Capitolo 23

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La festa fu anticipata a giorno diciassette.

In pratica mi ritrovai nel più totale panico, con solo tre giorni di anticipo.
E fu anche anticipato il conto alla rovescia di Mya, per andare a fare shopping insieme.

Iniziò a darmi fastidio via messaggi, e intuendo che non la degnavo per niente d'attenzione, passò alle maniere forti.
Passò alle chiamate di cinque volte al giorno, che poi divennero dieci.

In due giorni mi ritroviai circa una trentina di chiamate senza risposta.
Volevo andare a comprare un vestito con lei, certo.
Solo che sotto sotto, la stavo facendo impazzire per vendicarmi di quella giornata in cui aveva chiesto a me e Christian, chi avesse baciato chi.
Da quella conversazione, ogni volta che capitavamo insieme tutti e tre, lei inventava qualche scusa assurda e sgattaiolava via.

Capivo quanto mi aiutasse, ma cosa potevo farci se non sapevo da che parte iniziare quando dovevo parlare dell'argomento con Chris!
Anche lui avrebbe potuto fare qualcosa, ma ormai tra di noi le cose erano diventate strane.
Eravamo in imbarazzo totale ogni volta che ci scambiavamo uno sguardo.

"Allora, sentiamo? Qual'è la scusa di oggi?"

Alzai gli occhi al cielo, mentre percorrevo il corridoio. Mya, dietro di me, affrettò il passo e mi raggiunse.
"Sto aspettando!"

"Okay!" Mi fermai, voltandomi per guardarla.
"Sabato, il giorno della festa, rimarrò qui, a Houston, tu verrai a prendermi alla villa, e andremo dove vuoi tu. Mi riporterai di nuovo a casa come avremo finito, e darmi il tempo di cambiarmi. Poi, alla fine, andremo insieme a casa di...dannazzione, non ricordo il nome del tizio!"

Lei sembrò pensierosa.
"Sai che quando ti ci metti, puoi avere delle ottime idee?"

La guardai.
"E tu sai che quando ti ci metti, puoi diventare frustrante e insopportabile?"

Annuì seria.
"Diceva la stessa cosa mio nonno"

"Aveva ragione!"

Sì mise a ridere, mentre io mi rimettevo in marcia verso l'aula computer.
Dopo un po non c'è la feci e ridacchiai insieme a lei.

"Sai amica mia, per tua sfortu-"

"Cassie!"
Una voce mi chiamò.

Io e Mya ci voltammo incuriosite, nella stessa direzione.
Era Alyssa.

La folta chioma sbatteva contro la schiena, mentre le scarpe da ginnastica attutivano ad ogni passo.
Pensai avesse appena avuto palestra, visto che aveva ancora addosso la tuta.

Iniziai ad andarle in contro, mentre Mya, dietro di me cambiava direzione e mi seguiva.

"Ehi" le dissi, non appena mi fu davanti

"Dammi...due...minuti" prese un grosso respiro.
Se se l'era fatta fin dalla palestra, allora significava che l'aveva veramente fatta tutta a corsa.
"Okay"

Mi guardò negli occhi, e per un momento vidi il suo sguardo scivolare oltre la mia spalla, verso Mya.
"Ci sei domani alla festa?" Mi chiese

Sospirai, guardando per un momento la mia amica. Già, per mia sfortuna sabato era già domani.
"Si, verrò"

Lei annuì.
"Allora dopo la scuola ci metteremo d'accordo per i passaggi, così eviteremo di venire tutti con la macchina"

"Tu, Rachel, America e Noah, non avete la patente" puntualizzai

Lei alzò le sopracciglia
"Okay, si. Ma America dovrebbe prenderla a settimane"

"Io rimarrò qui" la informai

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