Festa

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CAP.14

Il giorno del progetto era arrivato e con stupore del professore, quello di Stilinski e Whittermore fu il migliore, ovviamente merito del secondo, il primo non ne sarebbe stato capace, precisò più volte Harris. Per tutta la settimana Stiles ebbe a che fare con Dr. Jekyll e Mr. Hide, ormai aveva quasi imparato a riconoscerli. Quando era solo si avvicinava il pacifico Dr. Jekyll, che si era addirittura premurato di aiutarlo con la riparazione della Jeep. Era pronto a chiamare il meccanico della famiglia per fargli avere i pezzi nuovi il giorno dopo, ma dovette gentilmente rifiutare, soprattutto perché ricordava il prezzo, ma non lo aveva detto. Mr. Hide invece lo aveva preso più volte in giro per quello che aveva detto il professore di chimica, nonostante sapesse che al progetto aveva dato la sua buona parte e che se avevano preso A era anche per merito suo. Il problema però rimaneva sempre agli allenamenti di Lacrosse, lì dava il meglio di sé stesso per prenderlo in giro.

Quel giorno era tornato a nascondersi nella palestra semibuia e vuota, sul telefonino aveva nuovamente messo in loop il brano che gli aveva mandato Derek e con le cuffie nelle orecchie e stava cercando di rilassarsi. Scott lo aveva assillato per la festa di Lydia di Halloween, aveva detto che non sarebbe andato e così sarebbe stato. Il suo migliore amico poteva fare tutte le promesse che voleva, ma la sua decisione era definitiva, una festa in maschera con maschera sul volto obbligatoria. Una era bastata, non voleva il bis.

Sdraiato sulla panca che per anni lo aveva visto seduto durante le partite di campionato, il sonno lo stava per accogliere quando una figura gli tolse una cuffia per controllare cosa stesse ascoltando. Non aveva bisogno di guardare chi fosse quella persona, era Jackson. Lui sapeva che ogni tanto andava a nascondersi lì per scappare dal ritmo frenetico del liceo, chissà perché lo aveva detto ad uno come lui e non al suo migliore amico, ma non rimase a pensarci su molto, lo aveva fatto e basta.

Ormai quel rapporto che si era creato fra loro due era molto ambiguo, se davvero si poteva definire un rapporto. Era da sole poche settimane che facevano così e poi era sempre Whittermore a cercarlo, forse era meglio così perché lui non aveva ancora capito come comportarsi. Era meglio se a fare le prime mosse era l'altro.

- Perché non vuoi venire alla festa? – Domandò il biondo dopo aver restituito la cuffia.

- All'ultima festa in maschera ho avuto una brutta esperienza che mi ha traumatizzato a vita. – Mezza verità, si disse fra sé.

- Quindi non andrai più a nessuna festa? – Chiese, sapendo che il ragazzo non gli aveva mentito.

Stiles si alzò e si mise a sedere vicino al ragazzo. – Non me la sento, è ancora fresca la ferita. Non voglio rivivere quei momenti. – Perché si stava aprendo con lui?

- Mettiamola così: puoi davvero dire che queste due feste si somiglieranno? –

- Direi di no, soprattutto per l'età dei partecipanti, della musica e del bere. – Rispose sincero, mettendo a confronto i ricordi del ballo e di una classica festa di adolescenti. – Che t'importa se vengo o no alla festa? – Chiese all'improvviso.

- Mi dispiace solo che tu ti perda la tua prima e vera festa del liceo, non mi sembra di averti mai visto a una delle feste di Lydia. – Fece spallucce, era vero in fondo.

- Verrò. – Disse, dopo qualche minuto di silenzio. Non sapeva nemmeno perché aveva ceduto, mica glielo stava realmente chiedendo il biondo che in quel momento stava sorridendo per la risposta che aveva sentito. – Ma niente maschera! – Aggiunse poi.

- Davvero credi che possa mettere un pezzo di plastica sul mio viso? – Era davvero disgustato all'idea.
Rimasero lì fino a quando non suonò la campanella per avvisare che le lezioni del pomeriggio stavano per iniziare, seccati dovettero raggiungere i loro compagni.

Melodia di un pianoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora