•capitolo 33•

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Vengo trascinata dentro...un bagno. Mi giro per vedere chi possa essere la persona che mi ha allontanato.
Il cuore riprende a battere normalmente, e il respiro si fa regolare quando vedo chi ho di fronte a me. Mi sono presa un colpo.
Mi porto una mano nel petto. Santo Cielo che spavento.
"Stavo per morirei d'infarto" dico con una finta calma.
Ma ha idea di quanto io mi possa spaventare sentendomi trascinare da uno sconosciuto?
"Ma sei viva"
Posso controllarmi, riesco a non spaccargli il cranio sul rubinetto del lavandino.
"Ma stai scherzando? Che cosa vuoi?"
In due secondi mi ritrovo le labbra di Chris sulle mie. Cavolo, doppio infarto. Ma tu vuoi proprio madarmi all'ospedale, eh?
"Questo" risponde sulle mie labbra.
Le farfalle iniziano a ballare la salsa nella mia pancia.
Stupide farfalle.
La sua lingua chiede l'accesso alla mia bocca.
Il cuore martella nel petto.
Lo tengo un pó sulle spine ma poi ci rinuncio. Inizia a baciarmi con più foga e mi stringe i fianchi.
Brividi per tutto il corpo.
Gli allaccio le braccia al collo.
Cavolo, non potere capire cosa provo nel baciare questo ragazzo. È difficile da spiegare,è inspiegabile, inparagonabile.
Mi morde il labbro inferiore e io gemo vergognosamente.
Fa scendere le sue mani fino a raggiungere le mi cosce, per poi prendermi in braccio. Gli contorno i fianchi con le gambe senza mai smettere di baciarci.
Mi appoggia al lavandino e si fa spazio tra le mie gambe. Si stacca dalle mie labbra, ma solo per possedere il mio collo. Inizia a lasciarci dei baci umidi che partono dalla mascella fino ad arrivare all'inizio del seno sinistro.
"Quel tipo ti stava scopando con gli occhi" mormora sulle mie labbra, riferendosi al ragazzo che mi sorrideva. Rimango un pó sconvolta dalle sue parole, ma cerco di riprendermi facendo finta di niente.
"Non è vero" riesco a dire tra un bacio e l'altro.
"Non mentire" dice duramene e mi mordicchia la spalla come per punirmi.
Non rispondo, incapace di parlare.
Prende d'assalto, di nuovo, il mio collo e io butto la testa all'indietro per rendergli le cose più facili. Accarezza le mie gambe e poi si concentra di nuovo sulle mie labbra.
Ci stacchiamo senza fiato.
Appoggia la sua fronte sulla mia guardandomi negli occhi intensamente.
"Tu sei pazzo" mormoro.
"La prossima volta puoi dire semplicemente 'aspetta un attimo' o cose del genere. Mi ero già immaginata il titolo sul giornale: 16enne violentata in un bagno. I genitori denunciano l'accaduto." Assottiglio gli occhi immagginando realmente la pagina sul giornale mentre lui ridacchia.
"Devi sempre rovinare i momenti belli?" Borbotta.
Abbasso lo sguardo imbarazzata.
Prende il mio viso tra le sue mani allontanandosi di poco per guardarmi in faccia.
"Scherzavo" mi sorride.
"O-okay..." rispondo solo.
Lo allontano da me per uscire da questo abitacolo.
Fa troppo caldo e il bagno non è grandissimo.
"Esco prima io, non voglio che pensano che sia una da una botta e via" mormoro aggiustando il trucco ormai colato. Le labbra sono gonfie e rosse, i capelli disordinati, e le guance rosse. Chi non penserebbe a male?
"No, esco prima io." Si ravviva i capelli con le mani.

"Come vuoi"

"Cosa c'è ora?"

"Cosa c'è?" Chiedo.

"Tu devi dirmelo" mi indica.
Non sto capendo.
"Mi sono persa un passaggio"
Ridacchio e lui sbuffa.
"Niente, lascia stare"
Questo ragazzo cambia umore come cambia le mutande.
"Va bene" dico indifferente.
Cosa dovrei rispondere?

Si dirige alla porta e la apre, ma prima di andarsene si gira verso di me.
"In effetti sembra proprio che
qualcuno ti abbia scopata." Rimango scioccata dalla facilità con cui lo dice.
"Peccato che le cose non siano andate cosi" sorride malizioso guardandomi dalla testa ai piedi prima di abbandonare definitivamente la stanza.
È inutile dire che sono arrossita di fronte alle sue parole.

Dopo essermi sistemata i capelli esco dal bagno.
Mi dirigo verso il tavolo degli alcolici e prendo una birra. Ne bevo un lungo sorso e mi appoggio al tavolo. Vedo tantissimi ragazzi scatenarsi, limonare e mi chiedo cosa si prova ad ubriacarsi. In molti libri dicono che ti senti leggero, spensierato. Ma io non l'ho mai vissuto su pelle, anzi oggi è la priva volta che bevo.
Cerco Tina con lo sguardo, e la trovo. Balla con Alex, ride e si sbraccia spensierata. Cosi spontanea, che quasi mi viene voglia di raggiungerli e mettermi a ballare con loro. Ma meglio di no, non vorrei essere d'intralcio.

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