Bentornata a casa

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Saliamo in macchina e partiamo in direzione di casa Mccall.

Arrivati davanti casa scendiamo tutti e tre dalla macchina. Stiles mi aiuta a prendere i bagagli mentre Scott corre ad aprire la porta d'ingresso.

Appena metto un piede sulla soglia di casa vengo travolta in un abbraccio materno. La mamma è la persona che mi mancava più di tutte quando abitavo a San Francisco. Certo fino a prima avrò ripetuto fino allo sfinimento che Scott mi era mancato molto, ma lei mi è mancata di più. Penso che sia una cosa più che normale, ogni bambino necessita di una figura materna e io a San Francisco non ce l'avevo. Certo, potevo chiamarla quando volevo e la vedevo una volta all'anno, ma non era la stessa cosa. Una bambina ha sempre bisogno della propria mamma.

Comunque,ritornando al presente, mia mamma, Melissa Mccall, mi sta stritolando e all'abbraccio ha aggiunto anche mio fratello e sta ripetendo all'infinito una parola che fino ad adesso non ho sentito tanto ero immersa nei miei pensieri.

"Auguri! Auguri! Auguri!" ripete mia mamma lasciandoci andare.

Accidenti! Con tutte le cose che erano successe tra ieri e oggi mi sono dimenticata di fare gli auguri al mio gemello, ma lui non è stato da meno. Così per rimediare faccio quello che poco prima mamma stava facendo a me e a Scott. Gli salto addosso, facendoci cadere tutti e due a terra, urlandogli "AUGURI".

Lui scoppia a ridere e dice tra una risata e l'altra "Alla fine te ne sei ricordata! Sei sempre la solita smemorata ahahah Auguri anche a te Emy". Io sobbalzo per il soprannome che ha usato. Lui lo nota subito e inizia a balbettare delle scuse. Non l'ho mai visto così a disagio con me e non mi piace.

"Em-Em adesso che ci siamo tutti puoi spiegarci perché hai tutte queste valigie?" interviene Stiles aiutandoci ad alzarci da terra e rompendo la tensione che si era creata. Era stato in disparte ed in silenzio per tutto il tempo degli abbracci (strano per lui) ma si vede che sta trattenendo la curiosità.

Mi avvio verso il soggiorno seguita da tutti. Sono in ansia, non so come la prenderanno  tutti quanti questa notizia, non so se hanno piacere di avermi qui con loro. Ebbene si ragazzi, Emma Mccall è un'insicura cronica (se esiste una cosa del genere).

Per calmarmi prendo un respiro profondo e mi siedo sul divano.

"Ho deciso di venire ad abitare qui. Sempre se volete è ovvio. A San Francisco papà lavora sempre e non c'è mai in casa e io lì non mi sono fatta degli amici quindi mi sentivo abbastanza sola e..."questo fiume di parole viene interrotto da un abbraccio della mamma che mi dice "Questa è anche casa tua puoi restare quanto vuoi,non c'è bisogno di chiederci il permesso"

Sono commossa, certo sapevo che non mi avrebbero lasciato sul ciglio di una strada, ma la frase detta da mia madre non me la aspettavo.

Mio fratello e il suo (nonché anche mio) migliore amico vengono ad abbracciarmi e a dirmi in coro "Bentornata a casa" e Scottie aggiunge "Il miglior regalo di compleanno che potessi farmi".

Per spezzare l'atmosfera strappalacrime che aleggia nella stanza Stiles se ne esce fuori dicendo "Certo che quando sei nervosa Em-Em hai una parlantina peggio della mia". Tutti scoppiamo a ridere.

Tutto è tornato normale come quando ritorno per i compleanni tutti gli anni, solo che ora resterò per sempre.

[Revisonato]

Emma Mccall - Ritorno a Beacon HillsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora