•capitolo 9•

10 4 0
                                    

Chris's pov
Cazzo. Non ci posso credere l'ha baciata due volte. Due, cazzo, di  volte. Due.
Io gli l'avevo detto di andarci piano, l'avevo avvisato,ma pensava che scherzassi. Io lo ammazzo nessuno può baciarla. No,cazzo.
Non dovrei guidare in queste condizioni però devo andare da quel coglione, lo ammazzo di botte. Accendo il motore e guido verso casa sua.
Non riesco a crederci. Ho sempre pensato che nessuno si sarebbe fatto avanti con lei, non per il suo aspetto, ma per il suo carattere. Respinge tutti, e io sono la prova vivente. Non posso negare che alla festa mi sono spaventato, e non poco, per averla lasciata da sola,lei non lo sa ma la gente che gira da queste parti é poco affidabile. Ero arrabbiatissimo e quando ho chiesto il suo numero a quel frocio del suo amico e ha rifiutato ho perso la pazienza. Gli ho tirato un pugno dritto in faccia e... e poi uno tira l'altro, e ci siamo ritrovati per terra ad azzuffarci. Alla fine il numero l'ho chiesto a.. Tania, Tatiana,Tina o come cazzo si chiama, e dopo un pó di negazioni ha ceduto.
Dire che ci sono rimasto male quando mi ha allontanato mentre la stavo per baciare, é un eufemismo.
"Senti é tardi, vado a prendere il kit cosi ti curo le ferite" questo ha detto prima di entrare in casa. Me ne sono andato perche non volevo sembrare un idiota. Pensavo che non mi avrebbe respinto, come tutte le altre. Ma é questo il problema: le non é come tutte le altre. Lei ha carattere, mi tiene testa, e non si fa abbindolare,da me, come tutte le puttane che frequento sempre. Si, sono puttane, non sono ragazze. Una ragazza vera é colei che non va a letto con il primo che passa, non infila la lingua nella gola a chiunque. La ragazza vera é colei che alla sua prima volta ci tiene, quella che preferisce provare farfalle nello stomaco invece di fare pompini a perdere. Abby é una ragazza vera.
si ma lei ha scelto Tristan, non te!
Stupida coscienza.
Un liquido acido mi percorre la gola. Accosto,apro velocemente la portiera della mia nuova macchina e riverso tutto il liquore sull'asfalto.
Dopo aver vomitato anche l'anima, decido di prendermi due minuti per riprendermi. Appena mi sentirò meglio andrò a casa, l'idea di spaccare il cranio di Tristan a forza di pugni mi piacerbbe, però non posso farlo.
Cosa gli direi?
Entro in macchina e vado nell'ultimo posto che,pochi mesi fa, non mi sarei mai sognato di andare. A casa di Abby

* * *

Abigail's pov

Mi ha chiuso in faccia. Mi ha chiuso in faccia. Ma perche gliel'ho detto?
Perche non avresti dovuto? Non siete mica fidanzati!
Appunto! Non lo so. Non so perche non avrei dovuto dirglielo. Non so dove sia. Non so se sia vivo. Non so se sta bene. Non so con chi é. Non so niente,io.
Chissà se sta bene. Spero di si,se gli succedesse qualcosa...non me lo perdonerei mai, a prescindere se sia lui o qualcun'altro. Lo chiamo di nuovo, per la trentesima volta. E non é un modo di dire. L'ho chiamato veramente trentasei volte.Trentasei volte. Trentasei. Sapete quante sono? Molte. Non ho smesso da quando mi ha chiuso. Entra la segreteria. Odio quella voce robotica che dice :" segreteria telefonica. Il cliente da lei chiamato non é al momento raggiungibile. Riprovi più tardi. Grazie e arrivederci" 
Mi viene da lanciare il cellulare contro il muro. E se sta facendo a botte con qualcuno? E se avesse fatto un'incidente stradale? E se l'avesse fermato la polizia? Lo chiamo di nuovo.
Un squillo. Due squilli. Tre squilli e... risponde. O santo cielo é un miracolo!.
"Chris. Stai bene? Dove sei? Mi hai fatto prendere uno spavento e..." dico appena mi é possibile. Non finisco la frase non sapendo cosa dire. Perche mi sono preoccupata tanto? É ovvio che ha risposto solo perche gli ho rotto con le mie chiamate.
"Si sto bene. Sono sotto casa tua" dice tranquillo, mentre io sto andando in iperventilazione.
"Perché sei sotto casa mia?"
"É vietato? Ce scritto il tuo nome?" Sbotta. Ma quanto può essere stupido?
"Chris,stupido e ignorante Chris." Dico dolcemente." É casa mia idiota" aggiungo poi alzando leggermente la voce
"Ora scendi " dice.
"Chi ti dice che scenderò?"
"Io" dice sicuro." E nessuno mi rifiuta.Mai" dice sicuro. Mi avvicino alla finestra e vedo che é seduto proprio sotto essa, per terra circondato dall'erba. Lo vedo li, con tutta la sua bellezza, una maglietta nera attillata che risalta i suo muscoli, le braccia, terribilmente muscolose ricoperte di inchiostro nero, indossa dei pantaloni neri e le converse bianche. I capelli tirati indietro, anche se un pó spettinati sta benissimo.
Appena mi vede mi sorride e io arrossisco. Sicuramente si sentiva osservato.
"Ce sempre una prima volta" dico di rimando. Vorrei aggiungere 'o una seconda'- perche l'avevo rifiutato quando mi stava per baciare- però dubito che sia una buona idea. Conoscendolo si arrabbierebbe, se ne andrebbe, e io non posso permetterglielo. Non in queste condizioni.
"Scendi" e continua a guardarmi.
Gli chiudo la chiamata in faccia. Sicuramente sta pensando che scenderò, ma lui non lo sa che odio le persone vanitose, e troppo sicure di se stessi. Non dico che tutti devono essere come me-che la mia sicurezza é andata a farsi benedire- ma se si é troppo sicuri prima o poi arriverà qualcuno che ti dirà come stanno le cose veramente- e quella persona sono io,in questo caso-
Perche ad un certo punto capisci che non é  più essere sicuri di se stessi, ma é essere vanitosi e modesti.
Continuo a guardarlo e pure lui a me , poi chiudo le tende e mi metto di lato e apro un pó la tenda, quel che basta per vedere la sua faccia da pesce lesso. Non riesco a trattenere una rista di fronte a quest'immagine esilarante. Vedo che prende il cellulare.

Messaggio da: Chris
Ti conviene aprirmi.
Vuoi giocare? Giochiamo.
Messaggio a: Chris.
Sennò?
Vedo che sta ghignando e scrive velocemente.
Messaggio da:Chris.
Ora vedi.
Cosa? Lo vedo che posa il cellulare in tasca e prende una rincorsa. Non mi dire che sta per farlo. Si arrampica sull'albero che é vicino alla finestra. Si arrampica sull ramo che finisce proprio nel mio balcone. Ma chi gli ha detto che aprirò la porta?
Bussa alla porta finestra con un sorriso soddisfatto come per dire 'te l'avevo detto che non ti conviene'. Ora lo faccio sparire io quel sorriso.
Ma é ubriaco! Devi farlo entrare!.
E perche?
Perche é ubriaco!
Oh! Ma non gli succederà niente.

'Non ti apro' mimo con le labbra. "Si invece" grida. So dove vuole arrivare. Vuole svegliare i miei genitori.
"Stai zitto! Vuoi per caso svegliare i miei genitori?" Bisbiglio.
"Se non mi apri mi metterò a gridare come una ragazzina in preda agli ormoni. A te la scelta" dice e mi guarda in modo tranquillo. Uffa. Apro la porta borbottando qualcosa di incomprensibile.
"Stupido stupidissimo albero. Devo farlo tagliare. Fosse l'ultima cosa che faccio!" Bisbiglio tra me e me.
"Bel pigiama" e indica i miei pantaloncini corti larghi rosa e una maglietta a bratelline larga  dello stesso colore dei pantaloncini. Il mio viso si dipinge dello stesso colore dei miei vestiti, solo un pó più scuro. Vado verso l'armadio e prendo una coperta gigante verde e mi copro con essa.
"Ma non c'era bisogno. A me non davi fastidio" dice sarcastico e con un pizzico di malizia.
"Ma tu dai fastidio a me. Come facciamo?" Dico di rimando.
"Be... non lo so." Dice grattandosi il mento.
"Comunque che ci fai qua? Ti piace proprio casa mia,eh?"scherzo. Ogni volta sotto casa mia me lo ritrovo.
"Di chi é quella macchina?" Chiedo quando la vedo parcheggiata fuori dal cancello.
"Mia. Ed é la mia bambina" dice con un sorriso orgoglioso mentre mette la mano nel cuore.
"Wow. Bella. Quando l'hai presa?" Sto davvero avviando una conversazione con lui?
"Già é bella. Oggi,veramente" continua a sorridere.
"Veramente? E come mai hai deciso di comprare una macchina?" Chiedo curiosa.
"Si,veramente. Be.. era di mio zio che é morto poco tempo fa. Era ricco quindi i suoi figli hanno deciso di regalarmela in anticipo per il mio compleanno" mi spiega. É davvero bella. É interamente nera,non so dire altro.
"Oh" dico semplicemente. Aspetta...ma quindi non si prenderà l'autobus con me.
"Quindi niente autobus la mattina,eh?" Chiedo conferma.
"Niente autobus" non so se esserne felice oppure no. Mi ero abituata alla sua presenza.
"Oh" non so dire altro. Non capisco perche ci sia rimasta male.
"Vabbe ma se vuoi qualche volta ti posso accompagnare io" dice e io sorrido. Che dolce.
"Tranquillo.  Torniamo a noi... che ci fai qua?" Chiedo ritornando acida.

Love YourselfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora