Capitolo 9

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Il mio regno è sempre stato uno di quei posti pacifici dove le persone vengono per vivere una vita composta da tranquillità e riposo, eravamo un popolo composto da persone con famiglie e per bene, persone che non avevano la minima idea di cosa volesse dire guerra.

Mi ricordo ancora il giorno in cui iniziò tutto, ero in cortile con Kirby, lui era seduto su una panchina e io ero sotto il gazebo reale mentre giocavo con il cellulare, un pomeriggio tranquillo, uno di quei giorni in cui non c'era niente di meglio che passare le ore all'ombra mentre il sole australiano seccava l'erba e faceva sudare i ciccioni che correvano nel vano tentativo di perdere peso.

All'improvviso ci fu una grande esplosione, un rumore fortissimo che mi fece sobbalzare, senza aspettare altro mi ricordo come Kirby mi prese in braccio e corse all'interno del castello, continuavo a urlare il nome dei miei genitori e continuavo a chiedere cosa stesse succedendo ma nessuno mi considerava, erano tutti troppo impegnati a correre e afferrare armi.

Passai ore all'interno della cella di sicurezza con le gambe rannicchiate al petto, non mi scese neanche una lacrima, ero troppo confusa per poter piangere.

Quando decisero di lasciarmi uscire la prima cosa che feci fu correre in cima alla torre, era la zona più alta del castello, con ancora il fiato corto mi sporsi alla finestra e lo vidi.

Vidi oltre mura quello che era successo, i miei occhi incontrarono il fumo nero proveniente dalla periferia, vedevo le fiamme alzarsi sulle case dei più sfortunati che non potevano permettersi la vita in città, se chiudevo gli occhi potevo anche sentire le urla di colore che cercavano rifugio.

Dei ribelli, persone che volevano salire al potere per rivendicare il ruolo di governanti, persone che aspiravano solo ai soldi e al mio regno, continuarono a fare stragi in periferia finchè il tenente decise di portarci a me e alla mia famiglia in una zona più sicura, pensavo di poter sognare un futuro tranquillo, ma i miei genitori non arrivarono mai alla fine del tragitto.

"L'ultima volta che sono stato in città ho incontrato una bella ragazza, diceva di essere francese e che le piacevano molto i ragazzi con le fossette, inutile dirvi che poi me la sono trom.. emh ci ho fatto l'amore più volte" dice Ashton correggendosi all'ultimo ricordandosi della mia presenza.

Guardo di fronte a me il cartello della città, la mia città, Sidney.

"Inutile dirvi che dovrete sembrare persone normali agli occhi dei cittadini vero? Dobbiamo solo attraversare la città tranquillamente ed arrivare alla periferia senza problemi, non voglio che nessuno ci riconosca dunque non fate cazzate, e tu Luke per favore smetti di giocare a Pokemon Go per un attimo" dice Michael lamentandosi con il biondo che invece continua imperterrito a camminare come un mongolo avanti ed indietro in cerca di uno Zubat.

Guardo gli enormi grattacieli della città ed il cielo sopra di essi che comincia ad annuvolarsi, tipico nelle giornate autunnali, sorrido nel vedere i cartelloni pubblicitari di moda, mi ricordano ancora della mia vecchia vita, quella da principessa viziata e non quella da barbona in fuga con dei criminali.

"Sto morendo di fame potremmo anche fermarci in un bel ristorantino, paga la principessa" dice Calum facendomi l'occhiolino, ma sono troppo persa nei miei pensieri per potergli rispondere

"Massimo potremmo chiedere ai tuoi parenti se ci offrono un'anatra alla pechinese o degli involtini primavera da portare via" lo prende in giro Ash cominciando a camminare dietro Luke che continua a inseguire i suoi animaletti virtuali.

"Una volta sono arrivato in cima a quei grattacieli per sfuggire alla polizia, si erano incazzati parecchio ed avevo solo rubato un orologio, però mi ricordo come era bello stare lassù, mi sentivo quasi potente, guardavo le persone dall'alto come se fossero delle formichine e mi sentivo in cima al mondo" guardo Michael che sta fissando con un sorriso sulle labbra la città, i suoi occhi versi vagano sulle costruzioni rivivendo i ricordi di un infanzia spericolata.

PRINCESS// MICHAEL CLIFFORDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora