Capitolo 30

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Me la cavai, si.
I giorni successivi a quella notte furono...strani?
La cosa più terrificante fu forse il silenzio.
Quel silenzio.
Che premeva, che innervosiva.
Che rimaneva.

Evitare Logan diventò più facile di quanto temessi.
Per i corridoi a scuola incrociarlo era quasi raro, ma quelle volte che succedeva fu come... il nulla.
Ognuno andava dalla parte inversa del corridoio, camminando dritto davanti a sé con il passato alle spalle.
Ognuno andava per la strada che voleva.
E se ci fossimo ritrovati a dover andare nella stessa direzione del corridoio?
Le nostre strade si sarebbero divise.
Come rette parallele ben distinte che ormai non si sarebbero mai più incrociate.

Così anche solo per fare del bene alla mia persona, già abbastanza turbata di per sé, mi limitai ad una sola regola:
Mai rimanere sola.

In un certo senso anche da quando avevo raccontato tutto a Mya mi sentivo anche più leggera.
E, parlare adesso era diventato più semplice.
Certo, ovviamente bastava solo evitare di parlarne davanti a Christian.

A proposito, anche lui da parte sua sembrava un po'...diverso.
Da quando avevamo avuto quella rivelazione reciproca sui nostri padri, sembrava, si può dire uomo? Si beh, sembrava che i suoi umili diciassette anni fossero tramutati in quelli che non lasciano nemmeno pensare che tu vada alle feste e fai l'irresponsabile.
Quell'età in cui guardandoti uno può dire
"questo ragazzo ha proprio la testa sulle spalle" bene. Christian sembrava essere diventato qualcun'altro.
E sopratutto da quando ero scappata via dalla festa in preda alle lacrime, ogni volta che eravamo insieme si piazzava di fianco a me quasi fosse una guardia del corpo e avesse paura che io cercassi di scappare via. Ancora.
L'avrei fatto giuro, solo per vedere la sua reazione. Ma purtroppo questo andava contro il mio codice personale.
E poi, con la fortuna che avevo sarei andata a finire a dosso a Logan che casualmente camminava da quelle parti del corridoio e saremmo finiti uno sopra l'altro con i respiri che sfioravano l'uno la pelle dell'altro
Arrrgh, stupidi romanzi rosa che mia madre si ostinava a comprare e a volermi fare leggere solo perché dopo avremmo potuto commentarli insieme.
Okay, sono colpevole di aver cercato delle volte la trama su internet.

Ma tornando a noi.
Quel giorno dopo l'ora di filosofia ci trovammo tutti e tre al muretto nella parte bassa della scuola dove la prima volta avevo allagato il mio zaino e fatto una lugubre e terrificante conversazione con America.

Guardai Mya
"Non dici niente" mi voltai verso Christian "Chris, non dice niente. Vedi? Nulla."

Christian sembrò pensiero sul serio
"Mya? Cavolo, che rarità. Non so se mi è mai capitato di non sentire la tua voce in tua presenza per più di cinque minuti"
Chiuse gli occhi
"Non è niente male!"

Mya d'altro canto sembrò volerlo uccidere a suon di sguardi ma subito dopo, quasi si fosse ricordata del perché, abbassò lo sguardo e diventò più rossa del normale

"Myaaa" feci

"Hai preso un buon voto nel test di matematica ma sei troppo imbarazzata nel dirlo?" Christian sembrava veramente divertito

"Non andarci giù pensante" lo punzecchiai con il gomito

"L'ho baciato!" disse quasi senza fiato lei
"Cazzo!"

"Eh?"
Christian strinse gli occhi

"Walt?" domandai

"L'ho baciato!" urlò di nuovo in preda ad una crisi isterica, poi ricordandosi che intorno a noi c'erano qualcosa come una marea di persone. Si tappò la bocca con la mano mentre ancora urlava di gioia

"Walt" acconsentì Christian

"Eravamo in laboratorio" iniziò, come se fossimo stai noi ad implorarla di raccontarci tutta la vicenda per filo e per segno. Mentalmente scossi la testa divertita.
"E in pratica mi stava facendo ascoltare una canzone di non so che nuovo artista emergente che a lui piaceva perché sapeva amalgamare al punto giusto la musica pop a quella rock e via dicendo. Mi ha mostrato il titolo della canzone indicandola sul telefono.
Così mi sono dovuta sporgere per leggerla perché lo sapete no? Sono cieca non ci vedo a meno che ovviamente le cose siano scritte abbastanza grandi e io sia messa ad una distanza tale ch..."

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