Processo

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Cap.27


Aveva smesso di contare quanti giorni fossero trascorsi dalla morte di sua nonna, aveva anche smesso di prendere il telefono per chiamarla e avevo smesso anche di pensare che un giorno avrebbe preso una pausa per andare da lei, ma non avrebbe mai smesso di pensarla.

Era tornato in dormitorio da qualche giorno e fece tutto il possibile per immergersi nello studio, ormai era al terzo anno e le materie erano diventate più dure, in più, dal terzo anno i professori avrebbero inserito i migliori alunni ad un corso speciale che permetteva ai ragazzi di seguire i docenti nei processi.

Seduto alla scrivania nella sua camera stava ripassando l'ultima lezione che aveva seguito, non era stata difficile, ma lo era stato concentrarsi e ascoltare il professore, le ore di sonno mancate si facevano sentire sempre di più.

Anche in quel momento gli occhi facevano fatica a stare aperti, tutto il suo corpo stava faticando a restare sveglio, perciò alla fine si arrese e andò a stendersi. Guardò l'orario sul telefonino, erano le dieci di sera, non era presto e nemmeno tardi, così spense la luce sul comodino e cercò di rilassarsi nel buio e nel silenzio della sua camera. Per fortuna non aveva nessun coinquilino ed era riuscito ad ottenere una camera singola.

Ogni tanto gli mancava chiacchierare con qualcuno, con i colleghi parlava solo di università, in tre anni non aveva trovato una persona che potesse diventare suo amico. Quando poteva chiamava Scott per riuscire a parlare di altro, se chiamava il padre subiva un terzo grado e basta, poi c'era sua nonna, ma ormai sapeva di non poter fare più il suo numero.

Si girò su un fianco dando la faccia al muro, quella piccola stanza non era molto diversa dalla sua. Appena entravi c'era il letto sulla sinistra, la scrivania sotto la finestra e un piccolo armadio sulla destra, al suo fianco c'era la porta per il bagno, piccolo ma abbastanza comodo.

Si rigirò nel letto più volte, fino a quando non decise di prendere il telefono per cercare di distrarsi per un paio di minuti, magari la sua mente avrebbe ceduto e lo avrebbe fatto dormire quella notte.

Sfogliò la rubrica per cercare qualcuno con cui parlare, il suo migliore amico avrebbe avuto un esame il giorno dopo, lo avrebbe lasciato in pace. Iniziò dalla lettera "A" Aiden? Allison? Scartò via, non aveva mai legato così tanto con il primo e con la seconda non era il momento, era in crisi con Scott, sarebbe stato molto strano.

Con la "B" non aveva trovato nessuno di interessante, con la "C" c'era un certo Corey, non ricordava nemmeno di avere il suo numero, passò alla "D", Danny? Perché no, erano diventati amici all'ultimo anno, però poteva sembrare strano apparire tre anni dopo. Passò al prossimo nome, Derek, chiuse il telefono e tornò a rigirarsi su un fianco.

Era stato gentile a venire al funerale di sua nonna, non si aspettava di vederlo, a dire il vero non aveva proprio pensato a lui. Ricontrollò l'ora, mezzanotte, a Londra saranno le otto di mattina pensò, richiuse lo schermo del telefono e torno con la faccia al muro, pensò che i deliri da insonnia stavano peggiorando.

La sua mente volò facilmente verso i ricordi dell'estate di tre anni fa, il suo cuore era stranamente calmo, fece qualche respiro profondo e poi si lasciò cullare nella nostalgia.
Quando cercò il cellulare per spegnere la sveglia, si rese conto di aver dormito per sette ora di fila. Si mise a sedere e si strofinò la faccia, avrebbe dormito volentieri per altre sette ore, ma quel giorno i professori avrebbero esposto la lista dei fortunati che li avrebbero aiutato per la prossima causa.

Si fece una doccia veloce e poi sarebbe sceso alla mensa del college per fare una colazione veloce.

Dopo aver mangiato si avviò verso l'aula della prima lezione. Nonostante avesse dormito si sentiva ancora stanco. Aveva anche mangiato tanto a colazione, persino l'appetito si era smosso un po', non aveva mangiato tanto negli ultimi giorni.

Melodia di un pianoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora