Come non pensare alla partita

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Cap.18

Dopo quel giorno più volte si erano ritrovati soli e in momenti che qualsiasi coppia avrebbe desiderato, però tutte le volte Jackson non aveva mosso un passo verso Stiles. Il castano non sapeva più cosa pensare, forse aveva perso interesse nei suoi confronti, lo aveva preso in giro sin dall'inizio e lui alla fine come uno scemo ci era cascato perché in qualche modo stava aspettando quel dannatissimo bacio.

- Non capisco! Ci sono stati i fiocchi di neve e niente. C'era la musica romantica che proveniva dall'aula di musica e nemmeno lì nulla! Non andavano bene le prime due? Ma poi c'è stata la rottura dei riscaldamenti, eravamo vicini e un bacio per scaldarci era troppo classico? Ma che diamine ha in testa quel pazzo? – Stiles camminava nervosamente per la sua camera.

- Stiles, smettila di brontolare e muoviti a preparati, fra poco passa il pulmino! – Il padre bussò sulla porta della camera del ragazzo che aprì seccato.

- Non puoi accompagnarmi tu? Odio il pulmino! – Mise il broncio.

- No, sono già in ritardo per colpa della sveglia, si sono scaricate le batterie. Smettila di fare il broncio e scendi! –

La giornata non era iniziata nei migliori dei modi, svegliarsi con le urla del padre non era stato salutare per il suo cuore. Negli ultimi giorni aveva preso l'abitudine di addormentarsi maledicendo Whittermore e non faceva per nulla bene al suo sonno, si risvegliava il giorno seguente più arrabbiato di quando andava a dormire.

Quel giorno le cose sarebbero cambiate, lo avrebbe affrontato chiedendogli che cavolo gli passava per la testa, senza fargli capire che stava aspettando un bacio che non sarebbe mai arrivato, non voleva essere preso in giro da lui.

Scese dal pulmino con la grinta di uno che deve affrontare una lunga battaglia, ma svanì non appena si accorse che l'auto di Jackson non era parcheggiata al suo solito posto. Se la macchina non c'era nemmeno lui c'era, e tutto il suo piano andò a farsi benedire, perché il principe biondo era assente quel giorno.

Durante la lezione si rigirava il telefono in mano, non sapeva se doveva mandare un messaggio per chiedere se stava bene, però poteva risultare preoccupato e lui non lo era, non era minimamente interessato alla salute di Jackson Whittermore, sicuramente aveva saltato la scuola per qualche stupido motivo, magari aveva finito il gel. Preso dai pensieri si spaventò nel sentire il telefono vibrare, per fortuna nessuno si accorse che era saltato dalla sedia, sbloccò per vedere il messaggio che aveva ricevuto.

"Sono influenzato, avrei bisogno di qualche amorevole cura. Passi da me più tardi?" Jackson sembrava avergli letto nel pensiero.

"Muori da solo nel letto. Sono senza macchina, non verrò mai a curarti." Dopo aver premuto invio, Stiles si chiese perché si era mezzo giustificato dicendo che era senza macchina.


A fine giornata aveva consumato il telefono, ogni due secondi controllava se c'era un messaggio. Dopo la sua risposta Jackson non si era fatto più sentire, temeva di essere stato troppo brusco, forse voleva un po' di compagnia e lui era stato uno scemo a chiudergli il discorso in quel modo, però era vero che non aveva la macchina, quindi non era completamente nel torto.

- Sei nervoso. – Commentò Scott che era seduto al suo fianco.

Dopo aver lasciato la scuola il suo migliore amico lo aveva invitato a casa sua per trascorrere del tempo insieme, si era accorto che ultimamente era più il tempo che passavano lontani che quello trascorso insieme.

- Non sono nervoso. – Nel frattempo stava facendo muovere una moneta fra le dita.

- No, sei diversamente calmo. – Sospirò e mise in pausa il gioco. –Per caso è collegato con l'assenza di Jackson? – Stiles non gli aveva mai detto nulla e lui da buon amico non aveva chiesto, sapeva che prima o poi gli avrebbe spiegato quello che stava accadendo.

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