Capitolo 45

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Haley Pov
Mi aveva lasciata così, senza dire niente. Non aveva urlato, non aveva sbraitato, non aveva fatto niente di niente.
So che aveva bisogno di pensare e non volevo metterlo troppo sotto pressione.
Io lo amavo tantissimo e lo amerò sempre ma non potevo costringerlo a fare quello che non voleva fare.
Appena tornai a casa mia madre disse "Allora?"
"Gliel'ho detto ma non ho avuto una risposta. Non voglio metterlo troppo pressione."
Lei annuì e mio padre mi diede una lettera.
"Cos'è?"
Mi fece segno di leggere e l'aprii.
Salve signorina Mason,
Abbiamo visto tanti dei suoi successi e in questa lettera vorremmo proporle una cosa.
A noi e ai membri della giuria rimasti piacerebbe tantissimo averla tra di noi nella giuria del premiato programma di danza So You Think You Can Dance.
Noi pensiamo che lei abbia tanto talento e che sia la migliore pretendente per questo posto nella giuria.
Il programma durerà un mese e mezzo e sarà ad Hollywood. Che ne dice signorina Mason? Accetta la nostra sfida?
La direzione.
O santo dio, mi vogliono davvero come giudice? Stavo andando fuori di cervello, amo quel programma e essere parte della giuria è sempre stato uno dei miei più grandi sogni.
"Sisisi! Papà si voglio farlo."
"Allora posso dare il tuo consenso?"
"E me lo chiedi? Si papà si!" Lui mi sorrise e andò nel suo ufficio per chiamare la direzione.
Nel frattempo arrivò Carter e disse "Allora piccola? Hai letto la lettera?"
"Lo sapevi già?"
"Sì. Hai accettato?"
"Sì."
"Brava piccola." Disse abbracciandomi e tirandomi su.
Quando mi lasciò se ne andò di sopra e la mamma disse "È il momento amore. Vai a parlargli."
Annuii e salii le scale.
Prima mi misi il pigiama e poi andai nella camera di Carter che era aperta.
"Posso?" Dissi bussando sullo stipite della porta.
"Sì vieni."
Okay, era il momento "Ho bisogno di dirti una cosa molto importante Carter."
"Che succede? Non riguarda Dylan vero? Ci ho parlato prima e non mi ha detto che avevate litigato."
"Non abbiamo litigato. È successa solo una piccola cosina."
Cambiò lo sguardo e disse "Cosa hai fatto?"
Presi un respiro profondo e chiusi gli occhi "Quella sera io e Dylan siamo andati a letto insieme e non abbiamo usato le precauzioni. Nessuno dei due era ubriaco o altro, avevo solo bisogno di lui."
"E quindi?.." Disse facendomi segno di continuare "Avevo un ritardo del ciclo e tra nove mesi non saremo più in quattro in casa."
Lui incenerì lo sguardo e si alzò "Ti ha messo incinta?" Disse urlando.
"Zitto Carter non urlare."
"Non ci credo, pensavo fosse diventato serio stavolta invece no, è il solito coglione di sempre!" Disse rimettendosi la maglia, pronto di sicuro ad andare ad ammazzarlo.
"Carter non è colpa sua! Abbiamo fatto una cazzata e ora ne pago le conseguenze."
"Ne paghi le conseguenze? Che cazzo dici Haley? Io quel coglione del cazzo lo ammazzo! Aspetta, ma perché non mi ha detto niente? Non glielo hai detto?"
"Sì gliel'ho detto. Ma se non ti ha visto incazzato ha capito che non te lo avevo detto e che non era una cosa che doveva fare lui!" Dissi difendendolo e tenendolo fermo cercando di non fargli fare cazzate, potrei perderlo ancora di più se Carter gli fa del male.
"Carter sta fermo cazzo! Non andare da lui hai capito bene? Non mi ha detto niente e finché non mi dirà qualcosa non andrai da lui!"
"Ah e il coglione non vuole nemmeno prendersi le sue responsabilità? Io lo ammazzo per davvero!"
"Stai fermo cazzo! Se vai a parlare con lui io non ti parlo più!" Dissi incazzandomi.
Lui si fermò e disse "Ora come ora non me ne può fregare un cazzo!"
Le parole fanno male, sono come delle lame che trafiggono la parte più debole di te, e lui con queste parole ha trafitto il mio cuore.
Avevo le lacrime che mi rigavano il viso e se ne accorse "Haley io.."
"No, vattene a fanculo Carter! Mi dispiace di aver rovinato la tua vita, non era mia intenzione, io volevo solo avere una persona a cui voglio bene intorno e pensavo che tu mi volessi bene, invece ho solo sbagliato. Tanto lo faccio sempre, tanto gli errori li faccio sempre io in questa casa no?! Vaffanculo!" Dissi alzando la voce e andando nella mia stanza a piangere.
L'unica persona che pensavo mi sarebbe stata vicina non ha alcun interesse per questo e mi ha fatto male.
"Haley."
"Vattene! Non ti voglio vedere!" Dissi urlando.
"Ti prego fammi parlare Haley." Disse entrando nella mia stanza e mettendosi seduto sul mio letto.
"Ma mi ascolti quando parlo? Ti ho detto di andartene!" Dissi con cattiveria.
"Tanto adesso tu parli con me! Senti mi dispiace Haley okay? Sei mia sorella, la mia piccola sorellina e ti voglio un bene infinito e sapere tutto questo, vederti crescere così velocemente, fa male. Avrei voluto aiutarti a crescere ma sei già cresciuta da sola e troppo in fretta. Tutti facciamo delle cavolate e forse questa non lo è nemmeno, anzi non lo è proprio, ma vederti così sicura, così avanti con la tua vita mi fa capire che forse avrò perso per sempre la mia sorellina"
Lo guardai "Carter io.." Ora mi sentivo in colpa per aver fatto la stronza.
"No. Non ti ho mai aiutato per niente. L'incidente ci ha diviso, tu sei cresciuta e lo hai fatto da sola. Io volevo essere un esempio per te e invece per te non ho fatto niente. Potrai mai perdonarmi per non aver fatti niente per te?"
"No, tu hai fatto tutto quello che potevi fare. Fin quando siamo stati insieme sei stato il mio unico esempio, e forse è per questo che faccio queste cose. Io ti voglio bene Carter e vorrei solo che tu non te ne andassi mai."
"Io e te, una cosa sola.."
"..superiamo ogni ostacolo e lo facciamo.."
"Insieme" dicemmo quelle parole come quando eravamo piccoli, prendendo ogni singola parola come una cosa seria.
Lo abbracciai e piansi "Dai piccola non piangere. È colpa di Dylan?"
"Io non lo so okay? Non so cosa vuole fare e sto male."
"Non preoccuparti per lui, se non ci sarà lui ci sarò sempre io. Per i momenti di difficoltà io ci sarò sempre." misi la mano sulla sua e la strinsi.
Alla fine mi addormentai con Carter che mi abbracciava e con la mia mano sulla sua. Come avrei mai potuto andare avanti senza di lui? C'è poco da fare, non ci sarei mai riuscita.
Quando mi svegliai mi vestii per andare a scuola.
Ormai avevo preso una decisione e non potevo essere più sicura di così.
"Congratulazioni per il posto nella giuria piccola mia!"
Ma perché lo sapevano tutti tranne io?
"Lo sapevi già?"
"Sì, sono loro che mi hanno chiesto di parlare con tuo padre."
Le sorrisi "Abby avrei bisogno di parlarti in privato."
"Sì, vieni nell'ufficio."
Mi fece sedere sulla sedia e lei si mise sul tavolo "Allora, che succede?"
"Non tornerò a New York Abby."
"Perché tesoro? Ti trovi bene all'università no?"
"Sì mi trovo benissimo è solo che ho un piccolo problemino."
"Cioè?"
"Il primo è il programma, il secondo è che sono incinta." le si bloccò lo sguardo e dissi "Abby?"
"Stai scherzando vero?"
"No. Io volevo chiederti se l'offerta di lavoro che mi avevi fatto qualche mese fa è ancora disponibile." Chiesi un po preoccupata.
"Questo posto per te sarà sempre libero tesoro mio. Allora vuoi davvero essere la mia vice? Vuoi davvero fare l'insegnante in questa scuola?"
"Sì, io ho davvero capito che questo è quello che voglio. Voglio rimanere qui, a casa mia, voglio restare nella mia scuola e voglio avere un futuro assicurato, e so che da insegnante qui potrei averlo." dissi convinta.
"Il posto è tuo tesoro e lo sarà sempre."
"Grazie Abby, grazie davvero." dissi abbracciandola.
"Vieni, è il momento di fare lezione e dato che questo ora è il tuo lavoro lo diciamo alle ragazze."
Annuii e andammo nello studio. Abby spense la musica e disse che doveva fare un annuncio e le ragazze si fermarono.
"Ragazze sono fiera di presentarvi la vostra nuova insegnante e la mia fantastica vice. Haley."
"Allora non torni davvero a New York?" Disse Maddie con le lacrime.
"No, rimango qui."
Mi abbracciò e poi continuarono a fare lezione.
Maddie non aveva assoli questa settimana quindi decise di venire a parlarmi mentre ero alla reception.
"Allora? C'è un motivo per cui tu rimani qui Haley?" Disse sedendosi accanto a me e mettendo le braccia sul desk.
"Ma perché sai sempre tutto?" Chiesi sorpresa.
"Chi lo sa. Forse perché ti conosco e so che non rinunceresti a stare lontana da qui." Aveva perfettamente ragione.
Quando ho saputo di essere una studentessa universitaria di New York non ci ho pensato mezzo secondo e sono partita subito.
"Forse questa potrebbe essere una cosa che ti può sconvolgere."
"Posso affrontare tutto. Sono tua sorella no?"
Annuii poco convinta, questa cosa l'avrebbe sconvolta sul serio quindi decisi di rigirare il discorso nel peggior modo possibile.
"I tuoi genitori hanno dei fratelli che hanno figli o altro?"
"Sì, la sorella di mia madre ha un figlio, ma che c'entra?"
"Ecco, questo bambino come la chiama tua mamma?"
"Zia." Disse ancora più confusa.
"Ecco. Tu sorellina mia lo diventerai presto." Mi guardò seria, ora aveva capito tutto alla perfezione.
"Stai per diventare una mamma Haley?"
"Sì. Sto per diventare mamma."
"Sono felice per te Haley." Disse abbracciandomi "Ma non ti sembra un po strano?"
"Che cosa?"
"Fra tuo figlio e tua sorella ci saranno undici anni di differenza. Strano no?" Disse sorridendo.
"Abbastanza direi."
"Dylan che ha detto?"
"Non ho avuto un risposta da lui."
Lei sorrise "L'avrai presto, e se dice qualcosa di sbagliato ci penso io."
Mi misi a ridere "Grazie Maddie." e verso le nove e mezza dieci tornai a casa.
Feci la doccia e poi misi il pigiama e andai sotto le coperte cercando di addormentarmi.
Appena chiusi gli occhi sentii dei rumori.
Mi alzai e vidi dei sassi battere sulla finestra. Guardai il telefono, era mezzanotte, chi cazzo era a mezzanotte?!
Provai a riaddormentarmi mettendo il cuscino sopra la testa ma continuai a sentire quel rumore.
Mi alzai e aprii la finestra "E cazzo basta!" Poi guardai giù e lo vidi.
"Non pensavo che dormissi di già." Disse passandosi una mano tra i capelli.
"Ci stavo provando. Che c'è?"
"Ho bisogno di parlarti Haley."
Guardai verso la porta per vedere se c'era qualcuno, cosa impossibile, adesso i miei dormono e Carter è con Steph a fare non so cosa.
"Dai vieni su." Mi sorrise e si arrampicò sull'albero e scavalcò la terrazza.
Lo feci entrare "Perché devi passare dalle finestre? Esistono le porte."
"Mi piace di più far finta di essere un mistero." Disse ridendo.
"Non fare casino, dormono tutti."
Sorrise e annuì. Era bello averlo qui ma avevo anche paura, e se fosse venuto per dirmi che non mi voleva più? Chiusi gli occhi e feci un respiro profondo. Lo feci sedere sul letto mentre io rimasi in piedi, ero troppo agitata per stare seduta.
Dylan si alzò e mi fece sedere "Che succede?"
"Io mi sono dimenticato di darti una cosa l'altra sera." Disse tirando fuori dalla tasca del giacchetto una scatolina rossa e me la porse.
Aprii la scatola ormai curiosa e quando l'aprii vidi una collanina con una pallina che suonava, il regalo che le persone importanti fanno alla ragazza incinta.
"Sarai una splendida mamma Haley, vorrei essere solo una persona adatta a te e al bambino." Mi veniva quasi da pianger.
"Tu sei già la persona adatta a me e sono sicura che saresti un padre perfetto."
Lui sorrise "Non volevo ferirti. Io sapevo già cosa volevo solo che ci ho messo troppo per ammetterlo."
"E cosa vuoi?"
"Voglio stare con te, voglio essere una persona migliore per entrambi e per il bambino. Siamo giovani e allora? Queste cose succedono e non voglio lasciarti sola. Sono stato un anno senza di te perché sono stato un cretino e non posso perderti di nuovo. Non sono perfetto ma già solo il fatto che tu abbia scelto me mi fa sentire una bella persona e non posso perderti solo perché ho paura di fare una cazzata."
"Entrambi faremo delle cazzate, non voglio che tu sia perfetto, io ti voglio così, stronzo e coglione con gli altri ma dolce con me. Non voglio altro che te dalla vita." dissi felice delle sue parole che avevo aspettato per tanto tempo.
Si avvicinò e mi baciò "Mh aspetta. Mi prometti una cosa?"
"Sì."
"Se nasce un maschio mi prometti che non lo farai ballare?" Mi misi a ridere "Te lo prometto. Ma se nasce una bambina si."
Lui sorrise e scosse la testa "Lo farà solo se diventerà brava come te."
"Va bene." Lo baciai di nuovo, speravo che non mi lasciasse e non lo ha fatto.
Qualsiasi ragazzo normale se ne sarebbe andato ma lui no, lui non se ne andrà mai, o almeno spero.
"Ieri sera è venuto Carter a parlare con me." Disse lui dopo un po.
"Lo so, me lo ha detto. Grazie per non averli detto niente."
"Non potevo dirglielo. Era giusto che lo facessi tu. Come l'ha presa?"
"Avevamo litigato pesantemente, mi aveva detto delle brutte cose e poi preparati perché anche se gliel'ho vietato ti farà male."
"Lo so. E stavolta credo che sia del tutto meritato."
"Devo dirti una cosa."
"Mh non mi piace questa cosa, troppe notizie tutte insieme."
"Questa è una bella notizia."
"Sentiamo."
"Non tornerò a New York."
"Davvero? Cioè, mi dispiace."
"Non fare il coglione. Ho deciso di rimanere qui."
"C'è una ragione particolare?" E nel mentre che lo diceva si indicava.
"Sì anche per te scemo. Ma ho riflettuto davvero, i miei hanno ragione, a cosa mi serve vivere a mille chilometri di distanza da tutti per fare una stupida università quando posso avere tutto qui? Abby mi ha offerto un lavoro nella sua scuola, farò parte della giuria di un programma premiatissimo, sto per avere un figlio e soprattutto, cosa importante, ho te."
"Sapevo che avresti accettato quel posto. Ami troppo quella scuola per andartene e sei sempre a giudicare, quindi era ovvio che tu accettassi."
"Come fai a sapere del programma?"
"Me lo ha detto Carter ieri sera, mi ha detto che solo un'idiota non avrebbe accettato e io ti conosco fin troppo bene."
"Sì certo, basta essere convinti." dissi guardandolo.
"Perché non è così scusa?"
"Che ne sai? Magari se stavi con un'altra non avrei accettato di rimanere qui."
"Come potevo stare con un'altra persona?" Scrollai le spalle "L'unica persona che cui volevo stare era a più di mille chilometri di distanza e non si decideva a tornare perché è leggermente pazza."
Gli tirai una gomitata nel fianco "Sto scherzando stupida." Disse ridendo e abbracciandomi.
"Ehi sorellina per caso hai.." la frase non finì mai, gli bastò vedere Dylan per incenerire il suo sguardo.
"Carter va tutto bene, abbiamo chiarito."
"Forse voi due! Ma io a questo gli devo fare un discorso."
"Ti prego non adesso, non davanti a me." dissi guardandolo seria, lui annuì e poi lo guardò male di nuovo mentre usciva dalla stanza.
"Ti giuro che mi sono visto arrivare un pugno in faccia."
"Fidati, succederà presto. Solo che non lo farà mai davanti a me." alzò il sopracciglio "O almeno non lo farà più davanti a me." dissi correggendomi ricordando quando aveva saputo di noi la prima volta e di quando lo aveva preso a pugni davanti a me e davanti a tutta la scuola.
"Ora è meglio. Posso venire a Hollywood con te?"
"Tanto ti troverà lo stesso." dissi sdraiandomi sul letto accanto a lui "Non credevo che tu avessi paura di mio fratello."
"Infatti non ho paura di Carter. Voglio solo vedere cosa combini."
"Wow come sei simpatico oggi." dissi ridendo.
"Ti sbagli, lo sono sempre."
"Mi metti la collana?"
Lui annuì e io mi girai e tirai su i capelli "Fatto." e mi girai di nuovo verso di lui "Ti sta bene."
"Grazie Dylan." Lui sorrise e mi baciò.

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