•capitolo 21•

9 1 0
                                    

"Ho fame" si lamenta.

"Si, anche io"
"Prepara da mangiare, donna"
"No, uomo"ridacchio.
"E poi cosa ci dovremmo preparare da mangiare? Formiche? Non abbiamo portato niente" gli ricordo e lui sbuffa.

"Dai, andiamo" si alza in piedi e mi porge la mano.
"Dove?" Lo guardo confusa.

"Vieni o no?" Sbuffa e io gli afferro  la mano.

"E le nostre cose?" Gli indico la tenda e la nostra roba.

"Poi torniamo" dove mi vorrà portare?

Ci incamminiamo nel bosco illuminato solo dalla flebile luce che emana la luna. É davvero inquietante. Mi guardo attorno e mi sembra di trovarmi in un film horror. No Abby calmati, non ti trovi in un film horror.
Okay...credo che ora vada meglio...sento un ululato e mi metto a urlare e d'istinto mi butto tra le braccia di Chris. Li per li non ricambia ma poi mi stringe forte e ridacchia. Appena mi rendo conto della mia azione mi separo e il mio viso si dipinge di rosso.
"Ehm...scusami" borbotto. Mi tira   verso di lui e, con un braccio, mi stringe a se. Arrossico di più e sento il cuore battere velocissimo.
"Tranquilla" sorride.
Attraversiamo il bosco in silenzio. Un silenzio straziante e terribilmente imbarazzante visto la posizione in cui ci troviamo. Finalmente vedo la sua macchina e un sospiro esce dalla mie labbra senza il mio permesso facendolo ridere.

"Ehi! Non ridere di me" fingo un broncio.

"Non potrei mai, piccola" si mette davanti a me. Il cuore inizia a battere.

"M-mi fa piacere" dico mentre lui si lecca le labbra. Oh, questo è il colpo di grazia, per quanto lo possa odiare, devo ammettere che è davvero bello. Devo allontanarmi, devo.
Sentiamo lo squillo di un cellulare, il suo probabilmente.
"Cazzo" sbuffa e tira fuori dalla tasca il suo telefono.

"Mm" bel modo di rispondere ad una telefonata.
"No, senti...ora non posso...perche...sono occupato..." alza gli occhi al celo.

"Oh, vai al diavolo!" E chiude la chiamata.
Sono tentata di chiedergli chi era solo perche l'ho visto particolarmente nervoso. Ma non sarebbe una buona idea, per cui decido di stare zitta. Entriamo in macchina e sono davvero curiosa di sapere dove andremo.
"Mm dove andiamo?" Mi rivolge un'occhiata di sbieco per poi dedicare di nuovo tutta la sua attenzione alla strada.

"Da qualche parte" sorride. Odio quando non mi dicono esattamente dove andremo  o cosa faremo. Mi da sui nervi.

"Ma va? Io credevo che saremmo rimasti in macchina in eterno" dico ironica e lui ridacchia.
"Quindi?" Insisto.

"Quindi cosa?" Sbuffa.
"Quindi di che forma sono i tuoi calzini" dico seria.
"Di che cosa... sono cosa?" Mi guarda confuso ma poi capisce e scoppia a ridere. La tentazione di sbattere la sua testa contro il volante è sempre più alta.

"Dai,dove andiamo?" Non lo lascio stare finché non mi darà una risposta chiare e dettagliata.

"Porca miseria quando sei fastidiosa" gli faccio la linguaccia.

"Chris" lo richiamo.

"Cazzo, va bene. Andiamo a casa mia, sei contenta adesso?" Sbotta.

"Si ora sono...no aspetta...cosa? Perche andiamo a casa tua?" Ditemi che ho sentito male, per favore.

"Hai paura?" Si gira verso di me per un secondo.

"Ehm...si...no...non lo so. " balbetto gesticolando.

"Perche hai paura?" Mi chiede   confuso. Sinceramente nemmeno io so perche ho tanta paura. Forse sono in ansia perche dovrò conoscere i suoi genitori o, comunque, qualche suo famigliare.

Love YourselfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora