Capitolo 35

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Haley Pov
Sono stato un idiota ma io ti amo più della mia stessa vita, ho fatto un errore e lo so, avrei dovuto dirtelo prima ma ogni volta che ci provavo andava sempre a finire male. Ti prego perdonami, ti amo tanto e ho bisogno di te.
Da quando l'ho visto non riesco a sentire altro apparte queste parole.
Tutto questo mi faceva sentire insicura, insicura su qualsiasi cosa.
Provai a dimenticare tutto facendo una lunga doccia fredda ma non servì a niente.
Era come se il ritorno qui, il fatto di averlo visto, mi volesse far capire qualcosa, ma non riuscivo a capire niente, mi sentivo solo insicura e confusa.

Tom Pov
Appena Haley era tornata a casa aveva buttato lo zaino per terra ed era corsa di sopra senza salutare nessuno. Guardai Steph per capire cosa fosse successo ma alzò le spalle, ma sapevo perfettamente che lei sapeva tutto.
Andai di sopra e la ritrovai per terra con i capelli bagnati e teneva la testa incassata fra le gambe.
"Haley, che succede?"
"Niente." Disse mentendo.
Quando l'avevo lasciata a scuola era tutta sorridente e felice ed ero andato via felice, invece avevo sbagliato ad andare via. Mi misi davanti a lei cercando di capire cosa non andava.
Le alzai il mento e vidi che piangeva.
"Haley, mi puoi dire cosa è successo per favore?"
"No Tom non è successo niente. Sono io che sono fatta così, e tu sei troppo perfetto per perdere tempo con una persona incasinata come me! Tu meriti di meglio dalla vita Tom, non ti meriti una deficiente come me! Mi hai vista? Sono ridicola e tu perdi tempo a stare con me!"
Non capivo perché diceva queste cose, andava tutto bene, perché dire queste cose?
"Haley ma che dici? Ma sei impazzita per caso? Non mi ami più?" Avevo quasi paura a chiederglielo.
Lei scosse la testa e disse "No, io ti amo ma tutto questo mi fa capire che io non sono e non sarò mai alla tua altezza. L'ho notato anche nello sguardo dei tuoi genitori quando mi hanno conosciuto, soprattutto sullo sguardo di tua madre."
"Ma che cazzo te ne frega di loro Haley! Tu non sei alla mia altezza? Semmai è il contrario. Io sono tutt'altro che perfetto e non me ne frega niente di quello che pensa la gente, puoi avere tutti gli esaurimenti nervosi che vuoi, ma non sarà questo a farmi allontanare da te!"
Lei mi guardò e disse "No, so già che farò qualche cazzata e tu perderai la pazienza e te ne andrai, quindi togliamoci subito il problema." Disse indicando la porta.
Non volevo andarmene ma sapevo che se non l'ascoltavo l'avrei persa veramente.
Mi alzai e andai verso la porta, se fossi rimasto si sarebbe incazzata ancora di più.
Scesi le scale e Steph disse "Allora?"
"Non so cosa fare."
"Ci penso io. Carter dove sono i bicchieri e l'alcol?"
"Vuoi farla bere?" Disse alzando la voce.
"Non proprio. Ti puoi fidare di me per favore una volta tanto?!" Disse guardandolo male.
Questo mi fa comprendere che tra loro non è andato proprio alla perfezione.
Lui annuì e disse "I bicchieri sono sul ripiano alto e l'alcol dovrebbe essere lì."
Lei sparì in cucina e dopo poco tornò con dei bicchieri e vari tipi di alcol e andò di sopra.
"Che ti ha detto di strano?"
"Che non sono alla sua altezza."
"Lasciala stare, fra un po capirà che ha detto tante cazzate e ti chiederà scusa."
Annuii poco convinto e disse "Vieni, con mia sorella e i suoi drammi ci vuole un po di alcol." Mi misi a ridere e senza nemmeno accorgermene buttai giù il primo bicchiere in pochi secondi.

Haley Pov
Ero stata cattiva con Tom, lui provava solo ad aiutarmi ma non volevo che mi vedesse così e mi sono fatta prendere dall'agitazione e gli ho detto tutto quello che pensavo.
Bussarono alla porta e dissi "Vai via Tom."
"Non sono Tom, sono Steph, posso entrare?"
"Sì." la vidi entrare con dei bicchieri, con l'alcol e le sigarette e la guardai strana.
"Fidati, funziona." io sorrisi e versò in due bicchieri alti un po di tequila con la vodka.
Brindammo e buttai giù un sorso di drink.
"Se ne è andato?" Dissi con le lacrime agli occhi.
"No, lui non se ne andrà mai. Sta solo cercando di aiutarti."
"Steph gli ho detto delle cose davvero cattive, mi sento così male per avergli detto quelle cose."
"Haley può succedere di dire delle cose che non vorresti, basta saper rimediare dopo."
"Credi che mi perdonerà?"
"Ne sono più che sicura.. È per Dylan?"
Annuii "Steph io non riesco nemmeno a capire il perché. È passato un anno da quando ci siamo lasciati e da quando ho saputo della scommessa. Io quando lo vedo dovrei provare solo rabbia, invece è l'unica cosa che non ho provato quando oggi l'ho visto." dico sincera.
"Forse non l'hai provata perché lui ti ha fatto stare bene e di sapere di quella scommessa non ti è mai importato niente."
E se avesse ragione? E se a me non fosse importato niente di quella scommessa? No, è una cosa impossibile. Se non mi fosse importato niente della scommessa non mi sarei messa con Tom e di sicuro ora non starei bene con lui, giusto?
"Senti io vado di sotto, riflettici un pochino e cerca di capire cosa vuoi."
Oh ma io so cosa voglio "Io so cosa voglio, io ho bisogno di chiedere scusa a Tom." ne sono più che sicura.
"Va bene. Io vado giù." Disse alzandosi e chiudendosi la porta alle spalle.
Stetti ancora un po per terra con il bicchiere in mano e con la cannuccia giravo il liquido facendo sciogliere il ghiaccio.
Non sapevo come chiedere scusa a Tom, non riuscivo a trovare le parole giuste per scusarmi con lui.
Io non volevo essere rifiutata da lui, ora per me lui era troppo importante.
Guardai fuori dalla terrazza e mi sembrava di aver visto qualcuno ma scossi subito la testa, era solo la mia stupida immaginazione.
Qualche minuto dopo bussarono alla finestra della terrazza. Avevo paura ad alzarmi per andare a vedere chi fosse quindi decisi di rimanere seduta per terra.
Fuori continuarono a bussare, forse era il deficiente di Tom che voleva mettermi paura.
Mi alzai con fatica e mi sistemai la maglietta del pigiama, lasciai il bicchiere sulla scrivania e mentre aprivo la finestra dissi "Tom se mi vuoi mettere paura hai prop.." Lasciai la frase a metà.
Li fuori non c'era Tom, c'era Dylan.
"Che ci fai qui?" Dissi facendo sparire il sorriso dal mio viso.
"Io.. Io avevo bisogno di parlarti."
"Io non credo che sia il momento giusto Dylan."
"Haley non è la prima volta che appargo qui a notte fonda, so che tuo fratello è di sotto." disse appoggiandosi alla finestra e spostandosi i capelli da una parte.
"Fidati Dylan, non è per mio fratello." lui è proprio l'ultimo dei suoi problemi stasera.
"Ti prego Haley, io ho bisogno di parlare con te, io ho bisogno di dirti tutto."
"Tu mi hai già detto abbastanza."
"No ti prego non buttarmi fuori dalla tua vita, almeno finché non ti avrò parlato.. Ti prego." Disse guardandomi con i suoi occhi verdi, che in questo momento sembravano così sinceri.
Quando mi guardava con quegli occhi non riuscivo mai a dirgli di no e anche stavolta, anche se era riuscito a farmi venire le lacrime agli occhi di nuovo, non sono riuscita a dirgli di no.
Lo guardai qualche secondo e poi annuii aprendo la finestra e mi spostai per farlo entrare.
"Però piano, non farti sentire di sotto." Lo vidi annuire e mi misi a sedere per terra senza nemmeno invitarlo a farlo.
Dylan senza pensarci si sedette vicino a me, ma mi sembrava fin troppo vicino.
"Che mi devi dire?" Avevo ripreso il mio bicchiere e continuavo a sciogliere il ghiaccio con la cannuccia. "Io non credo di averti mai raccontato tutto il mio passato.. Tu mi chiederai cosa c'entra adesso, ma è per colpa del mio passato che ho fatto quella stronzata con te.."
Presi il bicchiere e bevvi un sorso di drink. Per queste cose avevo bisogno dell'alcol. Ringrazio mentalmente Steph per avermi portato da bere prima, però l'alcol non mi bastava, avevo bisogno anche di fumare.
"Vuoi andare a parlare qui fuori?"
"Sì." si alzò e mi offrì le mani per aiutarmi ad alzarmi.
"Grazie." dissi una volta in piedi.
Presi una felpa e le sigarette e uscimmo in terrazza dove mi accesi la sigaretta.
Gli feci cenno di continuare a parlare, ora avevo tutto per poter affrontare qualsiasi cosa.
Lui fece un respiro profondo e iniziò "Quando vivevo in Minnesota con mia madre mi sono subito fatto una grande fame di ragazzaccio entrando a far parte di un gruppo di ragazzi che si divertivano con le ragazze. Per via di una rissa, nella quale sono riuscito a cavarmela, hanno deciso di farmi diventare il capo e tutti mi rispettavano e facevano quello che dicevo io." Si fermò qualche secondo "Io ero un po l'unico lì in grado di abbordare le ragazze ed ero l'unico che riusciva sempre a non far capire a queste ragazze che venivano fregate."
"Che cosa facevate a queste ragazze?" Dissi a bassa voce.
"Scommettevamo. Queste ragazze erano tutte delle santarelline e dopo averci frequentato venivano buttate fuori dalle loro famiglie e quando ci chiedevano aiuto noi facevamo finta di non conoscerle e le lasciavamo sempre nella merda."
Lo guardai negli occhi piangendo, non riuscivo a credere a quello che mi stava dicendo.
"Voi sfruttavate le ragazze portandole a letto e rovinandole per sempre?"
Il 'voi' in realtà per me era un 'tu' perché non mi importava degli altri, mi importava di lui.
"So che può sembrare una cosa brutta Haley ma ti giuro che sono uscito da quel gruppo per sempre."
Ora tutto quello che riuscivo a pensare è che forse lui voleva rovinare anche me.
"Tu volevi rovinare anche me?" Dissi con una piccola speranza in una risposta negativa.
"No, non ci ho mai pensato! Non ti avrei mai fatto del male e di sicuro non ti avrei mai rovinato! Io ti amavo davvero Haley, per loro non ho mai provato niente, io ti amavo sul serio." Disse seriamente guardandomi negli occhi.
"Devi dirmi altro per caso?" Dissi asciugandomi le lacrime con il dorso della mano.
"Sì. Oggi quella ragazza che hai visto è una mia vecchia amica. Per me lei è come una sorella, era in quel gruppo di pazzi anche lei e l'ho portata qui con me perché volevo che anche lei uscisse da quel gruppo." mi guardò "Mi dispiace tanto."
"Per cosa ti dispiace?" Dissi non capendo.
"Per questo." Disse avvicinandosi e prendendomi il mento tra due dita e baciandomi.
Accettai il bacio per qualche secondo ma poi mi venne in mente lui e mi staccai.
"No Dylan, non posso farlo."
"Perché no?"
"Io ho un ragazzo Dylan!" Dissi alzandomi. Lo sapevo che avevo sbagliato a farlo entrare e a parlare con lui, sono una vera idiota!
"Haley tu non vuoi capire allora!"
"Che cosa dovrei capire? Che sono una cazzo di imbecille? Un'imbecille che si è lasciata le cicatrici ovunque perché credeva ancora che ci fosse un briciolo di speranza!" Solo quando lo dissi mi resi conto di quello che avevo detto.
"Quali cicatrici Haley?"
"Niente." dissi abbassando la felpa per non fargli notare niente ma lui era più veloce di me, mi alzò la manica e vide i segni sul polso.
"È per colpa mia?"
"Sì.. Credevo che ci fosse ancora speranza." dissi sincera.
"Haley mi dispiace tanto, non volevo portarti a questo."
"Invece lo hai fatto."
Lui mi abbracciò e disse "Io se sono qui è per un semplice motivo."
"Quale sarebbe?"
"Riavere ciò che è mio." Disse diretto avvicinandosi.
La distanza tra di noi era poco più di un centimetro e voleva solo azzerare le distanze, e per la seconda volta nella stessa sera ci è riuscito.
"Io ti amo ancora tanto Haley, non ho mai smesso di amarti."
"Ma io ora ho Tom."
"Io so che tu mi ami, e lo sai anche tu, lo devi solo sentire qui." Disse indicando il cuore.
"Io sento già troppe cose, e so che qui ora c'è solo lui."
"Ti prego Haley non farmi questo, sai che io e te insieme funzioniamo alla perfezione, perché devi cercare la felicità in un coglione quando ci sono io qui?"
"Dylan lui mi fa stare veramente bene, non mi ha mai fatto soffrire, nemmeno una volta e io sto troppo bene con lui, e io l'ho fatto incazzare e ho bisogno di chiarire con lui al più presto."
"E noi? Cosa mi dici di noi? Non esistiamo più?"
"Sì, ma qui dentro." dissi indicando il cuore "Non possiamo più stare insieme."
"Perché? Dammi un'altra possibilità, io posso cambiare Haley."
"Io non ce la faccio. Io non ce la faccio a fidarmi di nuovo di te." Lo avevo ferito, ne ero consapevole, lo avevo letto nei suoi occhi, ma era la verità, io non sapevo più se fidarmi di lui.
"Non possiamo nemmeno tornare amici?"
"Sì, se vuoi possiamo tornare amici, ma io ora amo Tom."
Lo vidi arrendersi per la prima volta nella sua vita da quando lo conosco e in un certo senso faceva male vederlo così.
"Dylan mi dispiace tanto."
"Anche a me, avrei dovuto venire a New York quel giorno. Ci vediamo allora."
Annuii e lo vidi scendere dalla terrazza del secondo piano e di seguito uscire da casa mia.
Tornai nella stanza e poi andai di sotto dove vidi i ragazzi seduti sul divano.
"Tom, possiamo parlare un attimo?"
"Si." si alzò e mi seguì nella mia stanza.
"Mi dispiace Tom, non volevo dire tutte quelle cose, io non voglio che tu te ne vada. Io ti amo e ho bisogno che tu stia con me.. Mi puoi perdonare?"
"Io ti perdonerò sempre, ma perché pensi quelle cose?"
"Non lo so. A volte quando stavamo insieme a New York, alle partite o quando eravamo in giro mi sentivo come se io non fossi adatta a te. Ricevo sguardi orribili ogni giorno e ho iniziato a pensare queste cose. Mi dispiace tanto."
"Tu non devi pensare queste cose. Se ho scelto te c'è un motivo, non ti ho scelto perché eri l'ultima scelta, ti ho scelta perché mi piaceva il tuo carattere, il tuo modo di fare, tutto. Però sembra che quella ragazza che ho conosciuto con quel bellissimo sorriso e quei bellissimi pregi sia rimasta là."
"Lo so, mi dispiace tanto Tom, non volevo che mi vedessi impazzire così."
"Ho visto le tue debolezze, tutti ne hanno almeno una, io ti amo per quello che sei, non per quello che tutti si aspettano."
"Quindi sono perdonata?" Chiesi con gli occhi a cerbiatto.
"Sì amore, si." e mi baciò "Ma se fai questi occhi a una persona che non sono io mi arrabbio."
"Cretino." e lo baciai intensamente.
Mi prese in braccio a mo di principessa e mi sdraiò sul letto, mi tolse la felpa e io li tolsi la maglietta senza staccarmi da lui.
Perché rischiare quando ho la persona che amo di più al mondo qui davanti a me?
Perché sappiamo entrambe che tu e Dylan non sarete mai solo amici.
Zitta stupida coscienza!
Continuai a concentrarmi su ciò che avevo davanti e feci uscire dalla mia testa tutti questi pensieri imbecilli che mi facevano solo stare male e che mi facevano perdere il controllo.

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