Capitolo 3

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Ci sono due tipi di persone al mondo, quelle che riescono a buttare senza provare niente anche la collanina di loro nonna che le aveva regalato prima di morire e quelle che mettono in scena un teatro drammatico greco anche solo per buttare delle scarpe usate.

Io sono decisamente nella seconda categoria, odio separarmi dai miei oggetti, sin da piccola ho avuto una strana ossessione per le cose, non riesco a buttarle, ho il presentimento che possano soffrire per il mio abbandono come hanno fatto i giocattoli in Toy Story.

Non so se qualcuno di voi abbia mai visto Hanna Montana ma c'è una scena in cui lei vaga per il suo armadio come fanno i dannati nella divina commedia sfiorando i suoi vecchi vestiti e piangendosi addosso ricordandosi dei momenti passati con loro come i concerti o scene della sua vita.

"Sua Altezza mi sta preoccupando la smetta di parlare con quel vestito" dice la mia balia, la signorina Fiona mi ha cresciuto sin da piccola e insieme a Kirby è una delle persone che mi conosce meglio ed è perfettamente al corrente delle mie ossessioni per i miei vestiti.

"Fiona odora questo tessuto, è indiano e riesco ancora a sentire l'odore del Principe Xavier su di esso, ti ricordi quanto ero bella quella sera alla cena reale? Ero stupenda nessuna era al mio pari" dico e la donna sorride annuendo, mi alzo e corro verso le scarpe di Dior laccate nere con alcuni diamanti sul bordo.

"Le mie bambine, vi indossai per il compleanno del Dalai Lama, ti ricordi quando so complimentò con me perchè diceva che sembravo una Angelina Jolie da giovane?" Appoggio con cura le scarpe e raggiungo il mio cappotto color grano

"Oh santa Beyoncè, e questo? Mi ricordo ancora quando lo indossai per la cerimonia di inaugurazione dell'ospedale per i bambini poveri" continuo ad accarezzare il tessuto come se fosse un cucciolo mentre la mia balia mi guarda preoccupata, Kirby entra nell'enorme armadio a tre piani e si affianca a Fiona guardandomi come io guarderei una persona con le ballerine.

"Signorina Rebecca si sente bene?" Chiede con con gentilezza l'uomo robusto, alzo lo sguardo dai bottoni del mio cappotto guardandolo negli occhi scuri

"Come ti sentiresti se ti portassero via un braccio? Come si è sentita Lindsey Lohan quando le hanno ritirato la cocaina? Come si è sentita Miley Cyrus quando le è morto il cane Floyd?" Chiedo urlando e loro fanno dei passi indietro spaventati da me.

"Mi dispiace Sua Altezza ma deve prepararsi perchè partirà al tramonto" dice Fiona ed io contengo l'istinto di ricominciare a piangere e cantare la canzone dell'addio alle mie collane, mi alzo e dopo aver salutato per l'ultima volta con lo sguardo le mie migliori amiche scarpe e le mie sorelle borse faccio un ultimo gesto di addio ai miei bambini abiti.


"Stiamo andando in missione non ad una sfilata" dice Michael appena mi vede entrare nella stanza dove sono tutti seduti in mia attesa, ovviamente ogni persona cortese si alza inchinandomi al mio passaggio eccetto quei quattro che oltre a essere rimasti seduti non spostano neanche le loro lunghe gambe dal tavolo.

"Mi vesto come mi pare e piace" dico riferendomi al mio vestito bianco regale che rimane stretto lungo il busto e poi cade leggero sui fianchi e arriva fino al suolo coprendo le mie scarpe con il tacco.

"Quelle scarpe saranno la tua rovina" dice il ragazzo ridendo e io lo guardo male

"Signor Clifford questi non sono affari che la riguardano, lei ha il dovere di difendermi non di giudicare il mio abbigliamento" dico e il ragazzo alza gli occhi al cielo e con uno scatto si alza.

"Comunque a me piace il vestito, è di classe principessa" dice il biondo sorridendo educatamente, lo guardo confusa per il complimento e lui mi fa l'occhiolino prima di portare il suo sguardo su Michael che sta indicando la mappa dietro di lui.

PRINCESS// MICHAEL CLIFFORDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora