Capitolo 17

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Mentre scendevo le scale, con Logan davanti, mi resi conto per la prima volta che all'interno, la casa era fantastica.
La parete che attraversava la rampa era piena di foto di famiglia e opere d'arte. Erano in successione, così, quando arrivai nuovamente al piano di sotto, riuscii ad intravedere un piccolo Logan Morris dentro la vasca da bagno.

"Oh mio Dio!" Esclamai prorompendo in una risata. Misi una mano davanti alla bocca per non sembrare fuori di testa.
Troppo tardi.

"Che c'è?" Logan si fermò di soprassalto, per poi voltarsi e guardarmi incuriosito.
Indicai la foto, ed un sorriso beffardo gli si formò sulle labbra.
"Ah già. Spero tu adesso sia soddisfatta"

Levai la mano, ma sorrisi comunque. "Non sai quanto. Posso...posso fare una foto?"

Lui mi prese il polso tirandomi a se. "Non ci pensare nemmeno"
I nostri petti si toccavano.
Dio...
Mi allontanò dolcemente, ed io rimasi inebedita per alcuni secondi, finché lui non sorrise alzando il cellulare che si trovava in mano.
Il mio cellulare.

"Come...?"
Come aveva fatto a sfilarmelo senza che me ne accorgessi? L'avevo infilato tra l'elastico dei leggins non avendo tasche.
Arrossii fino alla punta delle orecchie.

"Bene. Questo lo tengo io." Se lo rigirò fra le mani. "Adesso, se farai la brava più tardi, forse, te lo restituirò."
Sentii una porta sbattere.
Gli si illuminarono gli occhi color whisky.
"Oh bene." Sì infilò il cellulare in tasca. Nella sua tasca.
"È arrivato mio padre. Forza"
mi prese la mano "mostriamo i tuoi bellissimi calzini a qualcuno"

Ormai tutti erano riuniti a tavola, e aspettavano solo me e Logan.
Mi costrinsi a continuare a camminare, mentre la testa di Riley si voltava a squadrarmi da capo a piedi.
O da capo a calzini...
Mi venne voglia di rompermi il vaso che avevo affianco -e che sembrava anche costoso- in testa.
Ma decisi solo di limitarmi a sorridere.

Per la prima volta vidi il padre di Logan. Era lui, identico.
Solo un po più vecchio e con molte rughe in più.
Indossava un completo gessato grigio scuro, con una cravatta di un viola acceso. Mi chiesi che razza di lavoro facesse.

Gli occhi erano azzurri. Elettrici.
Quasi mi ricordarono quelli di America, ma poi mi resi conto che i suoi erano si, azzurro elettrizzante, ma quelli del signor Morris erano identici a quelli di Riley.
Color grigio tempesta.

Mi si strinse lo stomaco quando lo vidi voltarsi verso di me.
Mi sorrise da dietro una barbetta corta.
"Oh Logan."

"Papà"
Oddio.
La sua mano. Cielo! Stava ancora stringendo la mia.
Ecco cosa guardava Riley! Non i calzini, la mano!
Decisi di non fare nulla. Non fiatai.
Mi limitai a seguire la conversazione.

"Allora? Chi è questa tua amica?"

Sorrisi porgendo la mano libera.
"Sono Cassidy Jones, signore. Mi congratulo con entrambi: avete proprio una bella casa"
La mano di Logan si decise a lasciare la mia. E finalmente riuscii nuovamente a respirare.

"Ti ringrazio tante. Adesso accomodati pure. Marie? Puoi iniziare a servire la cena, tesoro"

Mentre la madre di Logan si alzava iniziando a portare i piatti, io mi sistemai a tavola, di fianco a Logan. Suo padre di sistemò a capo tavola della parte opposta alla mia, così mi ritrovai con di fronte Riley, e di fianco sua madre.

Mi morsi il labbro, finché non ebbi un bel piatto di carne su cui concentrarmi. La conversazione partì subito dopo il primo boccone.
"Allora" Mr. Morris si schiarì la voce "Logan mi ha detto che frequentate la stessa scuola, non è così?"
Davvero Logan lo aveva fatto?
Indugiai.

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