avrebbe solo bisogno di addormentarsi al mio fianco.
Un ritorno al passato...potrebbe cambiare ogni cosa anche se...sembrano essersi appena invertiti i ruoli.
Adesso è lui che ha paura di esser toccato da me e di guardarmi negli occhi.
Ed io non riesco neanche a trovare le parole giuste,così, decido di avvicinarmi per un pò a Brian ed accarezzargli il volto.
Egli, stranamente, si lascia accarezzare e chiude gli occhi, assaporando ogni attimo come non credevo potesse fare. Al contrario,
credevo che mi avrebbe cacciato via per l'ennesima volta...eppure, questo suo cambiamento improvviso, non so neanch'io come
interpretarlo.
E se non fosse guarito del tutto dalla sua voglia di drogarsi?
Dopo avergli accarezzato una guancia, porto la sua testa contro il mio petto ed entrambi ci lasciamo frantumare sul pavimento.
Per qualche strano motivo, Brian decide finalmente di lasciarsi andare come faceva cinque anni fa, lasciandosi stringere da me.
Egli posiziona la sua testa tra il mio petto ed il mio braccio destro, fissando il vuoto ma lasciandosi comunque stringere.
-Ho voglia di drogarmi...se non l'ho fatto fin ora è solo per non dare un dispiacere a mia sorella e agli altri. Non potrei sopportare di vederli di nuovo
star male per colpa mia. Ed io non voglio diventare di nuovo dipendente da quella roba.-
Come immaginavo.
Sospiro, tentando di non perdere il controllo e di tranquillizzarmi.
C'è chi non vuole morire e sa di doverlo fare...e lui invece, vuole distruggersi in questo modo? Non posso permetterglielo.
-Vuoi sapere perchè sono tornata?-
-Si.-
-Perchè sentivo che c'era qualcosa in te che dovevo ricominciare a guarire.-
-Non penso tu possa avere ancora questo potere...è passato troppo tempo dall'ultima volta.-
-Ma io non ho dimenticato le tue paure.- Ammetto, stringendo Brian il più possibile e tentando di prendermi come al solito
i suoi dolori.
Mi sento di esser ritornata a quei giorni. Quei giorni in cui iniziò tutto.
E Brian sta respirando con profondità...come se la voglia di ricominciare a bucarsi lo stesse tormentando.
Ed io...sembro esser ritornata ad essere il suo unico e solo antidoto.
-Mi sei mancata.- Mi sussurra Brian, nascondendosi tra le mie braccia.
Alle sue parole, non posso far altro che stringerlo ancor di più, risentendomi viva come solo lui riesce a farmi sentire.
Ho proprio bisogno di un pò di vitalità...e sapevo che tornando alle origini...sarebbe stato proprio Brian a ridarmela indietro.
Devo approfittarmene, prima che sia troppo tardi. Devo raccogliere tutto il buono che c'è il lui, custodendolo dentro di me.
Probabilmente, domani...avremo già dissolto tutto e faremo finta di niente. Ma stasera, qualcosa in noi è cambiato.
I muri che si era costruito per starmi lontano, si sono appena dissolti nel nulla e la cosa mi meraviglia ancor di più. Avrebbe potuto
prendersela ancora con me...ma invece, ha preferito mostrarmi di nuovo le sue debolezze.
Quelle debolezze che lo tormentano a tal punto, da lasciarsi andare nei confronti della persona che secondo lui...deve averlo tradito.
-Mi sei mancato anche tu.- Dopo aver sussurrato queste parole, Brian inizia a mordermi la pelle come era solito fare quando soffriva
per il dolore provocato da tutta la droga che aveva nelle vene.
Adesso però...la paura di poterlo abbandonare di nuovo senza dirgli niente, mi riaffiora nella mente. Questa volta, potrei rifarlo...ma non di
mia spontanea volontà. Potrebbe accadere...e non ho mai pensato di poter complicare seriamente le cose.
Ma per una volta, mi affiderò al cielo.
O almeno, ci proverò.
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Nymphetamine
FanfictionNymphetamine è una ragazza di sedici anni dalle cicatrici interiori ed una vita bruciata. Sopravvissuta a diverse violenze sia mentali che fisiche, diventa una calamita per ogni essere maschile. Sarà la sua sfacciataggine o semplicemente il suo esse...