Dylan Pov
Se devo essere sincero non ero sicuro che lei sarebbe venuta davvero ieri sera.
La mattina avevo deciso di farle quel regalo non perché la constringesse a venire a parlare con me ma solo perché lo facevo sempre e quando lo facevo lei era sempre felice.
L'istinto di baciarla ieri sera era fortissimo e infatti non sono riuscito a fermarmi e l'ho fatto.
È stata una bella sensazione perché, anche se per pochi minuti, ho avuto la sensazione di riaverla di nuovo con me, ma quando poi ci siamo staccati quella sensazione è svanita perché sapevo di essere tornato alla realtà, una realtà in cui però io non volevo vivere.
Decisi di non parlarle perché volevo che pensasse a questa cosa da sola, senza nessuno intorno che le diceva cosa doveva fare.
Io speravo con tutto il cuore che lei scegliesse me e mi desse un'altra possibilità, ma c'era qualcosa dentro di me che mi diceva che io non meritavo di nuovo il suo amore e che se avrebbe scelto lui sarebbe stata più felice.
Io con le ragazze ho sempre imposto delle regole, e una di queste era proprio non innamorarsi mai di una di loro.
Io ci scommettevo, ci facevo il coglione, non mi importava se poi ci stavano male o altro, il mio obbiettivo era solo quello di divertirmi. Ma quando è arrivata lei, quando sono arrivati quegli occhi azzurri splendenti che vedevano in me qualcosa di più che un semplice ragazzo puttaniere, il mio obbiettivo era diventato un altro.
Fin da quando l'ho baciata la prima volta ho capito che per lei non c'erano più regole e non ci sarebbero mai più state. In quei momenti con lei pensavo davvero che fosse riuscita a far uscire dal guscio il Dylan dolce e che sapeva amare, e ci era anche riuscita, ma io sono riuscito a rovinare tutto.
Per questo sto pensando che lei metterà sempre al primo posto il ragazzo perfetto che è stato con lei nei momenti più difficili.
La sera dopo ero con mia madre, Sam e Rosie a mangiare quando bussarono alla porta.
Mi alzai e quando aprii vidi Carter che sembrava molto felice "Bro, il coglione se ne va."
Rimasi sulla porta e dissi "Che vuol dire che se ne va? Lo ha mandato via?"
"Nono, o almeno non per ora. Torna a New York per allenarsi bro, questa è la tua occasione!"
"Bro ho promesso a tua sorella che non le avrei più rotto finché non avrebbe deciso."
"Va bene, non farti vedere e non parlarle. Ma almeno puoi aiutarmi con la sua festa di compleanno?"
"È venerdì giusto?"
Carter annuì "Non posso fare tutto da solo, ho bisogno di qualcuno che la conosca bene, e per quanto non vorrei ammetterlo, tu la conosci meglio di tutti."
Sì, la conoscevo alla perfezione ma organizzare la sua festa di compleanno voleva dire vederla quella sera.
"Ti prego Dylan, lo apprezzerà. Mi puoi aiutare per favore?"
Sospirai "Va bene. Ti aiuto ad organizzare la sua festa di compleanno."
"Lo sapevo che avresti accettato. Però dove possiamo farlo?"
"Qui c'è un appartamento grande e vuoto, si portano i tavoli, da bere e poi ci sono anche delle stanze al piano di sopra. C'è parecchio spazio. Domani se vuoi chiedo se posso prenotarla per quella sera."
"Ne sei sicuro?"
"Certo, tu pensa a cosa ci serve e poi ce ne occupiamo."
"Grazie bro. Allora ci vediamo domani." ci scambiammo il nostro saluto e se ne andò.
Il giorno dopo andai a parlare con il proprietario, e per la stanza mi chiese 500 dollari.
Di solito non avrei mai pagato per avere una stanza per festeggiare un compleanno ma questo era un caso particolare, e poi da bere lo avrebbe preso Carter quindi non dovevo più preoccuparmi. Dopo essere uscito dal condominio andai a comprarle un regalo, ma dato che la mia conoscenza in cose che riguardano i regali era pari a zero chiamai Alexis.
Alle 4 eravamo nel centro commerciale, Alexis aveva già comprato il suo regalo ma non mi disse cos'era "Deve rimanere segreto, è un regalo importante." continuava a ripetermi.
"Va bene Al, ora puoi aiutarmi per favore? Non so proprio cosa regalarle."
"Lo devo comprare io e poi lo spacci per tuo?"
"No. Lo compro io, tu devi solo aiutarmi a sceglierlo. È 18 anni che la conosci, che dici la conoscerai bene no?"
"Sì." Disse guardando una vetrina "Idea! Vieni." Disse strattonandomi in una gioielleria.
Dopo un'ora lì dentro trovai finalmente il regalo adatto.Haley Pov
La sera quando tornai a casa ebbi subito il bisogno di parlare con qualcuno, e quel qualcuno oltre a Steph era Alexis.
Appena la chiamai lei venne immediatamente a casa mia. Ci rinchiudemmo nella mia stanza e raccontai ad entrambe ciò che era successo.
Alexis conosceva molto bene sia me che lui quindi avevo bisogno della sua opinione.
"Sei ancora innamorata vero?"
"Io non lo so. Vi giuro che non ci sto capendo più niente, certo sapevo che venendo qui le cose si sarebbero complicate ma non pensavo così tanto."
"Cerca di capire cosa vuoi." Annuii sconfitta e poi Alexis tornò a casa sua e io rimasi con Steph.
Questa mattina quando mi svegliai e scesi le scale per fare colazione vidi Tom e sembrava nervoso.
"Dopo possiamo parlare per favore?"
"Si." finii di fare colazione e poi tornai in camera mia con Tom.
"Che succede?"
"Mi ha chiamato il coach, devo tornare a New York domani. Hanno anticipato gli allenamenti."
"E per quanto dovrai restare li?"
"Io credo che quando tu tornerai al college a settembre io sarò ancora lì."
"Quindi vuol dire che non ti vedrò più per un mese?"
"C'è una possibilità, potresti tornare a New York con me."
"Io non posso tornare a New York ora, io devo stare a scuola in questo mese."
"Lo so. Non ti sto obbligando a venire con me ma io avrei bisogno di te là con me."
"Anche qui hanno bisogno di me, ho promesso alle ragazze che sarei rimasta fino alla fine dell'estate."
"Andiamo Haley sono delle bambine, cosa pensi che facciano? Non li cambia se ci sei o no, sono piccole, non sono sotto la tua responsabilità."
"No, non sono sotto la mia responsabilità è vero, ma sono come delle sorelle, non posso ferirle di nuovo partendo di punto in bianco."
"Cazzo Haley lo hai già fatto l'anno scorso e a settembre dovrai tornare là, le ferisci lo stesso."
"No perché loro sanno che me ne andrò a settembre, non che me ne vado domani!" Dissi alzandomi.
"Dai cazzo se hai dei problemi sono sicuro che la piccoletta verrà di sicuro a trovarti."
"Forse hai ragione, saranno anche delle bambine ma quella piccoletta che dici tu non hai nemmeno la minima idea di quello che ha fatto per me e non hai idea di quanto cazzo mi sia mancata. Sono cresciuta in quella scuola e ora cosa faccio, vado lì e li dico che domani me ne vado perché il mio fidanzato deve andare ad allenarsi prima del previsto? Mi dispiace ma non posso farlo, non posso deluderle ancora."
"Cazzo ho passato un'estate a vederti fare su e giù per le scuole di danza, non credi di dovermi qualcosa?"
"Io non ti ho mai obbligato a venire qui, è stata una scelta tua. Io ti avevo avvertito, ti avevo detto che sarebbe stato così e tu mi hai detto che non c'erano problemi, se avevi problemi dovevi solo dirlo e basta."
"E già che ci sono io non sono venuto qui per fare a botte con il tuo ex fidanzato, che tra parentesi secondo me è uno dei motivi per cui tu vuoi rimanere qui, non è vero?"
"Senti sai che c'è? Vai a New York, vai pure, dimmi ciò che vuoi ma non dirmi che io voglio rimanere qui per lui perché l'unico cazzo di motivo per cui io quest'estate sono qui è perché avevo bisogno di tornare a scuola. Lui era il mio ultimo pensiero, e tu avresti dovuto saperlo ma invece l'unica cosa che capisco ora è che tu non ti fidi di me, cosa che invece io ho sempre fatto. Quindi vattene a fanculo a New York!" Dissi piangendo e urlando.
Se Carter adesso è ancora in casa è finita. Uscii dalla stanza e corsi di sotto.
"Haley mi dispiace io.."
"Vaffanculo Tom." dissi uscendo fuori di casa.
Rimasi fuori tutto il pomeriggio e anche tutta la sera, non mi importava più di niente ormai.
Carter aveva provato a parlarmi ma avevo mandato via anche lui e ci stavo male, ma finché non sarebbe tornato non avrei potuto parlargli.
Dopo poco mi sentii mettere una giacca sulle spalle e Tom si mise davanti a me. Provai ad alzarmi ma lui mi fece stare seduta.
"Che vuoi?"
"Mi dispiace tanto Haley, non volevo dire quelle cose, sono stato un vero coglione e per questo stasera non partirò per New York, rimarrò qui con te."
Scossi la testa "No, ci devi andare. Non puoi permetterti di essere escluso dalla squadra perché non sei partito. Non partivi domani?"
"Hanno anticipato il volo.. E tu? Non voglio lasciarti da sola qui."
"Non sono sola. C'è Steph, Alexis, Carter.. Non sono sola." c'era anche Dylan ma non mi sembrava il caso di dirlo.
"Ne sei sicura?"
"Sono sicurissima. Chase parte con te?"
"Sì."
"Vi portiamo all'aeroporto?"
"Se vuoi si."
"Va bene. Adesso arrivo." Lui si alzò e io rimasi fuori a guardare il cielo.
"Haley? Andiamo?"
Mi alzai e andai verso la macchina di Chase "Ragazzi ma la macchina?"
"Forse riusciamo a tornare, sennò la riporta Steph a settembre quando tornate."
Annuii e salii in macchina.
All'aeroporto non fu tanto così complicato come pensavo. Si certo, fu difficile vederlo andare via ma sono stata peggio quando me ne sono andata lasciando qui Dylan.
Tornai a casa con Steph quando chiamarono l'imbarco per New York.
A casa vidi la macchina di Carter parcheggiata fuori dal vialetto e quando entrai dissi "Steph io vado di sopra."
Lei rispose che avrebbe dormito nella stanza degli ospiti di sotto e poi io andai verso la camera di Carter.
Bussai sperando che non ci fosse nessuno con lui.
Non rispose nessuno, mi feci forza e aprii la porta ma c'era solo lui che dormiva.
Cercai di fare piano ma mi sentì subito "Haley?"
"Sì."
"Che sta succedendo?"
"Ho bisogno di te Carter." dissi con le lacrime agli occhi.
Lui si sedette e mi abbracciò "Dai tesoro che hai fatto?"
"Io.. Non lo so nemmeno io Carter. Tom se ne è andato e.."
"E stai male?"
"No, cioè si ma mi ha detto delle cose cattive."
"Cosa ha fatto il bastardo?" Disse alzando la voce alterandosi.
"Mi ha detto che sono tornata qui sono per Dylan."
"Ed è vero?"
"No, io non ero tornata qui per lui."
"Lui invece sì sai?"
"Che cosa?"
"Lui è tornato qui per te, ma ti ha trovata già occupata."
"Lo so. Ho parlato con lui." dissi guardandolo.
"Ecco dove finivi ogni sera! E quindi? Cosa è venuto fuori?"
"Che sono cogliona." dissi mettendo la testa sulla sua spalla piangendo.
"Non sei cogliona Haley."
"Sì Carter lo sono. Ho mentito a Tom per una settimana perché dovevo parlare con Dylan, gli ho mentito quando abbiamo fatto la serata delle coppie e gli ho mentito su tutto quello che riguarda Dylan."
"Guarda che nemmeno lui è un santo eh, qualche cazzata l'avrà fatta anche lui."
"Io e lui non avevamo mai litigato prima di venire qui.. Anzi, prima di rivedere Dylan se devo essere sincera."
"Senti Haley tutti abbiamo dei problemi, tutti dobbiamo ritornare sui propri passi un giorno, e tu lo stai facendo perché stai facendo tornare Dylan nella tua vita e anche se sarà difficile sappi che se lo vuoi davvero poi sarà la cosa più bella del mondo."
Tenni la testa sulla sua spalla e dissi "Tu ti fidi di me vero Carter?"
Lui si alzò e mi guardò fisso negli occhi "Sempre." Oddio pensavo che mi dicesse di no "Ma perché me lo stai chiedendo?"
"Perché nessuno si fida più di me."
Lui tese la mano e la aprì e io misi la mano sulla sua e lui la strinse "E a te che importa? Io mi fido di te, e anche lui si fida di te, e tanto."
"Tom non si fida."
"Non stavo parlando di lui. Stavo parlando di Dylan sorellina."
"Come lo sai?"
"Lo so e basta."
"Non ti da più fastidio che stia con lui?"
"Non ha mai smesso di darmi fastidio però se tu sei felice con lui non posso tenerti lontana da lui. Però, se dovessi scegliere lui davvero, se fa qualche cazzata lo ammazzo." Strinsi la sua mano e appoggiai la testa sulla sua spalla ridendo.
"Ti prego perdonami, non volevo allontanarti prima."
"Lo so quindi non chiedermi scusa, non hai bisogno di scusarti con me."
"Grazie Carter, grazie davvero."
"Rimani qui con me?"
"Non voglio darti fastidio."
"Smetti di dire così, tu non mi dai fastidio. A volte mi comporto da stronzo quando ci sono le ragazze o gli amici ma tu non mi dai mai fastidio."
"Grazie Carter."
Mi abbracciò e mi appoggiai al suo petto "Domani parlerò con Steph."
"Ti voglio vedere felice." dissi guardandolo.
Lui mi sorrise e mi diede un bacio sulla fronte.
La rabbia, la delusione, ogni tipo di sentimento, se ne erano andati stando con Carter e così sarà sempre.
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Sei il mio errore più bello
RomanceLei: Haley Mason, 17 anni, una ragazza bella e intelligente, una promessa ballerina, una famiglia grande e ricca che però non riesce a capirla. Una ragazza che fuori appare forte come una roccia ma che dentro è fragile come un cristallo, e ormai da...