•capitolo 24•

12 1 0
                                    

Mi alzo la mattina con un mal di testa. Apro gli occhi ma la potente luce che filtra dalle finestre mi porta a richiuderli.
Con un pó di fatica mi convinco ad aprirli. Ma dove sono? Mi alzo e mi copro con le lenzuola. La stanza in cui mi trovo ha le pareti bianche (che fantasia!), un armadio nero lucido  gigante che si trova difronte al, altrettanto, grande letto. Mi guardo attorno e noto dei comodini bianchi posti  ai lati  del letto, e una porta-finestra con la tenda divisa in due parti,che  probabilmente porta ad un balcone. Ma dove sono...e, comunque, di chiunque sia questa stanza ha molta fantasia. Mi sembra  di stare in un ospedale, tutto di bianco.
Mi alzo dal letto e un brivido mi attraversa per tutto il corpo. Addosso ho solo una maglietta...maschile e, sicuramente, non è mia. Menomale che, almeno, questa non è bianca ma nera e mi arriva a metà coscia e le maniche a quasi metà braccio. Una chiave che smanetta nella serratura della porta mi distrae dai miei pensieri. Oddio qualcuno sta per entrare.

Cerco di correre verso il letto cosicché,  colui/colei che entrerà, non possa vedere la mia nudità.
Ma nemmeno a metà strada la porta si spalanca. Rimango di spalle non avendo il coraggio di girarmi.

"Buongiorno" lui, è lui.
Mi ha rapita, io lo denuncio a questo bastardo.

"Giorno, ma...ma dove mi trovo?" Mi giro. La mia voce fa proprio schifo di mattina.

"A casa mia"

"Oh" riesco a dire. Ma come è possibile che pure di mattina sia sempre perfetto? Ha dei pantaloni della tuta grigi con una maglietta nera, i capelli disordinati ma stanno bene.
Se, invece, mi vedessi io allo specchio mi rispecchierei in un personaggio dei Simpson, avete presente la vecchia pazza con i gatti, i capelli disordinati, vestita come un barbone (sia chiaro, non ho nulla contro di loro)? Be, sono io.

Mi guarda dalla testa ai piedi e io mi rendo conto di essere mezza nuda.

"Ehm...ma non mi dovevi portare a casa mia?" Gli chiedo confusa. Prima di addormentarmi mi aveva detto questo, ma aspetta...se io dormivo chi mi ha messo questa maglietta addosso?

"Si, ma cosa avrei detto ai tuoi?" Oh già, ha ragione.

"Ah" mi siedo nel letto cercando di coprirmi il più possibile tirando maglietta per coprirmi le gambe.

"Di chi è questa maglietta?" La indico.

"Mia, come non riconsoci i miei indumenti?" Sorride.

"No, ma la tua scemenza si" ricambio il sorriso.

"Come se non ce?"

"Invece ce, stai tranquillo."

"Hai fame?" Si siede accanto a me.

"No, no grazie" sorrido sincera.

"Non mangi la mattina? Ecco perché sei cosi magra" mi indica. Questo è come un complimento per me, e mi migliora la giornata.

"No, di solito non faccio colazione. E no, non sono tanto magra, anzi"

"Ah, mi fai compagnia?" Si alza e io lo seguo a ruota. Solo quando sono in piedi mi ricordo della mia situazione.

"Ehm...ecco, i miei vestiti?" Si ferma.
"Li ho messi a lavare, sono sporchi" sorride.

"E quindi che mi metto?"

"Stai cosi"

"No, io non sto cosi, tu sei pazzo"

"Sto morendo di fame e se tu non muovi il culo e venire in cucina ti trascino io"

"Uhh che paura" dico tranquilla  e lui si avvicina.

"Uffa...va bene"sbuffo e inizio a camminare. Usciamo dalla stanza e percorriamo un corridoio. A metà tragitto mi fermo. Non posso farmi vedere cosi dai suoi genitori. E se mi prendessero per una poco di buono? No, non voglio pensarci.
"Tutto bene?" Si avvicina e io annuisco.

Love YourselfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora