Capitolo 26

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Il mio odore preferito.

Molte persone ritrovano il loro profumo preferito in qualche strano fiore, nell'odore della pioggia, in quello di un libro nuovo, in quello delle felpe date da un amico, in uno shampoo al miele, e chi come me ama il profumo delle lenzuola intrise dell'odore di Michael dopo aver dormito insieme.

Un odore dolce che ti avvolge completamente rilassandoti, un profumo di sapone misto a menta dato dai chewing gum che mastica fisso, un profumo dolce ma non nauseante, un odore nuovo ma non sconosciuto un... oh fanculo.

Potrei anche odorare le lenzuola del letto di Evan Peters ma niente, e dico niente batterebbe l'odore dei pancakes appena fatti la mattina.

Apro un occhio inspirando profondamente questo odore paradisiaco e sorrido come un ebete immaginandomi un piatto pieno di dolci pancakes e una colata di cioccolato fuso sopra di essi, e magari anche qualche scorza di arancia per renderli ancora più buoni e poi anch...

"Rebecca stai sbavando sulla mia maglietta" mi accorgo solo ora di essermi addormentata sul petto di Michael e di essermi risvegliata con i miei pensieri impuri sul dolce della colazione proprio su di lui.

Sorrido prima di passarmi il dorso della mano vicino alle labbra ed asciugarmi la saliva, Michael sorride mentre mi guarda ed io incontro i suoi occhi verdi chiari, mi incanto nel guardarlo.

I suoi capelli sono tutti spettinati, del resto l'ho sentito muoversi tutta notte, dubito che abbia chiuso occhio per più di un'ora di fila, il verde nei suoi occhi è più intenso del solito e la luce della finestra lo colpisce leggermente in volto rendendo praticamente trasparente la sua pelle, la sua bocca rosea è socchiusa mentre mi guarda in silenzio.

"Cosa hai sognato di così tanto bello da farti sbavare? Me?" Chiede presuntuoso come al solito ed io alzo gli occhi al cielo.

"No, ho sognato dei pancakes ricoperti di cioccolato, ti pare che sbavo per te?" Dico e lui mi pizzica la coscia nuda facendomi ridere leggermente mentre cerco di sfuggire alle sue mani intenzionate a farmi il solletico.

La situazione si ribalta nel momento in cui la mia schiena aderisce al materasso e lui comincia a solleticarmi ovunque facendomi ridere sguaiatamente, faccio fatica a respirare quando le sue dita salgono vicino alle costole.

"Cosa è che ti ha fatto sbavare?" Chiede di nuovo ed io mentre rido cerco di prendere abbastanza aria per rispondergli.

"T-Tu" dico ma lui non soddisfatto continua con la sua tortura mentre io mi contorco nelle lenzuola estenuata dalle troppe risate.

"Dì che sono il Dio del sesso" dice sfidandomi ed io rimango in silenzio, non lo dirò mai, i suoi occhi verdi vagano su di me e mi guardano in attesa ma io scuoto la testa così riprende a solleticarmi.

"Dai dillo" dice ed io scuoto la testa

"N-no mai" dico e poi con un calcio veloce lo allontano da me giusto in tempo per scappare dalle sue mani e riprendere fiato, il ragazzo ride non appena vede tutti i miei capelli spettinati e la mia faccia rossa per le troppe risate.

"Come faccio a sapere se sei il Dio del Sesso? Le principesse non possono dire bugie" dico sorridendo e lui mi si avvicina cercando di baciarmi ma io scappo via scendendo dal letto.

"Ma" dice quando afferro i miei jeans e me li infilo sotto la maglietta che mi ha prestato per dormire.

"Ci si vede a colazione" dico sorridendo e lui mi guarda appoggiato con i gomiti sul lenzuolo e una faccia da cucciolo bisognoso di coccole, resterei a fargliele ma l'odore di pancakes è più invitante.

PRINCESS// MICHAEL CLIFFORDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora