"Siamo tutti così deboli, non importa quanto forti
Avenged Sevenfold - Demons"
CONTENUTI ESPLICITI.
Sapevo che sarebbe andata a finire così.
Vi siete mai sentiti, come se non aveste vissuto abbastanza nella vostra vita? Come se in realtà, sapete di dover lasciare i vostri cari,
ma allo stesso tempo, avere quello strano vuoto nel petto che vi fa capire che siete davvero giunti alla fine?
Bene...è così che mi sto sentendo io, in questo preciso istante.
E' strano vero? E' una sensazione che non provi mica tutti i giorni...è una di quelle sensazioni sfuggenti che però, quando ti trapassano
l'anima, riescono a farti capire tante cose.
Tra le tante cose, io ne ho capita una fondamentale.
E' proprio questa,la mia ultima ora.
Apro gli occhi, mentre una luce bianca mi acceca per un pò.
Credevo di risvegliarmi con il respiro di Brian sul mio volto, le sue braccia attorno al mio corpo e sentirmi
libera entrando in contatto con la sua pelle.
Ed invece, ad accogliermi, sono delle tende grigie da funerale, delle pareti bianche come il latte e delle flebo che mi
permettono di respirare meglio.
E così...il giorno che tanto stavo aspettando...è appena arrivato.
Me lo sento dentro.
Osservando ancora questa camera così triste e malinconica in cui sono stata portata dopo il mio svenimento, provo a pensare alle reazioni
dei miei migliori amici...che si saranno spaventati a morte.
Se non altro, non riesco a smettere di sorridere in alcun modo, ripensando all'accaduto di ieri notte.
Almeno adesso...avrò la possibilità di andarmene come si deve e di aver riportato il mio cuore e la mia anima...nel posto giusto.
Ho dato il mio cuore a Brian. Gliel'ho riposto tra le mani e la cosa, mi fa sentire decisamente meglio. Se fossi stata davvero la luna...forse a
quest'ora, non mi ritroverei in balia di me stessa, a lottare contro la morte.
Sarei stata delimitata da una metà o forse, sarei rimasta sempre piena. Proprio come mi sento ora. Fottutamente piena, nonostante tutto.
Ma sapete una cosa? Io non ho più paura della morte come ne avevo invece tempo fa.
Con il passare degli anni...ho capito che non può essere nient'altro che un semplice viaggio. Un viaggio che compi per poter arrivare
ad una destinazione...e quella destinazione potrebbe essere qualsiasi posto in cui sono sempre stata.
Magari, ritornerò indietro con gli anni ed è mantenendo gli occhi chiusi che mi rigusterò tutto quello che ho vissuto durante gli anni di questa
vita destinata a svanire.
Sarà una sorta di cinema ad occhi chiusi. Mi godrò lo spettacolo della mia vita in terza persona, commentando i miei stessi errori e tutti i miei sbagli.
O forse,riuscirò a rincarnarmi in un qualsiasi altro essere vivente. Oppure...potrei essere ciò che ho sempre voluto essere. La luna...accanto a colui
che potrebbe essere il mio cielo...o come diceva sempre Brian, le stelle che fanno da contorno ma di cui non potrei mai fare a meno.
E se invece...finissi all'Inferno? Pagherei il prezzo dei miei peccati e lascerei giacere per sempre la mia anima.
Ma no. Cosa dico.
Esiste davvero un'Inferno ed un Paradiso? E pensare che avrei giurato di aver già vissuto in questi due luoghi...attraverso gli occhi di Brian.
Quegli occhi tanto tormentati quanto curativi.
E' sospirando, che riesco a farmi venire in mente...una qualsiasi altra soluzione.
Magari...potrei pensarla anch'io come Foscolo no?
Strano ma vero, quella scuola è servita a qualcosa.
Secondo Foscolo, tra una persona umana ed una morta non potrebbe esserci più nulla in comune se non un rapporto di amorosi sensi.
Il rapporto che lega una persona del mondo dei vivi da una del mondo dei morti.
E' proprio in uno dei carmi del poeta...che ricordo di aver studiato una cosa del genere. Di come una persona morta, possa raggiungere l'aldilà e la pace
interiore...solo sapendo che delle persone ancora in vita, potranno ricordarlo.
E' tutta una questione di reminescenze quindi.
In questo caso...sarà Brian ad assicurarsi che io possa morire in pace. Brian e tutti gli altri, che spero, continueranno sempre a ricordarmi
come la Nym cazzuta di un tempo.
Sarà questo ad alleviare il loro dolore. Il ricordo che avranno di me...che spero, non lasceranno mai sparire.
Sospiro, osservando le mie mani tremanti.
Mi sto ormai lasciando abbandonare alla mia sorte, arrendendomi come ho fatto sin dal principio. Sapevo che ero vicina alla morte...ma non fino a
questo punto.
E' quando osservo la porta della camera aprirsi, che i battiti del mio cuore cominciano ad accellerare di continuo.
I miei occhi si spostano contro quelli di Brian, che resta dinanzi alla soglia della porta, osservandomi con un sorriso stampato sulle labbra.
Probabilmente...i dottori non hanno ancora avvisato nessuno della situazione...ma qualcosa mi dice, che dovrò farlo io.
Ebbene si. Il momento giusto è arrivato.
-Hey...piccola.- Mi sorride ancora Brian, avvicinandosi al lettino su cui sono sdraiata, sedendosi sullo sgabellino.
Ricambio con debolezza il sorriso dell'uomo, senza però riuscire a rispondere e riuscire in qualche modo, a fargli anche un minimo cenno di mano.
-I dottori mi hanno permesso di entrare...devono ancora esaminare la tua scheda ma è probabile che sia stato un semplice svenimento.
Nulla di preoccupante insomma.-
Brian non smette di sorridere...ed è così sicuro di ciò che continua a ripetermi...che continua a sorridere con convinzione.
Io scoppio improvvisamente in lacrime, mentre le mie labbra si lasciano salare.
-Hey...ma Nym, cosa ti prende adesso? Non è successo niente, sta tranquilla. Ci sono io qui con te.- Mi sussurra con dolcezza Brian,
accarezzandomi una guancia e prendendosi i miei dolori, senza neanche saperlo.
Le lacrime scendono senza sosta, mentre sto cercando duramente di esser forte.
-Piccola...ti senti sollevata, è per questo motivo che stai piangendo? Ti eri preoccupata?- Continua l'uomo dinanzi a me, mentre io, mi limito
ad annuire con falsità alle sue parole.
Le lacrime, parlerebbero da sole. Non sono lacrime di paura queste.Sono lacrime di addio.
-Vedrai che tra un pò ti dimettono. Questione di tempo.-
Tempo. Non di nuovo, ti prego.
Piangente, mi posiziono le mani dinanzi al viso, non riuscendo proprio a smetterla di singhiozzare.
E adesso dove la trovo la forza per dirglielo?
-No Nym, non fare così...ti ho detto che ci sono io con te, no? Adesso calmati, andrà tutto bene...io non ti abbandono.-
Con le ossa doloranti, sposto le mie mani sul materasso, osservando gli occhi di Brian...così perfettamente spensierati da farmi venir voglia
di morire così.
Di morire con quest'immagine dinanzi agli occhi e quindi di ricordare per sempre la figura di Brian totalmente spensierata e sorridente.
Ma non posso mentirgli ancora. Lui e gli altri...non lo meritano.
-Sarò io ad abbandonarti Brian.- Sussurro a voce bassa, osservando Brian cambiare espressione.
Il suo sorriso si dissolve nel nulla mentre i suoi occhi stanno cominciando a perdere la propria lucentezza.
La mascella del ragazzo si contrae. I suoi muscoli...diventano improvvisamente tesi.
-Non ancora. Ti prego Nym, non ancora.- Borbotta Brian, accanto a me, sentendosi stranamente ferito.
-Mi dispiace. E' questo tutto quello che riesco a dirti.-
-Perchè? Perchè cazzo è sempre così facile per te voltare pagina e scappare via? Io credevo...cazzo, credevo che fossi cambiata!-
-Io...-
-No, cazzo, non puoi farmi questo. Non per la seconda volta! Abbiamo fatto l'amore Nym, almeno questo, te lo ricordi? Bene e sappi che è
stata la cosa più bella che potesse mai capitarmi in tutta la mia vita. Riverti.-
Le parole strazianti di Brian e la sua rabbia, sono come lame dentro me, che tagliano...tagliano e ancora tagliano, fino a divorarmi.
-E' ciò che ho provato anch'io Brian...io...ti amo...-
-Se mi ami davvero come dici allora, perchè devi andartene?-
-Perchè questa volta, non sono stata io a scegliere.-
-E chi allora?-
-La mia malattia.- Sbotto, a voce alta.
Vedo Brian tremare e perdere un battito nel momento stesso, in cui mi ha sentito sussurrare quelle parole.
Parole così serie e concinse...che ha fatto male persino a me anche solo pronunciarle.
Riesco a decifrarlo bene...il suo sguardo. E' un misto di paura e preoccupazione...come quando stai cercando di inseguire i tuoi sogni
e a quel punto, essi ti sfuggono via.
-Io sono malata Brian...- Sussurro ancora, tentando di non ricominciare a piangere.
Ed ora...i suoi occhi sono ritornati ad essere quelli di un tempo. Quelli spenti che mi mostrava quando si bucava la pelle.
Comincio a sentirmi anch'io male, osservando poi Brian tenersi la testa tra le mani con nervosismo, come se volesse quasi creare una strage
di cadaveri intorno a sè.
I suoi muscoli non sono per niente rilassati ed i suoi occhi non riescono neanche più ad incollarsi nei miei.
E' fissando il pavimento...che sembra trovare il coraggio di parlarmi.
-Da quanto tempo, lo sai?- Mi domanda a voce bassa. Una voce debole, quasi strozzata.
Deglutisco, desiderando solo che la morte venga a prendermi in questo preciso istante.
-Da un pò.- Rispondo, guardandomi intorno per cercare di trovare le parole giuste.
Ma esistono davvero le parole giuste in questi casi?
Vorrei solo nascondermi al di sotto di queste coperte...ed attendere che la mia ora o forse i pochi minuti che mi restano...si diano da fare.
Ed invece no.
Devo esser forte. Devo farlo, prima che sia troppo tardi.
Non mentivo di certo, quando dicevo di odiare il tempo.
-Quando andai a vivere a Berlino...ero sicura di poter affrontare ciò che mi era accaduto dopo la violenza, ed in effetti...con la terapia
giusta sono riuscita a cavarmela. Il problema è che...stranamente, la mia salute, stava iniziando a peggiorare di giorno in giorno. Partii
con la febbre ed arrivai a Berlino con i conati di vomito sparati a mille. Per un pò di tempo, non feci caso a tutto ciò che mi stava accadendo pensando
che tutto questo poteva essere solo un semplice sintomo di stress dovuto alle terapie intensive ed il fatto che mi ero appena trasferita
in una nuova città. Ed invece, mi sbagliavo. June, la mia madre affidataria ormai, mi portò da un dottore dopo avermi vista cacciare del
sangue dalla bocca. Si era preoccupata come non mai ed anch'io non ne potevo più di tutta questa situazione...così, mi portò in ospedale e fu
lì che mi resi conto...di aver qualcosa che non andava. June durante tutto quel tempo, non mi parlava. Se ne stava in silenzio a guardarmi e per
qualche strano motivo...continuava a piangere senza spiegarmi nulla. Restai all'oscuro di tutto per un paio d'ore, fin quando, il dottore
prese i risultati della visita e mi annunciò di avere l'AIDS.-
Faccio persino fatica a dirlo, vedendo poi Brian socchiudere gli occhi e stringere le mani in pugni.
-Fino a poco tempo fa...non riuscivo a capire quali sarebbero state le cause di questa mia malattia...ma quando sono tornata qui ad Huntington
Beach, ho capito tutto. Vidi il manifesto di uno dei ragazzi che mi violentarono quel giorno e mi resi conto, di una cosa fondamentale : è in seguito
a quello stupro che mi sono ammalata anch'io. Molto probabilmente...Mark soffriva di AIDS ed in qualche modo...è riuscito a contagiare anche
me con la sua malattia.-
Ed è la verità.
Fu in quel preciso istante...che capii del tutto l'origine della mia malattia.
L'AIDS mi ha resa sempre più vulnerabile e mi è stata tramessa tramite quel lurido rapporto sessuale.
-Per un periodo di tempo, i medici mi hanno consigliato di fare un trattamento farmacologico che mi sarebbe servito almeno un pò ad
allungare i tempi. Ma dopo un pò, ho deciso di non procedere al trattmento e tornare qui...per vivere gli ultimi giorni della mia stessa vita...
con le persone che amo.-
-E' per questo motivo che...sei tornata.-
-Sono tornata per tentare di vivere una vita più normale possibile...e starvi accanto almeno per un'ultima volta. Volevo solo cancellare quegli
sbagli che ho compiuto da diciassettenne incompresa e dopo tanto tempo...dirti che ti amo.-
Delle lacrime di dolore, ricominciano a rigare il mio volto già bagnato dalle lacrime precedenti. Il volto di Brian sembra essersi putrefatto
mentre continua a fissarmi come se tutto ciò che gli sto dicendo...potrebbe in qualche modo, provocargli la morte.
-Avevo bisogno di sentirmi una persona...normale. Non malata. Ed avevo bisogno di ritornare qui per un'ultima volta e farti sapere ciò che avresti
dovuto sapere cinque anni fa. Mi dispiace Brian...mi dispiace così tanto.-
-No...cazzo, no, non può essere.-
Alcune lacrime rigano anche il volto di Brian.
Il grande Synyster Gates, sta piangendo e proprio dinanzi ai miei occhi.
In qualche modo...sono riuscita a rendere vulnerabile anche lui.
-Tu...tu non morirai Nym! Ti giuro che...che farò il possibile per...-
-Ti prego Brian, non rendere tutto più difficile. Piuttosto...ricordati di restare accanto a Mckenna e agli altri. Fallo per me.-
-No! Cazzo, non di nuovo!-
Avrei tante altre cose da dirgli...ma non ce la faccio più neanche a vederlo stare così. Avrei voluto ricordarlo per sempre con il sorriso...ma evidentemente,
chiedo troppo.
Intanto, il mio cuore, sembra rallentare sempre di più ed i miei battiti diventano pesanti.
Amare per poi morire, non era di certo nei miei piani.
Ma la verità è che...quando mi aveva detto di non volermi far del male...lui mi aveva già uccisa.
Eppure adesso, ho un'lluminazione migliore.
In un'altra vita...non in quelle che ho cercato di predire...vivrò la mia vita con l'uomo che amo, sotto al tetto di una casa umile e sorriderò
guardando negli occhi i frutti del nostro amore.
Quell'uomo sarà Brian. E quei frutti...saranno un motivo in più, per spingerci ad andare avanti.
Non sarò tanto egoista da provocarmi la morte, guardando in faccia quegli angioletti che hanno bisogno dell'amore di una madre, un padre.
L'amore che non ho mai ricevuto, ma che sono stata capace di provare.
Chissà...se davvero...in un'altra vita...sarei potuta essere tutto questo.
Ma per adesso, l'unica cosa che so...è che devo andare.
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Nymphetamine
FanfictionNymphetamine è una ragazza di sedici anni dalle cicatrici interiori ed una vita bruciata. Sopravvissuta a diverse violenze sia mentali che fisiche, diventa una calamita per ogni essere maschile. Sarà la sua sfacciataggine o semplicemente il suo esse...