Cedere ai segnali.

1.1K 120 6
                                    


Cap.32

Derek era sdraiato sul suo letto e continuava a guardare il disegno che aveva trovato quella mattina a casa di Stiles. Trovarlo lo aveva stupito, però vedere i dettagli gli aveva fatto sentire la mancanza dei suoi genitori, c'era il graffietto che aveva fatto sua madre, la piccola modifica che aveva dovuto fare il padre per adattare la maschera al suo volto.

Non aveva chiesto nessuna spiegazione perché lo sapeva cosa stava succedendo, se lui aveva iniziato a sognare era ovvio che anche all'altro ragazzo stesse succedendo qualcosa, ma aveva dato per scontato che anche lui sognasse. La prima volta che lo aveva incontrato, Stiles aveva parlato di un sogno, lo stesso che aveva fatto lui.

Quando era entrato per la prima volta nella stanza di Stiles aveva riconosciuto la finestra, l'aveva sognata qualche giorno prima e vederla dal vivo lo aveva spaventato non poco. Per quanto cercasse di rimanere impassibile gli veniva difficile, soprattutto se la notte sognava di baciare il ragazzo.

Non era sicuro di quello che gli stava succedendo, per quanto volesse quel ragazzo la razionalità cercava sempre di distanziarlo da lui. Finito il processo sarebbe ritornato a Londra e dal primo sogno che aveva fatto era chiaro che il ragazzo non lo avrebbe seguito ed era chiaro anche il perché, non avrebbe mai lasciato suo padre da solo e gli studi a metà. Dalla quantità di libri e di appunti che c'erano sparsi per la camera era chiaro che amasse studiare lì.

- Derek? E' mezz'ora che ti chiamo dalla cucina, sei vivo? – Cora era entrata nella camera spazientita.

- Non ti avevo sentito. – Si mise a sedere sul letto con ancora il foglio in mano.

- Quella è la nostra maschera? – Chiese curiosa prendendo il disegno. – Ha tutti i particolari, è bellissima Derek! – Gli occhi della ragazza si riempirono di nostalgia.

- Non l'ho fatta io, è stato Stiles. –

- Stiles. – La ragazza si mise a sedere accanto al fratello. – Come faceva a sapere di tutti questi piccoli dettagli? –

- Tu ci credi alla legenda del ballo? –

- Ricordo che mamma me l'aveva raccontata una volta per farmi addormentare, ma non ci ho mai creduto. –

- Mamma la raccontava spesso a me e a Laura, tu eri troppo piccola per ricordare, ma ogni estate prendeva la maschera e raccontava di come si era conosciuta con nostro padre. C'erano due maschere, sai? Questa qui, che è la versione di papà e la versione di mamma, se messe insieme formavano un volto. –

- Non lo sapevo. Dov'è quella della mamma? –

- Credo che sia rimasta alla famiglia di mamma, forse zio Peter ne sa qualcosa. – Derek riprese il foglio in mano. – La prima volta che ho incontrato Stiles è stato in un sogno e quando l'ho visto arrampicarsi sull'albero di sua nonna ho ripensato ai racconti di nostra madre. – Fece una piccola pausa per ripensare alla prima volta che ci aveva parlato. – Poi ho scoperto che anche lui aveva fatto lo stesso identico sogno. Ammetto di essermi spaventato all'inizio, ma poi ho pensato '' di cosa dovrei avere paura? ''. La mamma ci ha sempre detto di fidarci del nostro istinto e di come fosse felice insieme a nostro padre. –

- Allora qual è il problema? – Cora non capiva del tutto il discorso del fratello.

- Io ho ricominciato a sognare e lui ha iniziato a disegnare la nostra maschera, ma non siamo destinati a stare insieme. –

- Di cosa stai parlando? Avete tutti questi segnali, perché non dovrebbe essere così? – La ragazza si era alzata per prendere meglio posizione.

Melodia di un pianoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora