Cap.5

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Era davanti all'enorme cancello nero della villa degli Hale, era indeciso su cosa dovesse fare per entrare, non vedeva bottoni da premere e sicuramente non si poteva mettere ad urlare. Proprio quando stava per lasciar perdere, il cancello scricchiolò e cominciò ad aprirsi lentamente, e un uomo apparve sulla soglia del cancello.

- Buongiorno. – Non aveva bisogno di presentazioni, aveva capito che si trattasse del maggiordomo.

- Derek è in casa? – Doveva sembrare deciso o non l'avrebbe fatto entrare.

- Chi lo desidera? –

- Stiles! Sono il nipote... - Non finì la frase che il maggiordomo gli diede le spalle e gli disse di seguirlo.

L'ingresso della villa era ampio: davanti a lui c'era la scala che portava al piano di sopra, a destra c'era una porta chiusa, forse c'era un salone pensò, a sinistra sembrava esserci un corridoio che avrebbe portato sicuramente alla cucina. Sembrava la tipica villa di qualche serie che parla di una nobile famiglia, la sua mente associò quella casa a Donwtown Abbey, forse quella era più grande.

- Salite le scale, terza porta sulla destra. – Il maggiordomo indicava la scala. – Temo che il signorino non si sia ancora svegliato, spero non vi dispiaccia se mando voi a svegliarlo. –

Stiles annuì e iniziò a salire la scala che gli sembrò infinita, man mano che saliva, i gradini sembravano farsi più alti e impossibili da percorrere, con lentezza infinita aggiunse la porta. Stava per bussare però si ricordò che il ragazzo stava dormendo. Con mano tremante provò a girare la maniglia per vedere se la porta fosse chiusa a chiave, non appena scattò per indicare che la porta era aperta, il ragazzo fece un salto indietro, non voleva credere a quello che stava facendo.

Si tirò qualche pugno sulla tempia e si diede dell'idiota, non poteva e non doveva tirarsi indietro proprio ora, era andato lì per un motivo preciso, solo che ancora non sapeva qual era perché ultimamente aveva preso il vizio di non riflettere sulle azioni da fare, cosa che aveva sempre fatto prima di partire da Beacon Hills.

Dopo essersi dato dell'idiota un paio di volte, entrò nella stanza di Derek. Il piano fu la prima cosa che notò nella stanza, era nel lato opposto e vicino alla finestra, coperto di fogli con pentagrammi pieni e vuoti. Che scrivesse lui stesso alcuni melodie?

La finestra era aperta e aveva buttato qualche foglio a terra, le tende si stavano muovendo anche in quel momento, erano bianche, dovevano essere davvero fine perché si vedeva attraverso e una semplice folata le faceva arrivare in alto. Al centro della stanza c'era il letto dove stava dormendo il proprietario della stanza, non si stupì di vederlo beato al centro di un letto matrimoniale, era una cosa che poteva dire anche se non lo conosceva bene, era sicuramente da lui avere una stanza enorme e con un letto matrimoniale tutto per lui.

Stava guardando il ragazzo dormire da qualche minuto, non aveva idea di come svegliarlo, qualsiasi cosa provasse sembrava un gesto troppo intimo per loro due. Esausto dal pensare, si sedette sul bordo del letto e sospirò stanco, i suoi occhi non si staccarono dal volto del ragazzo che riposava, involontariamente, portò la mano sulla fronte dell'altro per spostare alcune ciocche che andavano su gli occhi chiusi.

"Che capelli soffici, sembrano fili neri"

La mente di Stiles era completamente vuota, era concentrato solo sul ragazzo che stava dormendo, persino la posizione nel sonno era strafottente e antipatica come lui, a pancia in su e dritto. Lui era un disastro persino nel sonno! La mattina si ritrovava senza coperte.

Melodia di un pianoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora