Al mio risveglio, mi ritrovo con i polsi fasciati e con l'orsetto di peluche ancora tra le braccia.
Sbarro gli occhi, notando le fasciature sigillate intorno ad entrambi i polsi e la testa di Brian, posizionata
sul bordo del materasso.
Un bruciore allo stomaco, mi fa venir voglia di correre in bagno e vomitare ciò che non sono riuscita a mangiare, ma
mi rendo conto di non potermi smuovere per paura di poter svegliare Brian che molto probabilmente si sarà sentito
stanco per colpa dell'eroina.
Sussulto, volendo quasi seppellirmi viva, dopo esser stata probabilmente scoperta da chi non avrebbe mai dovuto sapere
niente delle mie debolezze.
Mi sono chiusa in me stessa, nella speranza che nessuno possa rendersi conto del dolore che porto sui polsi ed invece...
Brian è riuscito a scoprire tutto.
Ma adesso, devo solo sparire per un pò.
Mentre provo ad alzarmi dal letto con molta lentezza, senza farmi scoprire dall'uomo, poso un piede sul pavimento
ma le mie labbra cominciano ad aprirsi ed io inizio a gemere di dolore.
Brian mi prende un polso, facendomi ri-spalmare sul letto e posizionando poi il suo corpo sul mio.
Lui resta seduto su di me, mentre io mi sento intrappolata...di nuovo.
Provo a dimenarmi con tutte le mie forze, ad urlare, a battere le braccia contro il materasso, riavvolgendo il nastro
e ritrovandomi ancora a quel giorno in cui una parte di me, restò seppellita al di sotto del terreno situato nel giardino
scolastico.
-Nym, ti prego, sta calma!- Prova a dirmi Brian, ma io sembro essere quasi impazzita, mentre continuo a dimenarmi contro di lui
che in realtà, non avrebbe mai osato farmi del male.
Senza rendermene conto, le lacrime ricominciano a sgorgare sul mio volto ed il mio cuore, continua a restringersi sempre di più
in se stesso.
-Nym!- Mi urla ancora contro Brian, tentando di farmi restar ferma e d'istinto, decido di dargli ascolto.
Resto intrappolata ancora al di sotto del suo corpo, ma questa volta, senza dimenarmi.
Sto semplicemente piangendo.
Mi porto le mani dinanzi agli occhi, osservando poi Brian scendere dal letto e dal mio corpo,prendendomi poi tra le sue braccia.
Le mie gambe, si ritrovano involontariamente sulle sue mentre le sue braccia tatuate continuano a strigermi contro il suo petto.
Brucio al contatto con la sua pelle, sentendo la paura di poter esser colpita dentro ancora una volta.
Per qualche strano motivo però...Brian sembra esser l'unico che riesce sempre a farmi sentire meglio.
Mi lascio stringere da lui, continuando a soffocare nelle mie lacrime e ad osservarmi i polsi in fase di guarigione.
E' come se lui fosse il miglior antidoto per ogni mio singolo dolore.
Mentre continuo a stringermi a Brian, le mura della camera sembrano esser crollate e con esse, anche le mura che mi sono costruita
dentro per l'ennesima volta.
-Perdonami Nym.- Mi sussurra Haner, facendomi rabbrividire all'istante.
Mi sento come un pezzo di ghiaccio in pieno scioglimento, dopo aver sentito quelle parole rientrarmi nella mente.
Perchè mi sta chiedendo di perdonarlo? Cosa diavolo sta cercando di fare?
Tremante, porto i miei occhi contro quelli sofferenti del ragazzo, scrutandoli con attenzione.
-Perchè mi stai chiedendo di perdonarti?- Gli domando, con la voce impastata dal sonno ed indebolita per colpa di tutte
le lacrime che sono stata costretta a frantumare in questi giorni.
-Sarei dovuto restarti accanto...evitare che ti facessi del male ed invece, sono stato un fottutissimo coglione a dirti quelle cose e a
chiamarti bugiarda.- Sbotta Haner, con le lacrime agli occhi.
Tutto questo è assurdo...lui non avrebbe potuto fare niente.
-Non mi avresti fermata.-
-Si invece. Ti avrei aiutata a rialzarti e cazzo,non me lo perdonerò mai Nym!-
-Non dire stronzate Brian...nessuno avrebbe potuto salvarmi.-
-Perchè lo hai fatto? Cazzo, perchè hai fatto del male a te stessa!?-
-Perchè...avevo bisogno di sentirmi viva...cacciare via il dolore che avevo dentro.-
-Non è questa la soluzione Nym! Cazzo, avresti potuto rimetterci la pelle!-
-Forse...sarebbe stata la cosa più giusta che mi sarebbe capitata.-
-Non dire mai più una cosa del genere. Ci sono persone che sono morte senza aver alcuna opportunità
di tornare indietro. E tu invece? Che cosa fai? Provochi la morte.-
Si starà riferendo ai suoi genitori.
Ma Brian, se solo sapessi cosa mi è successo, forse capiresti tutto, specialmente questo mio gesto.
-Io voglio solo stare bene. Voglio vivere pensando ad un domani diverso...non chiedo altro.-
-Ma non farlo mai più Nym.-
-Mh, a chi credi che importerebbe che io mi tagli o no?-
-A me importa Nym. Non immagini neanche quanto.-
Se ti importa davvero, allora perchè è lei che devi sposare?
I battiti del mio cuore si fermano, mentre le labbra di Brian sembrano cercare disperatamente le mie.
Anche io sento il bisogno di baciarlo, ma non posso farlo. Non posso permettere al mio cuore di subìre altro dolore.
-Non deve importarti. Devo essere solo una delle tante per te.-
-Sai che non è così e che non lo sarà mai. So che non servirà a niente dirti di non tagliarti, ma perchè ti ostini a
farti del male piuttosto che liberarti? Io sono qui Nym e voglio ascoltarti ora e per sempre.-
-Non c'è niente da dire. Quello che ci sarebbe da dire, lo hai già visto con i tuoi stessi occhi.-
Quegli occhi color nocciola, che potrebbero mandarmi in tilt il cervello.
Il suono improvviso del suo cellulare, riesce perfettamente a farmi odiare questo momento che avrebbe potuto aiutarmi a
tornare a campare.
Brian sbuffa, ma questa volta, mi tiene ancora tra le sue braccia, senza curarsi del telefono che continua a squillare.
-Brian...devi andare. Non farla aspettare.- Sbotto, sentendomi stranamente frustata.
-Non voglio andare da lei e cominciare una nuova battaglia. Voglio stare con te ed aspettare che sia tu a tenermi ancora in vita.-
No Brian ti prego...stai sbagliando tutto...
La testa del ragazzo, si posiziona sul mio petto mentre tutta la mia frustazione si è appena sgretolata con un pò della sua dolcezza.
Questo ragazzo ha così tanto amore da dare...e probabilmente, lo sta diffondendo alla persona sbagliata.
-Non posso prometterti che non lo rifarò.- Ammetto, accarezzando i capelli dell'uomo mentre questa volta, sono io a prendermi
cura di lui e a tenere la sua testa tra le mie stesse braccia.
-Siamo tutti così bravi ad infrangere le promesse...no, non ne ho bisogno. Vorrei solo che tu pensassi di poter tagliare anche me, facendo
una cosa del genere.-
-Ma che...-
-Ogni volta che prenderai quella lametta e starai per tagliarti i polsi...pensa che potresti tagliare anche una parte di me. So che non servirebbe
a molto...ma cazzo...non immagini neanche quanto io stia soffrendo per questa situazione. Forse non te ne sei resa conto, ma hai ferito
anche me.-
-Brian...noi non siamo la stessa persona.-
-Ma io ho un qualcosa di te in me. Ti prego Nym, non farlo mai più.-
E' come se stesse soffrendo lui per me. Come se quei tagli...lui li abbia sentiti il doppio.
Brian si lascia andare ancora tra le mie braccia, spingendosi poi verso il mio collo e cominciando a baciarlo con dolcezza.
-Brian no...non...-
-Cosa no?-
-Te l'ho già spiegato...non possiamo.-
-Solo per una volta Nym...poi giuro di lasciarti in pace per sempre, a costo di morire dentro.-
-No Brian...come puoi desiderare ancora una ragazza che indossa solo cicatrici?-
-Ti vorrei anche se fossi stata di carta ed avrei potuto romperti.-
Strizzo per un pò gli occhi, sentendo delle nuove lacrime, cominciare a pizzicare.
Dopo un pò, il suo cellulare, smette di squillare ed il ragazzo ricomincia a lasciarmi dei baci a dir poco piacevoli sul collo.
Ma io non posso farlo...non dopo ciò che ho sentito sulla mia stessa pelle.
Mi allontano per un pò dal trent'enne, vedendolo poi cercare di nuovo le mie labbra, ma io non posso far altro che nascondere
tutta la paura che sto provando in questo preciso istante.
-No...Brian, no.- Ribatto ancora una volta, allontanandomi il più possibile dal suo corpo così invitante.
Ed eccolo qui, lo sguardo che non avrei mai voluto conoscere. Quello sguardo così difficile da capire ma che allo stesso tempo,
riesce ad esprimere alla perfezione, ciò che sta provando dentro.
Brian, si è appena sentito rifiutato.
Vedo i suoi occhi, prima terribilmente lucidi, essersi appena rabbuiati, mostrandomi delle pupille quasi dilatate.
Anch'io sento qualcosa dentro, portarmi diritta tra le sue braccia...ma non posso.
Le cicatrici che mi ha curato, sono così profonde ed ancora vive sui miei polsi da farmi ricordare giorno dopo giorno, che sono stata
vittima di una violenza sessuale, purtroppo, devastante. Ma infondo, quale violenza non potrebbe esserlo?
Ricomincio a tremare, osservando poi Brian serrare la mascella e sospirare, come se la mia reazione, lo avesse infastidito.
Egli porta il suo sguardo contro il pavimento, per poi conficcare i suoi occhi nei miei ancora una volta.
Non sono sicura del fatto che sia riuscito ad odiarmi, ma il mio rifiuto, deve averlo ferito nel profondo.
Riporto i miei occhi contro le dita delle sue mani, che continuano ad intrecciarsi tra di loro, mostrando un agitazione che non credevo
potesse colpirlo.
Peccato, che quella fedina, riesca sempre a peggiorare la situazione e farmi ricredere su tutto ciò che davvero provo.
Perchè alla fine, con Brian, non so neanche io cosa riesco a provare.
Le sensazioni che mi regala, non sono di certo quelle sensazioni tipiche che provi ogni giorno.
E' strano che sia proprio lui a farmi sentire così.
Ma io non devo sentirmi così.
Non posso permettere al mio cuore di aprirsi. Il mio cuore deve restare sigillato o probabilmente, chiuso in cassetto come il resto
dei miei sogni già infranti.
Riporto gli occhi contro quelli di Brian, osservando poi l'uomo, sorridere.
E' un sorriso spento...non uno di quei bei sorrisi che caratterizzano il suo volto. E'un sorriso inguaribilmente morto.
-C'è un altro allora, è così?-
Sussulto per colpa della domanda che mi ha appena posto Brian, osservandolo poi strizzare per un pò gli occhi stanchi e cupi.
-E' per colpa sua che ti sei tagliata? E' per colpa sua se non riesci più a farti toccare da me?-
-Brian, ti prego, basta...-
La rabbia che pulsa nei suoi occhi, riesce a farmi spaventare.
Indietreggio il più possibile, ritrovandomi poi con le spalle al muro ed il volto di Brian sempre più vicino al mio.
Il trent'enne mi incastra al muro, togliendomi prima un battito cardiaco e poi il respiro.
-Basta!? Nym, io sto impazzendo, non lo capisci forse? Mi sento fottuto da una ragazzina e come se non bastasse, lei stessa,
pensa anche di rifiutarmi!-
-Brian, basta!- Urlo, cercando di non scoppiare di nuovo a piangere.
-Basta un cazzo! Nym, chi cazzo è lui? Cosa cazzo ti ha fatto?
-Brian...smettila...- Provo a dire di nuovo, ma questa volta, è un pugno a peggiorare la situazione.
Brian sferra un pugno secco contro il muro, proprio accanto al mio volto.
Rabbrividisco, non riuscendo più a scollare i miei occhi da quelli infuriati dell'uomo.
Brian respira con profondità mentre io, sento un bisogno esasperato di scappare via, lontano da tutto e da tutti.
Sbarro gli occhi, vedendo poi Brian spostare la mano dal muro, mostrandomi del sangue che riesce a preoccuparmi.
-Cazzo...- Sbotta l'uomo, continuando ad osservarsi la mano sanguinante.
Approfittandone del fatto che Brian si stia ancora osservando la mano con frustazione, scappo via dalla camera, vedendo però l'uomo restare
impassibile alla mia fuga.
Mi rinchiudo in bagno, l'unico posto che riesce a darmi un pò di tranquillità in più.
Quando mi chiudo la porta alle spalle però, sento il rumore dei passi di Brian, mentre lui stesso deve aver appena raggiunto
il piano inferiore dell'abitazione. Non lascerò più che sia lui ad avvicinarsi a me, per paura di lasciarmi ferire ancora.
Forse questa volta, andrà a farsi curare da colei che sarà la sua futura moglie. Ma a me non m'importa.
E fu così, che altre lacrime ebbero la meglio sulla mia auto convinzione.
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Nymphetamine
FanfictionNymphetamine è una ragazza di sedici anni dalle cicatrici interiori ed una vita bruciata. Sopravvissuta a diverse violenze sia mentali che fisiche, diventa una calamita per ogni essere maschile. Sarà la sua sfacciataggine o semplicemente il suo esse...