Capitolo 15

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Dylan Pov
Era iniziato tutto per via di una stupida scommessa, per dimostrare di essere sempre il migliore.
La prima cosa che ho pensato quando mi avevano proposto questa scommessa è stata 'Okay, è solo una ragazza, facciamo uno dei miei tanti discorsi da persona seria e sarà subito mia' ma poi è bastata nemmeno mezza giornata, mi è bastato vedere il suo sorriso, i suoi occhi, tutto.
Da quel momento non è mai stata più una scommessa, alla fine è diventato davvero amore.
Mi sarei aspettato di tutto, ma mai di innamorarmi di una ragazza così.
La mia vita ora è davvero perfetta, sono davvero innamorato di questa ragazza.
Ieri siamo tornati a Los Angeles dopo una bellissima settimana e domani sarebbe stato il diciottesimo compleanno di Haley, ma ancora non avevo trovato un regalo decente.
Quindi decisi di chiamare Alexis e di farmi dare un consiglio da lei.
"Tu cosa le hai regalato?"
"Un braccialetto."
"E io cosa posso farle?"
"Non lo so.. Una collana?"
"Vediamo qui se c'è qualcosa?"
Annuì ed entrammo in una gioielleria.
Dopo aver litigato con il tipo che stava alla cassa le presi una collana d'oro con un cuore e un incisione dentro.
Mi era costata ben 800 dollari ma ne era valsa la pena, o almeno lo speravo.

Haley Pov
Quando siamo tornati da Miami il giorno dopo sono andata in palestra, e come ovvio che fosse ero nell'ultima fila. Era ovvio, non ho partecipato alla gara e agli allenamenti della scorsa settimana quindi era giusto così.
"Il pezzo di gruppo si chiama 'The Last Text'. È un pezzo cupo. Sarete su una macchina e vi farete delle foto e vi mandate messaggi e via, poi c'è il boom, voi che vi schiantate e prima di morire ballate."
Era un pezzo un po strano, ma forse per le nazionali poteva andare bene.
"Poi, assoli. Chloe, Maddie, farete un pezzo di lyrical e poi l'ultimo assolo è di.." Ti prego dì il mio nome dì il mio nome "A Haley" Sì cazzo si! "E la musica la deciderai tu."
Ero felice, avevo ottenuto quello che volevo.
Provammo il pezzo di gruppo e dopo aver montato un pezzo degli assoli delle ragazze toccava a me.
Dovevo parlare con Abby, io avevo una grande idea ma non so se sarebbe stata d'accordo con me.
"Abby io ho un'idea per questo pezzo.."
"Parla."
"Voglio fare un pezzo pop. L'idea è di partire con una canzone lenta ma pop come per dare l'idea di un pezzo di lyrical e poi far partire il pezzo di pop."
"Tu vuoi vincere?"
"Sì, sono sicura di questa cosa.. Voglio fare il salto mortale."
"Tesoro ne sei sicura? Non voglio che.."
"Abby sono sicurissima. Ti fidi di me?"
"Va bene."
Tutte le volte che avevo vinto il titolo era per un pezzo lyrical e volevo dimostrare che le ballerine devono sapersi adattare a qualsiasi pezzo.
Voglio vincere il mio titolo con un pezzo pop provando a tutti che non esistono solo i pezzi lenti e cupi.
Era già tutto programmato, vestiti, scarpe e coreografia, era tutto pronto.
Dovevo solo mettere insieme le due musiche e provare tanto, iniziando dal salto mortale indietro.
L'idea era di mettere un cappellino da basket o di qualche sport e di non indossare un vestito con il tutù ma pantaloni e top. Dovevo lasciare il segno sul pubblico e su i giudici.
Quando tornai a casa erano già le 11 e non avevo voglia di restare sveglia fino a mezzanotte.
Domani sarebbe stata una giornata dura e volevo dormire un po.
La mattina mi svegliai alle 10 perché alle 10.30 sarei dovuta andare ad allenarmi fino alle 6, poi avrei potuto festeggiare il mio compleanno.
Quando scesi di sotto ero già pronta per andare via ma vidi un biglietto sulla porta e lo lessi 'Buon diciottesimo compleanno alla nostra bellissima figlia! Quando ti svegli vieni un po fuori per vedere il tuo bel regalino' la cosa mi incuriosiva quindi aprii la porta e andai fuori e una volta lì vidi la cosa più bella della mia vita.
Una macchina!
"La Ferrari!" Dissi urlando e iniziando a saltare.
La macchina era rossa e sopra c'era un fiocco gigante bianco.
I miei erano lì che si abbracciavano e guardavano la scena.
Anche Carter aveva ricevuto una Ferrari per il suo compleanno e io sono sempre stata gelosa.
"Grazie grazie grazie!" Dissi abbracciandoli.
"Auguri principessa." Disse mio padre dandomi un bacio sulla fronte.
"Posso?"
Si guardarono e la mamma mi diede la chiave.
Salii in macchina e papà disse "Vuoi fare un giro?"
"Vorrei ma devo andare in palestra."
"Lo farai dopo."
Scesi di macchina e dissi "Carter?"
"Non lo so."
"Torno subito."
Andai in casa e presi la borsa per andare via.
"Dov'è la mia bestiolina? Auguri sorellina mia." Disse prendendomi in braccio e dandomi un bacio sulla guancia.
"Andiamo su, ti do il mio bel regalo."
"Carter non serve dai.."
"No vieni." Mi prese per mano e mi diede un pacchettino.
Lo aprii, erano degli orecchini bellissimi d'oro.
"Carter non dovevi." dissi abbracciandolo di slancio.
"Non lo vedi Dylan?"
"Lo vedrò stasera, ora devo andare in palestra, è già tardi."
"Ti accompagno." salimmo in macchina e in 10 minuti arrivammo alla scuola.
Entrai dentro pensando di trovare tutte nello spogliatoio e dissi "Scusa il ritardo ma.." però non c'era nessuno.
Che strano, forse avevo sbagliato orario..
Andai nello studio A e dissi "Abby? Ragazze?" La luce era spenta e l'accesi sperando di trovare qualcuno.
"BUON COMPLEANNO HALEY!" Erano tutte lì, con uno striscione e poi c'erano dei palloncini e una torta.
Mi tappai la bocca con la mano e come una scema iniziai a piangere.
"Buon compleanno tesoro mio." Disse Abby abbracciandomi.
"Grazie Abby, siete tutte fantastiche, grazie mille davvero a tutte."
"Devi spegnere le candeline."
Mi misi a ridere e poi spensi le due candeline con il numero degli anni e dopo qualche foto levammo la roba e iniziammo a provare.
Con Abby andai nello studio e mi misi il cappellino, per provare, e feci iniziare la musica.
Iniziai e quando la musica pop iniziò e dovevo fare i pezzi con i salti il cappello cadde un po di volte.
"Se ti cade è finita."
"Lo so, ma da un senso al pezzo."
"Me ne rendo conto, ma devi fare qualcosa per non farlo cadere."
"Inventerò qualcosa."
"Vai continua, fra un po facciamo il pezzo di gruppo." se ne andò e dopo un po la porta si aprì e apparì Dylan con dei fiori in mano.
Gli saltai letteralmente addosso lasciando cadere i fiori per terra "Buon compleanno amore."
Ora che ci penso è la prima volta che mi chiama così ma mi piace.
"Grazie amore mio, ti amo tanto." dissi baciandolo.
"Amore non è ancora iniziata la tua sorpresa. Ringraziami stasera, o domani, dipende da come va a finire."
Gli diedi una botta "Scemo."
"Ti amo."
"Anche io."
"I tuoi si sono ricordati del tuo compleanno quest'anno?"
L'anno scorso si erano scordati del mio compleanno. Era ovvio, Carter non era li a ricordarglielo quindi era ovvio che lo dimenticassero.
Quindi passai il mio diciassettesimo compleanno con Alexis e altri ragazzi in un ristorante.
"Sì, mi hanno fatto anche un bellissimo regalo."
"Cioè?"
"Finisco tra un'ora, se vuoi passa così vieni a casa con me e te lo faccio vedere."
"Va bene. Allora ti lascio provare." rimisi i piedi per terra e lo baciai.
"Haley andiamo.. Oh scusate."
"Nessun problema, stavo andando via. Ci vediamo dopo."
Li sorrisi e uscì dallo studio.
"Siete molto carini insieme."
"Grazie."
"E il regalo?"
"Non me lo ha dato, ma non mi interessa molto quindi va bene così."
"Ma smetti, non sai mentire. Andiamo di là, sono già tutte pronte."
Andammo nell'altro studio e provammo per un'altra ora poi andai fuori e tornai a casa con Dylan.
Aprii il garage e dissi "Guarda che bel regalo."
"Cazzo ma è da pazzi!"
"Mi vogliono bene."
"Molto." Disse mio padre dietro di me "Allora, non mi devi presentare qualcuno?"
"No papà vai via dai."
"Io sono Dylan." e si strinsero la mano.
"Amore guarda chi è qui dalla South Carolina?" Disse mia madre facendomi vedere Ethan.
Ma non si era accorta che ero con un'altra persona?
"Buon compleanno Haley."
"Ehm grazie." dissi abbracciandolo "Che ci fai qui?"
"Volevo farti una sorpresa."
"È stata una bella sorpresa, è da un po che non ci vediamo.."
"Già, da quella sera.." Disse guardando Dylan.
Forse era il momento di presentare Dylan a mia madre, così non avrebbe fatto più figure di merda.
So che nessuno sarebbe mai stato come Ethan per lei. Ethan appariva a mia madre come un ragazzo gentile, intelligente e perfetto, ma non lo era, anzi era proprio tutto il contrario.
Mia madre guardò Dylan e dissi "Mamma lui è Dylan."
"Il tuo fidanzato?"
"Esatto."
"Ehm io devo andare. Ci vediamo." Disse Ethan andandosene.
Mia madre era furiosa, ma fece la sua finta faccia felice stringendo la mano di Dylan.
"Ci vediamo dopo va bene?"
"Sì." evitò di baciarmi per evitare discorsi a scema da parte di mia madre che appena lo vide andare via iniziò a fare commenti.
"No è impossibile che tu possa stare con uno del genere! Ha la stessa età di Carter ma non ti vergogni?"
"Ma che dici? Anche Ethan aveva l'età di Carter."
"Ma era totalmente diverso da lui."
"Ma se non lo conosci nemmeno."
"Ho visto già abbastanza." Disse andando via.
"Fregatene, è fatta così. Per me puoi stare con chi ti pare basta che non fai cazzate."
"Papà! Ma che pensi che faccia?"
"Niente. Mi fido di te."
Almeno lui si fidava.
Andai a fare la doccia e poi mi cambiai.
"Buon compleanno sister."
"Grazie sister." dissi abbracciandola.
"Questo è per te." Disse dandomi un pacchetto.
Lo aprii e la ringraziai abbracciandola per il regalo.
Misi il braccialetto e gli orecchini e poi misi le scarpe con il tacco nere.
Non camminavo proprio alla perfezione ma per una sera poteva anche andare.
Andammo nel locale dove avevo organizzato la festa e vidi che c'erano già tutti, mancavamo solo noi due, come al solito del resto.
La serata si stava svolgendo bene, mi avevano fatto dei bei regali e avevo bevuto un po troppo forse.
Come lo avevo capito? Mi ero messa a ballare su un tavolo con Alexis e altre ragazze con le scarpe in una mano e un bicchiere nell'altra.
Dopo un po sentii qualcuno prendermi da dietro e mi fece scendere dal tavolo.
Non riuscivo a vedere chi fosse ma pensavo che fosse Dylan, ne ero sicura.
"Amore levati."
"Bellissima non sono Dylan."
Mi girai e vidi Shane, era sempre in mezzo questo ragazzo.
"Che c'è?"
"Ti ho portato il mio regalo."
"Cioè?"
"Me."
"Come sei simpatico."
"Molto." Disse sorridendo.
"Vado a cercare Dylan." dissi passandomi una mano fra i capelli e andando in giro per il locale a cercarlo.
"Eccoti finalmente! Sei sparita!"
"Scusa ma Al mi ha portato a ballare e pensavo tu fossi dietro di me."
"Ma non c'ero."
"Scusa amore, so che dovevo stare con te ma.."
"Piccola tranquilla, basta che tu stia con me stasera."
Questa non era programmata.
"E se non lo faccio?"
"Si pagano le conseguenze." Disse sorridendomi.
"Ah pure?"
"Con me sempre piccola." Disse dandomi un bacio a stampo "Allora? Rimani con me?" Disse facendo la faccia a cucciolo. Come faccio a dirgli di no?
"Va bene va bene, rimango con te, ma tu vieni con me a San Francisco questo week end."
"Solo a una condizione."
"Cioè?"
"Niente canzoni tristi."
"Il pezzo di gruppo è triste, ma l'assolo ti sorprenderà."
"Speriamo, mi sono rotto di vederti fare quegli stupidi pezzi tristi."
"E io che ci faccio? Non me li assegno da sola."
Sorrise, mi mise le mani sui fianchi e io li misi le braccia intorno al collo e si avvicinò per baciarmi quando sentii una voce.
"Piccola Mason del mio cuore."
Mi allontanai da Dylan e andai ad abbracciare Parker.
"Fratello acquisito del mio cuore." dissi abbracciandolo.
Volevo bene a questo ragazzo, per quanto fosse stupido e stronzo l'ho sempre considerato come un secondo fratello.
"Buon compleanno stronzetta! Cazzo ti guardo e vedo sempre quella bella bimba di 5 anni che ho conosciuto tanti anni fa. Non posso credere che tu abbia compiuto davvero 18 anni."
"Che carino che sei, comunque lo so, è strano."
"Campbell, trattamela bene la mia nanetta capito?"
"Sisi, la tratterò bene."
"Ci vediamo dopo ragazzi. Piccola Mason." Disse dandomi un bacio sulla guancia "Campbell." Disse guardandolo con aria di sfida.
"Ma quanti cazzo di amici maschi hai tu?"
"Tanti amore, veramente tanti. Ma non sono amici miei, sono amici di Carter, li conosco tutti per questo, niente di più."
"Beh lui non sembra solo un amico di infanzia. Sicura che non c'è stato mai niente tra di voi?"
"No, è stato il mio primo bacio quando avevo circa 11 anni, ma niente di più."
"Vi siete baciati?" Disse agitandosi.
"Amore, sono passati tipo più di 7 anni da quel giorno.. Sei geloso per caso?"
"Geloso? No ma che dici?"
"Dylan guardami" dissi mettendoli le mani sul viso "Io sono solo tua va bene? E tu sei mio quindi la prossima volta vestiti diversamente amore." dissi chiudendoli la camicia.
"Non fare la gelosa piccola." Disse ridendo.
"Tu si e io no?"
"È diverso."
Scossi la testa e lo baciai.
Alle 4 la gente iniziò ad andare via e non so come ma riuscii a mandare via anche Carter, rimanendo così da sola con Dylan.
Una volta arrivati a casa sua ci iniziammo a baciare e ci spogliammo a vicenda.
Dopo un po di tempo ci ritrovammo sdraiati sul letto uno accanto all'altro.
"È stato diverso stavolta."
"Che ho fatto?" Dissi preoccupata per paura di aver fatto qualche cazzata.
"È stato diverso perché da oggi non è più una cosa illegale."
"Ma che dici amore?"
"Ora sei maggiorenne, quindi non è più illegale."
"Ma ti senti quando parli?"
"Sì."
"Ma da dove ti è venuto fuori questo discorso?"
"Non lo so, mi è venuto in mente."
"Mi sono innamorata di uno scemo imbecille."
"E io di una perfettina. Chi lo avrebbe mai detto?"
"Non sono una perfettina!" Dissi offendendomi.
"Un po si.. Dormiamo?"
"Sì, almeno non mi offendi più."
"Non ti offendo, sto solo scherzando."
"Che bastardo." Lo baciai e prima di dormire si alzò rivestendosi e disse "Non ti ho dato il tuo regalo."
"Ma non mi serve un regalo, mi basti tu." dissi sorridendo.
"Tieni." Disse dandomi un pacchetto rosso.
Aprii il fiocco e tirai fuori la collana.
Era bellissima, era d'oro e aveva una forma a cuore.
"Grazie amore." dissi baciandolo.
"Apri il cuore."
Lo aprii e vidi una scritta in latino 'Serva me, servabo ti'.
"Vuol dire.."
"Salvami, ti salverò."
"Sai anche il latino?"
"No, l'essenziale. Grazie amore ti amo tanto." gli diedi la collana e mi alzai i capelli per farmela mettere.
"Ti amo."
"Anche io." ci baciammo e dopo un po ci addormentammo abbracciati.
Ora ero felice, non avrei voluto desiderare nessun altro apparte lui nella mia vita, ora solo lui mi avrebbe potuto salvare.

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