Capitolo 9

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Settembre passò indisturbato.
Le giornate iniziarono a farsi più fredde, e più insopportabili.
Credetti un giorno che c'è l'avessero con me;

Fuori dalla finestra il vento neanche esisteva. Le foglie degli alberi erano immobili, il silenzio regnava indisturbato.
Bastava solo che Kayla mi chiedesse di andare da lei, o che Rachel avesse bisogno di compagnia alla caffetteria di sua madre, perché -sosteneva- che era completamente sola, e non aveva nessuno con cui criticare i ragazzi carini. Diceva che si ritrovava sola al tavolo da caffè, senza neanche internet veloce da sfruttare.
Al massimo ne ricavava bibite e cibo gratis.
Insomma, bastava solo che uscissi di casa, che il vento iniziava a soffiare così forte da farmi sentire freddo anche sotto il piumino.

Quel giorno tutto era proseguito alla normale tranquillità quotidiana.

Eravamo arrivati alla villa, avevo scambiato due chiacchiere con gli altri, scherzato due minuti con Logan, e preso il pulman giallo per arrivare a scuola;

Giunta a destinazione, avevo subito incrociato Christian per il corridoio, sembrava terrorizzato.

"Qualcosa non va?" Chiesi, aggirando un gruppo di ragazzi.
Lui annuì.
"Sono nei guai" disse.
Cercai di rimanere seria. Era così buffo.

"Mi concedi l'onore di sapere il motivo?"
Vedevo il panico sgorgare dai suoi occhi.
"Così mi preoccupi però" aggiunsi.

"Non ho studiato per l'interrogazione di inglese, Cassie!" Sì guardò intorno, come se si aspettasse un'assalto da parte di qualche studente.
"La scuola è iniziata da più o meno un mese, ed io finirò con il due in pagella!"
Passò una mano sulla disordinata matassa di capelli, che pensai non avesse pettinato questa mattina.
Aveva delle occhiaie, tendenti al violaceo, che lo rendevano stanco e nervoso.

Gli posai una mano sulla spalla.
"Tranquillo Chris" replicai in tono dolce. "Nessuno prenderà due qui. Neanche io. Anche se a dir la verità quello di scienze mi odia. Ma sai che ti dico? Fanculo!"
Riuscii a strappargli un sorriso.
"A chi importa, dopotutto?" Continuai. " Siamo al liceo, ed è ancora il primo anno. Questo è un paese libero, avremo diritto ad un po di compassione, no?"
Alzai il pungo in aria, e scoprii che ci si sentiva bene ad alzare un po la voce.

In quel momento Mya spuntò da dietro la rampa di scale, stanca e sudata.
Pensai avesse avuto giorni migliori.
"Che succede?" Chiese con il fiatone.

"Fanculo!" Gridò Christian di rimando.

"Fanculo" ripetei.

Mya ci guardò perplessa.
"Al diavolo" disse facendo uno strano gesto con la mano.
"Mi sono svegliata tardi, molto tardi stamattina, ho dimenticato di fare colazione, ho messo ciò che ho trovato a caso nell'armadio, sono tutta sudata, e forse ho pure dimenticato di lavarmi i denti!"
Sì indicò il viso.
"Ed il trucco, per la fretta, è venuto un'assoluto disastro. Quindi si! Fanculo a tutti!"
Ridemmo insieme. Felici, e arrabbiati con il mondo.

"Ti aiuterò io di inglese" promisi a Christian più avanti.

Posò la mano sulla mia.
"Davvero?"

Annuii. "Tu l'altro giorno mi hai aiutato di storia."

"Sei la migliore" disse, trascinandomi via, verso l'aula.
"No." Sorrisi guardando di traverso anche Mya. "Sono solo fantastica!"

Rise.
"Anche."

******

"Non c'è la faccio" disse Mya mettendosi una mano tra i capelli poco piastrati.

"Si invece" replicò Christian.

"No, invece! Ho scelto il laboratorio di arte, convinta che lui non ci sarebbe stato, e adesso non posso venire a sapere che ha cambiato laboratorio, solo perché ha cambiato orientamento artistico!
Non si può passare così da Beethoven a Picasso, o che so, dai Beatles a Jasper Johns!"

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