•capitolo 20•

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La sveglia non smette di emettere quel suono straziante. Proprio quando ho trovato una posizione comoda. Per posizione comoda intendo il cuscino tra i polpacci un braccio sotto la testa l'altro sotto la gamba la faccia contro il materasso e il tutto contornato dalle coperte che coprono il pavimento. Mi alzo dal letto e quando guardo l'ora per poco non mi rompo la caviglia mentre corro. Corro in bagno e mi lavo. Devo per forza, non credo che in mezzo alla foresta ci sia una doccia o,comunque, un bagno. Aspetta... ma quindi...dove faremo pipi? Solo ora ci ho pesato. Oddio,che schifo. Mi vesto velocemente e prendo il borsone. Vado alla fermata e vedo l'autobus arrivare. Corro  più velocemente possibile e per fortuna riesco ad arrivare in tempo.
"Buongiorno" dico a Tina quando la raggiungo.
"Bondi" sorride lei. Sull'autobus non ce nessuno perche abbiamo  dovuto prendere quello che passa un pó prima. Arriviamo a destinazione e vedo il prof che ci aspetta.
"Finalmente, mancavate solo voi. Le autorizzazioni prego" dice. L'autorizzazione. Cavolo.
"Ehm..io...si...ecco..." balbetto e Tina mi lancia un occhiata di fuoco.
"Ti sei dimenticata l'autorizzazione? Di nuovo?" Grida arrabbiata.
"Non é colpa mia se la sveglia é suonata tardi" mento. Una bugia a fin di bene non fa male a nessuno sennò questa mi uccide. A parte che mi uccide a prescindere se la colpa é mia o della sveglia.
"La sveglia é suonata tardi? Veramente? Se devi mentire almeno fallo per bene" dice e io sbuffo.
"E non provare a sbuffare, perché quella che lo deve fare qua sono io" dice. In questo momento tutti ci stanno guardando.
"Monroe mi dispiace ma deve stare a casa oggi" dice il prof.
"Perché non la rimproverate?" Chiede  Tina.
"Oh grazie, ti voglio bene anche io Tina" dico ironica e lei mi guarda male.
"Ci ha già pensato lei, Emilton" risponde    ridacchiando.   

"Datemi le giustificazioni" dice e  tutti gliele consegnano.
"Sei idiota, ma ti voglio bene. Ci vediamo quando torno" mi sorride e mi abbraccia.
"Anche io. E niente scappatelle notturne. Non fare cose stupide come farlo con Alex" sussurro facendola ridere.
"Ehm.. ho perso l'autorizzazione" balbetta Chris e il prof sbuffa.
"Monroe,Black potete tornare a casa" dice il prof.
Saluto Tina e li vediamo salire sul pullman tutti felici.
"Uffa" mi lamento con Chris che sembra indifferente.
"Non ci credo! Ma come ho fatto?" Dico tra me e me.
"Cioè ho ricontrollato la borsa almeno dieci volte, e cosa mi dimentico? L'autorizzazione" dico esasperata.
"Vieni" dice e mi porge la mano.
"Dove?" Gli domando confusa.
"Vuoi venire si o no?"
"Se mi dici dove forse...lo sai che non si accetta di salire in macchina con uno sconosciuto" rido per la mia battuta.
"Ma tu mi conosci,idiota!"
"Cosa? Da quando sapere il nome e cognome di una persona significa conoscerla,mh?"
"Ma muoviti! Mi conosci dalle medie" sorride.
"Già, le medie" mi vengono in mente quei tempi. Quando mi prendeva in giro,fa quasi ridere vederci ora,dopo qualche anno, amici quasi. Spiritoso il destino, vero?
"Oh, basta" dice e mi prende in braccio.
"Lasciami, maniaco! Aiuto mi vuole violentare!" Scoppio a ridere.
Andiamo verso la sua macchina e lui apre la portiera e mi fa battere la testa di proposito.
"Ahia! L'hai fatto apposta" fingo un  broncio.
"Cosa? Io? Ma no" si indica.
Gli faccio la linguaccia e accende il motore.

"Mi dici dove andiamo?" Gli chiedo
"No, e con questa sono più di cento volte che me lo chiedi" dice guardando la strada.
"Quanto manca?" Domando.
"Poco" risponde vago.
"Quanto poco esattamente?" Gli chiedo solo per farlo innervosire.
"Poco e basta" alza la voce.
"Eh mamma mia, stai calmo. Non ti ho detto niente" scherzo ridendo.
"Non mi hai detto niente? Non mi hai... oh lasciamo stare che é meglio" mi liquida con un cenno della mano.
"Eh che siamo nervosetti oggi" adoro farlo arrabbiare.
"No, io mi sono svegliato tranquillo ma poi sei arrivata tu e mi hai fatto innervosire" cerca di nascondere un sorriso.
"Va bene ma ora...dove stiamo andando?" Sbuffa e non mi risponde. Lasciamo perdere che é meglio.
Accendo la radio e lui sbuffa.
"Ora cosa ho fatto?" Gli domando
"Non toccare la mia radio. Mai"
"Cos'é una minaccia?" Innarco un sopracciglio.
"No, é un avvertimento, un avviso o una promessa...chiamala come vuoi" mi lancia un occhiata di sbieco.
"Non toccare la mia radio. Mai" lo scimmiotto.
"Ma é un tic il tuo?"
"Cosa? Quale tic?" Ma che va blaterando? io non ho tic.
"Scimmiottare la voce della gente" ride.
"No, scimmiotto solo la voce delle persone che mi danno sui neri. Come te"
"Ah però,grazie." Sorride.
Faccio per scimmiottare la sua voce ma mi fermo.
"Lo stavi per fare di nuovo" scoppia a ridere.
"Che cosa dici?" Io non ho capito.
"Stavi per scimmiottarmi di nuovo" dice tra una risata e l'altra.
"No,non é vero"
"Invece si" ribatte.
"Invece no"
"Si"
"No"
"Si"
"Ti dico di no" sbuffo.
"Ti dico di si"
"No"
"Si"
"Ahhh lascia perdere" lo liquido con un cenno della mano e lui ride.
"Ho vinto" si sbraccia. E questo me lo chiami ballare?

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