Chiarimenti

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Cap. 21




Stilesera seduto alla fermata dell'autobus, era ancora nervoso per quello cheera accaduto a scuola il giorno prima, la notte non aveva dormito e lamattina il padre gli aveva dato la bella notizia di dover correre dasua nonna perché non stava bene e doveva sbrigare qualche commissioneper lei. Il problema non era il dover andare dalla nonna, ma il doverciandare con l'autobus perché la sua macchina ancora non era statasistemata.

Un lato positivo, se proprio doveva cercarne uno, era che almeno non avrebbe visto Jackson per quel giorno, gli bastava ignorarlo sul cellulare, cosa che gli stava uscendo perfettamente. Si sistemò la sciarpa intorno al collo, non le aveva mai usate le sciarpe, non gli piaceva avere una cosa legata intorno alla gola, ma quella era quella bianca che aveva il ragazzo biondo la notte di Capodanno, quando si era presentato a casa sua alle due di notte.

Ripensare a lui gli faceva prova sentimenti contrastanti, era arrabbiato per come si era comportato a scuola, ma arrossiva ogni volta che ripensava al bacio di quella notte.

Era d'accordo sul nascondere la loro relazione, sempre se la si poteva definire così. Capiva perfettamente le paure del ragazzo, le aveva avute anche lui e alla fine si era semplicemente comportato normalmente, non aveva mai nascosto il suo orientamento sessuale.

Ogni volta che qualche ragazzo faceva qualche battuta su Danny e il suo ragazzo, Whittermore diventava nervoso e sparava cavolate a raffica, quando partiva lo ignorava e basta, ma quel giorno aveva messo lui in mezzo, ipotizzando uno stupido triangolo.

Una Porche Carrera si fermò davanti a lui, non ebbe bisogno di alzare lo sguardo per capire chi c'era alla guida.

- Non dovresti essere da qualche parte e non qui? - Stiles tenne lo sguardo sul telefono. – Spostati, non vedo se arriva l'autobus. –

- Smettila di ignorarmi. – Chiese il ragazzo biondo.

- E tu smettila di fare il coglione. – Finalmente aveva alzato lo sguardo per guardare negli occhi del guidatore.

- Sono stato un'idiota ieri, lo so, ma tu non mi hai lasciato spiegare. – Aprì lo sportello del lato passeggero. – Sali. – Chiese poi.

- Hai pensato che se sono ad una fermata dell'autobus e sto aspettando qua seduto al freddo che ne passi uno è perché magari devo prenderlo? – Non nascondeva più la rabbia.

- Ti porto io! Ovunque tu debba andare. – Aveva cacciato gli occhiali da sole, voleva che l'altro ragazzo capisse quanto fosse serio guardandolo negli occhi.

- Hill Valley. – Rispose serio il ragazzo.

- Va bene. – Attese che il ragazzo si mettesse la cintura di sicurezza e poi mise la macchina in moto.


Erano a metà del tragitto e nella macchina regnava il silenzio più assoluto. Jackson continuava a mordersi il labbro, ogni volta che provava a dire qualcosa, subito se la rimangiava. Come poteva scusarsi dopo che lo aveva chiamato frocio e lo aveva insultato?

Alla fine però si fece coraggio.

- Come mai vai lì? – Doveva pur iniziare da qualche parte.

- Mia nonna. – Rispose freddo.

Passarono un paio di minuti, poi Jackson accostò e si fermò su un lato della strada.

- Non è lì che hai conosciuto Derek? –

- E ti sei fermato per chiedermi questo? Stai scherzando, vero? – Stiles era fuori di sé. – Non ci penso due volte a scendere e fare l'autostop. –

Melodia di un pianoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora