•capitolo 27•

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Chris's pov

"Chris, fai fare una passeggiata al cane" grida dalla cucina mia madre.

"Ehi, il cane ha un nome!" Grida Nicole.

"Ma perché io?" Grido.

"Vuoi far uscire tua sorella di otto anni da sola con il cane?" Sottolinea l'età di Nicole.

"E perché no?" Borbotto.

"Mamma, ti ho detto che ha un nome!" Grida la piccola peste.

"Ma sei impazzito?"

"Ora vado" sbuffo.

"Mamma, non mi hai risposto!" Grida infuriata Nicole.

"Si, tesoro, scusa" sento dire mia madre prima di uscire.

Vado in giardino a prendere Bobby.

"Ehi, Bob" mi salta addosso. Sapete cosa significa avere addosso il peso di un pastore tedesco adulto?

Gli metto il guinzaglio e iniziamo la nostra passeggiata.

Prendo il cellulare e inizio a giocare. Si, giocare. L'altro giorno ho scaricato un gioco, ed è troppo bello.

Inizio a giocarci senza far caso a dove vado. Tanto non mi posso perdere. Ogni tanto Bobby tira il guinzaglio e mi fa sbagliare facendomi imprecare.

Ad un certo punto sento qualcuno venirmi in contro, facendomi cadere dalle mai il telefono.
Ma porca miseria. Mi abbasso per recuperarlo, senza far caso alla persona precipitata a terra.

Il cellulare è salvo.

"Ehm...scusa...io non ti ho visto, ma poi guardi quando cammini?"

Quella voce...la riconoscerei ovunque.

Abigail.

Appena incontra il mio sguardo rimane scioccata. Non dirlo a me.

"Non ti ho vista" dico indifferente.

Lo ammetto, sono ancora arrabbiato con lei, ma non perche non mi ha detto che problema ha, ma perché mi urta il fatto che mi rinfacci il passato. Ho sbagliato, lo so. E mi sento un mostro.
Sinceramente non mi sono pentito delle mie parole. Solo di alcune. L'hanno ferita, lo so. Ho visto i suoi occhi svuotarsi, il suo viso impallidire mentre cercava di trattenere le lacrime.

"Ho notato" dice ovvia.

"Ehm...bel cane" aggiunge indicando Bob.

"Si." Rispondo secco. Non dico che la colpa sia sua, anzi.

"Già" si dondola sui talloni.

Mi supera e la lascio andare.
Mi passo una mano tra i capelli.

Sono fottuto.

Abigail's pov

Freddo. Cosi posso identificare il suo comportamento di poco fa: freddo, distaccato.
Che poi, diciamocelo, la discussione è nata per colpa mia perché gli ho rinfacciato il passato. Ma io non mi sono pentita, cioè si ma penso ancora quello che ho detto.
Non ho bisogno di uno psicologo senza laurea, so affrontare i problemi della vita. Non mi serve la sua compassione, riesco a cavarmela anche da sola, come ho fatto fino a ieri, quando lui e tutti gli altri che credono di potermi 'aiutare' non c'erano. Che poi aiutare per cosa? Non sono mica una depressa o in fin di vita.

Mi fermo. Basta non ho più voglia di correre. Stupido Chris che rovina i miei rari allenamenti.
Inizio a camminare verso casa e appena arrivo vado dritta in bagno. Ho bisogno urgente di una doccia.
Mi spoglio, butto i vestiti nella cesta dei panni sporchi ed entro nel box doccia. Aspetto che l'acqua si scaldi prima di mettermi sotto il suo getto.

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