Invito a pranzo

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                                                                              CAP.6


Erano trascorsi due giorni dall'ultima volta che aveva visto Derek e in qui due giorni non aveva smesso di piovere, non sapeva se il cattivo umore fosse per il tempo o per la noia. A casa di sua nonna non aveva videogiochi, film o altre cose tecnologiche da poter usare per passare il tempo, sul suo portatile aveva solo il solitario ed era sicuro di aver giocato tutte le combinazioni possibili che quel programma poteva creare.

La suoneria del suo telefono gli sembrò una cosa bellissima in quel momento di noia, non importava se a chiamare era il padre, avrebbe parlato con un altro essere umano! Sul display però compariva un numero sconosciuto e non il nome del padre. Curioso rispose ugualmente con troppa enfasi.

- Nipote sveglio. – Due semplici parole che lo fecero restare immobile.

- Tu? Come...quando? – Era un po' confuso perché non ricordava si fossero scambiati il numero.

- Quando sei andato a pagare il conto al bar, in quel momento mi sono chiamato dal tuo telefono. – Stiles non lo poteva vedere, ma in quel momento stava sorridendo.

- Capito. Come mai chiami sola ora? –

- Sono ritornato adesso a casa. – Qualche secondo di silenzio. – Da quando ci siamo visti l'ultima volta. – Quella giornata al parco era diventato un dolce ricordo in quei due giorni che era stato chiamato per dei problemi con la società della famiglia. –

- Capisco. Sei solo per pranzo? -

- Piove. Non vorrai mica andare a mangiare fuori? – Quella domanda lo colse di sorpresa.

- Ovvio che no, però puoi venire da me. Mia nonna sarà felice di avere un ospite. E poi credo non ne possa più di parlare solo con me! – Il suono di una risata trattenuta lo fece sorridere, dopo due giorni di triste solitudine.

- Accetto l'invito per salvare quella povera anziana da te. –

- Sapevo avresti detto una cosa del genere. Muoviti a venire! –

Non appena chiusa la chiamata, memorizzò subito il numero di telefono, non voleva perderlo. Dopo aver fatto tutto alzò lo sguardo verso lo specchio della camera e quello che vide fu il suo riflesso che aveva le guance rosse, e le sue labbra non smettevano di sorridere.

- Non fare quello che stai per fare. – Disse allo specchio. – Non innamorarti. -

L'invitato non si fece attendere, dopo un quarto d'ora suonò alla loro porta e prontamente Stiles andò ad aprire e ad accoglierlo in casa con grande galanteria, come gli aveva raccomandato la nonna. A volte credeva che l'anziana si divertiva a metterlo in croce o a prenderlo in giro.

Da quando si sedettero a tavola, Stiles studiò l'ospite. Era curioso di capire che persona fosse, anche se si erano detti delle cose che non avrebbero mai detto ad altri, poteva dire davvero poco su di lui. Era un mistero da scoprire ed essendo lui figlio di uno sceriffo, amava i misteri.

Dopo la prima portata poteva dire che era un gran conversatore, aveva letteralmente conquistato sua nonna. Dagli sguardi che riceveva poteva chiaramente dire che gli stava dando la sua benedizione per delle future nozze. Finse di non vedere e abbassò la testa per mangiare la pasta, non credeva anche avrebbe resistito fino alla fine.

Alla seconda portata era convinto che Derek Hale era in realtà un vampiro ed aveva il potere di ammaliare le povere donne che gli capitavano a tiro, lo aveva capito quando la nonna lo aveva preso da parte in cucina per dirgli che domani sarebbe dovuto andare in gioielleria per portargli la fede del nonno, per farla lucidare e sistemare la grandezza. Non appena la signora aveva lasciato la stanza per raggiungere Derek, Stiles batté la testa un paio di volte sul mobile davanti a lui. Che cos'aveva fatto invitandolo? Voleva solo essere gentile, non voleva vendere l'anima ad un vampiro.

Melodia di un pianoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora