Tempesta

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Cap.13


Aveva raggiunto la villa dei Whittermore, stare davanti ad un cancello gli aveva ricordato una situazione spiacevole, l'ultima volta non era andata bene e sperava che quello non fosse una sorta di presagio, qualcosa del genere "non oltrepassare questo cancello nero".

Quasi gli mancò la figura di Isaac che lo accoglieva, quell'uomo emanava un'aura di serenità capace di metterti a proprio agio in qualsiasi circostanza. Si chiese se anche Jackson avesse un maggiordomo come Isaac, viziato com'era doveva averne almeno una dozzina, uno per ogni suo capriccio.

La sua mente non era abituata ad assistere ad alcune scene: odiava guardare immagini di horror splatter, in quei casi girava la testa più veloce della bambina dell'esorcista, non amava vedere animali che soffrivano, ogni volta li portava nella clinica di Scott, ma soprattutto, la sua mente non era mai stata abituata a vedere un Jackson Whittermore trasandato. Vederselo con i capelli bagnati, abbassati e senza gelatina era qualcosa che lo aveva bloccato sul posto, non era riuscito ad andare avanti. Quando fanno la doccia dopo gli allenamenti lui i capelli non li lavava mai? Non aveva mai fatto caso a quel dettaglio. Passino i capelli, ma la maglia larga, non era da lui, aveva sempre avuto quelle magliettine strette da mettere in mostra il suo corpo perfetto, lo stesso valeva per i jeans, cosa che in quel momento non aveva. Indossava una semplice tuta, anche lui stava comodo in casa, ma dubitava che sembrasse così figo in tuta e maglietta.

Si riprese subito dallo shock al naturale di Jackson e seguì il compagno fino al soggiorno, avrebbero studiato lì. In casa sembrava non ci fosse nessuno, la sua teoria dell'esercito di maggiordomi fu tristemente cancellata, era davvero sicuro che fosse in quel modo. Sul tavolo c'erano due bicchieri, qualche bottiglia di succo e degli snack, quindi a fare quello doveva essere stato il ragazzo, altra cosa alla quale la sua mente ci volle del tempo da assorbire. Quello sarebbe stato un pomeriggio duro per la sua mente, se Jackson avesse detto una frase del tipo "devo fare la lavatrice", avrebbe lanciato tutto all'aria e se ne sarebbe scappato urlando.

Si misero subito a studiare e a creare la base per i progetto, essendo quasi l'unico argomento che avevano studiato fino a quel momento. Il materiale di studio era davvero poco e organizzarlo non fu difficile. Entrambi si stupirono dell'ottimo lavoro che stavano facendo insieme, erano trascorse due ore e non avevano discusso su nulla, si erano ritrovati d'accordo su tutto quello che avevano proposto fino a quel momento e se continuavano così il progetto sarebbe finito per l'ora di cena.

Un improvviso temporale fece andare via la luce, i due ragazzi in un primo momento si spaventarono, ma subito dopo si calmarono, fuori c'era ancora la debole luce del giorno.

- Direi che per oggi dobbiamo fermarci qua. – Disse quasi con tono triste Jackson, mancava davvero poco per concludere il loro lavoro.

- Possiamo collegare la stampante all'alimentatore del computer, ma poi non avremmo il computer e per passarlo su un portatile dovremmo tenere collegate almeno tre cose. Come non detto. Possiamo finirlo anche domani alla biblioteca della scuola. – Sospirò sconfortato, c'era qualcosa di emozionante nel concluderlo in quel momento. – Beh, direi che è ora di tornare a casa. – Un fulmine cadde poco distante dalla casa di Jackson.

- So che quello che sto per dire possa sembrare strano, ma forse è meglio che aspetti che la tempesta si calmi. – Non appena finito di parlare, l'acqua cominciò a scendere copiosamente dal cielo.

- Hai ragione. – Commentò atono Stiles continuando a guardare il temporale fuori la finestra.

L'imbarazzo creato dal silenzio cominciò ad aumentare di peso e a rendere qualsiasi tipo di conversazione impossibile. Le basi per creare un discorso furono dimenticate, era la prima volta che quei due si trovavano in una situazione del genere, fin quando si era trattato di discute di chimica il problema non si era minimamente creato, però in quel momento la chimica sembrava davvero fuori luogo e se anche avessero provato ad accennarlo, sarebbe morto come tutti gli altri.

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