IN QUESTO CAPITOLO SARANNO PRESENTI SCENE ESPLICITE. SE SAPETE CHE ALCUNE COSE POTREBBERO FARVI SENTIRE MALE O IMPRESSIONARVI, SIETE PREGATI DI NON LEGGERE.
Mi sono rialzata dall'erba due ore dopo, rimettendomi il leggins e riabbottonandomi
la camicetta.
Ho i capelli ancora appiccicati sul volto ormai asciutto dalle lacrime che ho versato
in continuazione.
Ho gridato aiuto al mondo,ma nessuno mi ha sentita qui.
Tenendomi la pancia tra le mani, provo a barcollare via verso casa, ma le gambe continuano a tremarmi senza darmi
alcuna possibilità di scappare via da questo posto.
Sento un dolore allo stomaco che preme anche nella mia intimità, dove continua a scorrere del sangue che non credevo
potesse più uscire.
Dolorante, sto tornando a casa consapevole di non poter chiedere aiuto a nessuno.
Questo sarà il mio solo ed unico segreto. Nessuno dovrà mai scoprire cosa mi è successo oggi...in quanto al resto, ho sempre
temuto che un giorno sarebbe accaduto.
Avrei voluto ucciderli con le mie stesse mani, ma sono riusciti ad afferrarmi ancor prima che potessi implorarli di lasciarmi
in pace.
Nuove lacrime, ricominciano a viaggiare sul mio volto mentre io continuo a barcollare verso la porta di casa che non mi darà sicuramente
tutto il sollievo in cui spero.
Devo assolutamente camuffare tutto il dolore che sto provando e devo smetterla di barcollare.
Mi asciugo per un pò le lacrime sul volto, rendendomi conto solo ora di esser stata appena divorata. Quel pò che ne restava della mia innocenza,
è sparito chissà dove...lasciandomi con il niente.
Busso alla porta di casa, ma ad aprirmi è ovviamente Brian che ha uno sguardo a dir poco terrificante.
Quello spruzzo di lentiggini sembra esser quasi scomparso dal suo viso totalmente bianco.
Ma adesso, devo esser forte e mentire a tutti coloro che mi sono intorno. Alla fine, lo faccio solo per il mio bene ed anche il loro.
-Perchè cazzo sei tornata a casa a quest'ora? Ti sembra questo il modo di...-
-Lasciami respirare Brian.- Ribatto all'istante, entrando in casa e nascondendo il più possibile ciò che mi è accaduto,
riprendendo a camminare come al solito ma sentendo un dolore assurdo voler quasi farmi crollare.
-Hai pianto.- Borbotta ancora una volta Brian, chiudendosi la porta alle spalle.
-Dove sono gli altri?-
-Stiamo provando per la serata di stasera. Ci hanno invitati a suonare in un locale qui in città.-
-Salutameli tu.-
-Aspetta Nym.-
Brian mi fa voltare verso di sè, prendendomi un polso ed osservando con troppa attenzione il mio volto addolorato.
Al contatto con la pelle del ragazzo, comincio a tremare e a disfarmi della sua mano sul mio polso, con spavento.
Urlo per un pò, mentre Brian sembra esser sorpreso da questa mia reazione.
-Nym, ma cos'ho...-
-Hey, ma chi è che ha urlato?- Domanda poi Matt, venendo verso di noi.
Rivolgo uno sguardo a Matt, prima di riscoppiare in lacrime ma correndo via, verso il bagno.
Mi ci chiudo dentro con velocità, lasciandomi cadere a terra e piangendo a dirotto.
Mi strappo via i vestiti da dosso, sentendo il bruciore che continua a provocarmi il contatto con la schiena contro il pavimento
freddo del bagno.
L'immagine appena vissuta, comincia a perseguitarmi, mentre immagino Mark venirmi incontro per violentarmi ancora una volta.
Come se non bastasse...adesso ho paura di avere un contatto fisico addirittura con Brian.
Non riuscirò mai più a farmi toccare da nessuno. Rivivrò sempre quella scena e mi sentirò morire, pensando di esser stata violentata
da ben otto ragazzi che sono anche riusciti nel loro intento.
Forse però, parlarne con Brian, potrebbe farmi del bene. Mi aiuterebbe a riportare il mio cuore tra le mie stesse mani.
Ma non posso farlo.
Costruirò un ponte di sospiri per poter nascondere ogni singola bugia.
Ma questa volta, sarò io a restarne lacerata.
Con velocità, prendo una di quelle lamette che utilizza Brian per farsi la barba e la rompo, scaraventandola contro il pavimento.
Prendo una delle lame tra le mani, stringendola sempre di più e scaraventandola contro il mio polso.
In questo preciso istante, mi sento una fottutissima cogliona...sto abbassando sempre di più la mia autostima e sto pensando
solo al dolore interno che non sembra volermi dar alcuna pace.
Per rimuovere il dolore interno però...credo sarebbe meglio, farlo uscire fuori dalla mia stessa pelle.
Questi, saranno tagli che seppellirò in me per il resto dei miei giorni.
Diventerò un mostro. Il mostro che ho sempre cercato di diventare. Allontanerò da me le persone, vivrò una vita poco dignitosa
e diventerò padrona del dolore che provo in questo preciso istante.
Controllerò ciò che ho dentro. Darò una svolta al mio cuore ferito, facendolo diventare di ghiaccio.
Con questi pensieri nella testa, faccio si che i miei polsi si lascino frastornare mentre avrei solo una voglia incredibile di urlare.
Stringo i denti il più possibile, per non crollare definitivamente e non far sentire a nessuno, ciò che sto provando.
Un taglio, due tagli, tre tagli, quattro tagli, cinque tagli e così via.
Non riesco più a muovere il polso, vedendo il sangue sgorgare sulla mia pelle e sulle mie gambe inginocchiate.
Le lacrime continuano a scendere mentre dico a me stessa che può bastare.
Provo a fermarmi, ma non ci riesco.
Ciò che sto provando, è solo liberazione. Tutto quello di cui ho sempre avuto bisogno.
Spingo per l'ultima volta la lama nella mia carne, nelle vene, sentendo un dolore atroce che allo stesso tempo mi fa sentire
ugualmente bene.
Prendo delle fasce dal kit medico, avvolgendole attorno al mio polso con del disinfettante.
Le fasce bianche diventano improvvisamente rosse, mentre mi alzo dal pavimento per fare una doccia e ripulirmi di tutti i peccati
che sono stata capace di commettere oggi.
Mentre sento l'acqua calda bagnarmi i capelli ed il corpo...sento qualcos'altro bruciare in me e le fasce prime avvolte attorno al mio
polso, sono letteralmente scivolate nell'acqua, facendola diventare per un pò, rossa.
Alla visione di quel colore, ritorno al passato, ricordandomi della vernice rossa con cui Paul riuscì ad imbrattarmi nella speranza
di avermi sua.
Inarco la testa all'indietro, lavando via tutta la mia vergogna ma sentendo ugualmente il polso bruciare, come se anch'esso avesse un'anima.
Chi mi amerà adesso...?
STAI LEGGENDO
Nymphetamine
FanfictionNymphetamine è una ragazza di sedici anni dalle cicatrici interiori ed una vita bruciata. Sopravvissuta a diverse violenze sia mentali che fisiche, diventa una calamita per ogni essere maschile. Sarà la sua sfacciataggine o semplicemente il suo esse...