•capitolo 34•

2 0 0
                                    

"Cazzo" sbotta Luke quando mi vede.
"Ma che cazzo hai in testa? Perche hai bevuto?" Prende una pausa.
"Mi fai ammattire,cazzo!" Si passa una mano sul viso.

"Ma quante parolacce dici?" Lo rimprovero.
"Stai...stai zitta" mi prende per un braccio.

"No!" Urlo e mi allontano. Chi è lui per dirmi di stare zitta?
Io parlo quanto e quando voglio.

"Coglione del cazzo..." borbotto mentre decido di bere un bicchiere d'acqua dato che ho sentito un leggero gusto amaro in bocca.

Per fortuna Luke si è rassegnato, non lo sopporto quando fa così. Sono abbastanza grande da saper badare a me stessa.
Ho parlato troppo presto: vedo Luke avvicinarsi assieme a Chris.

Sbuffo.

"Ab" afferma Chris appena mi vede.
"Ti servivano i rinforzi? Guasta feste." biascico rivolta verso Luke.

"Avevi paura di venire da solo? Hai paura? Fifone. F-i-f-o-n-e è la parola che ti descrive. Fifone. Puoi pure cambiare nome, fifone  ti si addice proprio, sai."

"Lo faccio per il tuo bene" sorride.
"Lo faccio per il tuo bene" lo scimmiotto e lui mi mostra il dito medio.
"Vaffanculo" sbotto.
"Ti ricordo che è ubriaca, coglione" lo riprende Chris mentre io sorriso vittoriosa.
"Andiamo, ti porto a casa" mi prende per il braccio con una presa salda.
"No, voglio stare questo e divertimi"

"Sei una rompi palle" urla Chris.
"Certo che ne hai di pazienza. E poi io dovrei ricordarmi che è ubriaca" scuote la testa Luke.

"Ehi! Come osi  dire che sono ubriaca? Sono perfettamente sobria" mi scrollo di dosso Chris e cerco di camminare dritta per provarglielo.

"Andiamo, porca puttana"

"Stai calmo"

Sento un qualcosa salirmi in gola.

"Sto...sto per..." rimetto in mezzo alla sala tutto l'alcol ingerito.

Vominto anche l'anima mentre Chris mi tiene i capelli e alcuni ragazzi urlano disgustati.

"Cazzo" brorbotto prima di bere il bicchiere d'acqua che mi passa qualcuno, Luke suppongo.

"Sai, tesoro, di solito si vomita in bagno non in mezzo ad una stanza" dice un ragazza.

"Forse i tuoi genitori non ti hanno insegnato l'educazione"  a sentir nominare mio padre e mia madre mi irrigidisco.

Chi è questa puttana per giudicarmi?

Alzo lo sguardo verso di lei. La guardo dalla testa ai piedi con aria disgustata. Indossa una gonna striminzita viola brillantinata abbinata ad un top argentato, il tutto contornato da dei tacchi troppo alti e un trucco pesante.

"Sai..." inizio avvicinandomi a lei.
"Forse dovresti imparare a fatti i cazzi tuoi" continuo ad avvicinarmi fino a quando siamo faccia a faccia.

"Non ho il vomito a comando. Ma tu hai qualcos'altro a comando..." indico il suo vestiario.

"...le gambe" le indico le gambe snelle.
"Guardati prima di giudicare, perche preferisco vomitare in mezzo ad una stanza che uscire conciata cosi." Freme dalla rabbia.
La liquido con un cenno della mano andandomene e oltrepassando il cerchio di gente che si era creata intorno a noi.

"Piccola" mi ferma Chris.
"Andiamo a casa" mi contorna i fianchi con le mani.

"Non mi sento molto bene" ammetto portandomi la mano alla fronte.
La testa pulsa.

In tutta risposta mi prende in braccio e mi porta in macchina

Forse ho esagerato con quella ragazza, alla fine ha ragione. Ho vomitato in mezzo alla pista da ballo, non doveva essere uno bello spettacolo. Che figuraccia, accidenti.

"A cosa pensi?" Mi lancia un occhiata di sbieco.

"A come ho trattato quella ragazza" mi massaggio le tempie cercando di alleviare il mal di testa.

"Se l'è meritato" alza le spalle.
"No invece che non se l'è meritato...ho vomitato d'avanti a tutti" sbuffo.

"Non è niente" mi strizza la coscia.
Questo gesto mi scalda il cuore.

Appoggio la testa sul finestrino e dopo pochi minuti mi addormento senza rendermene conto.

Chris's pov

"Ho avvistato i ragazzi che ce ne siamo andati" affermo ma non ricevendo nessun tipo di risposta mi giro per vedere la situazione.
E, be sta dormendo. Sembra un angelo, cosi bella, innocente.
Per poco non faccio un incidente per colpa sua e quindi cerco di concentrarmi.

Una volta arrivati a casa mia la prendo in braccio e la porto in camera mia, dove la faccio distendere sul mio letto.
Ora dovrei spogliarla, non può dormire con i tacchi e dei pantaloni scomodi.

Inizio togliendole le scarpe facendo attenzione a non muoverla e poi tolgo i pantaloni passando alla maglietta.
Cazzo, che fisico.
La guardo, nel mio letto mezza nuda, e mi è impossibile non fare pensieri poco casti.

La guardo per un tempo indefinito e alla fine decido che è meglio se le faccio indossare la mia maglietta.
Dopo essere riuscito nella mia impresa vado a farli una doccia fredda per sbollire gli animi.
Cazzo.

Love YourselfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora