28° Empy bottles, broken dreams.

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DUE SETTIMANE DOPO...


Maggio.
Da quando ho annunciato la possibilità di voler ricominciare una nuova vita, la devastazione
ha colpito quella che sto ancora cercando di vivere.
Brian mi sta mandando giornalmente ad alcuni incontri con la dottoressa Philips, che si sta occupando
di me, gestendo una terapia che sembra essere a dir poco stancante.
Odiavo il fatto di dover confidare ciò che ho provato quando hanno abusato di me, ma in qualche modo, giorno dopo
giorno sto imparando a convivere con questa cosa.
La mia mente è un cumulo di macerie che devono solo esser abbandonate.
E' questo ciò che continua a ripetermi la dottoressa, facendomi capire, che mi ci vorranno probabilmente anni
per poter riacquistare maggior sicurezza in me stessa.
Per il resto, i Sevenfold mi sono sempre stati accanto...tranne Brian che è troppo preso dal matrimonio per potermi
supportare ancora.
Ma infondo, non posso far altro che capirlo. Le data delle nozze, prevista per il sei maggio, si sta avvicinando
e la sua mogliettina da strapazzo passa più tempo qui a casa Haner che a casa sua.
Per quanto riguarda quei figli di puttana invece...oggi a scuola, hanno avuto ciò che meritavano.
Ho spiegato la situazione al preside Harris che ha deciso di sospendere i ragazzi ma assecondare la mia richiesta di non
procedere con sedute legali.
Per il resto, il preside Harris, mi ha assicurato che il carcere minorile sarà la loro nuova casa, in seguito ad altre violenze
sessuali che hanno deciso di provocare ad altre studentesse del liceo.
In poche parole...speravo che la ruota girasse sempre per tutti.
Tornando al discorso di Brian invece, mi fa male sapere che presto, non potrò neanche più respirare la sua stessa aria.
Ci sono giorni, in cui lo vedo addormentarsi sul divano, sentendosi stanco pur non avendo fatto niente. Si appisola ovunque,
continuando a bucarsi e a far vibrare il mio cuore.
Altri giorni invece, sento dei rumori provenire dalla sua camera e dei mobili ancora intatti che non fanno altro che volare da
una parte all'altra.
La sera poi, ultimamente, torna spesso ubriaco e viene puntualmente a bussare alla porta della mia cameretta nella speranza
che io possa decidere di dissolvere i suoi dolori.
Ed è proprio ciò che ho fatto in tutto questo tempo.
Pur sapendo di doverlo abbandonare per sempre, gli resterò accanto fino a quando, non decideremo finalmente
di abbandonarci a vicenda.
Ieri notte, ho dormito con lui solo per cercare di non farlo bucare. Era intezionato a distruggersi...aveva le pupille dilatate
e voleva drogarsi fino a rischiare una seconda overdose che gli avrebbe provocato la morte.
Così, mi sono intrufolata nel suo letto come facevo tempo fa e mi sono sentita rinascere anch'io, sentendo il calore del suo corpo,
ricoprire il mio totalmente freddo.
Con la paura di percepire la sua pelle, non ho fatto altro che rabbrividire mentre la nausea stava rompendo ogni equilibrio, ma stranamente,
per una volta, non ho ascoltato la mia mente ma solo il mio cuore.
Mi sono lasciata andare tra le sue braccia, come non credevo più di riuscire a fare e ci siamo curati a vicenda.
Brian ha morso più volte la mia pelle, costringendo se stesso a non far rientrare quella dose nelle sue vene...ed io gliel'ho lasciato fare,
diventando il suo antistaminico.
Ci siamo anistetizzati insieme, durante tutto questo tempo.
Ma la cosa peggiore è che a lui non importa che io sia pronta a lasciarlo...non ha mai toccato quest'argomento con me, mentre si è limitato
a firmare tutti i documenti possibili per lasciarmi andare.
Avevo ragione...lui ama Michelle, non una miserabile come me.
Ma dopotutto, io non posso far altro che esser felice per lui ed augurargli il meglio.
Adesso siamo entrambi seduti sul mio letto.
Lasciamo che le nostre spalle si scontrino, non riuscendo più neanche a guardarci negli occhi.
Io gli sto leggendo un libro, rubato dalla biblioteca della scuola,e lui mi sta ascoltando in silenzio fumando
la sua sigaretta.
E' così che stiamo passando i pomeriggi insieme, quando lui non è impegnato con la band ed io non devo partecipare alle sedute con la psicologa.
Ci mettiamo spalla contro spalla, seduti sullo stesso letto, senza lasciare che i nostri sguardi si incrocino.
Io gli leggo i racconti più belli e lui riesce a capire sempre di più cosa c'è dentro di me.
-E' bellissima...- Mi sussurra Brian, riferendosi alla storia che ho appena finito di leggere.
-Si...lo è.- Ribatto io, chiudendo il libro mentre sento Brian cominciare a canticchiare qualcosa.
E' una canzone che ho già sentito prima.

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