Capitolo 14

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Quando arrivai a casa, dopo una breve doccia, un velocissimo cambio d'abiti, mi assicurai di mandare un messaggio a Christian per vedere se andava tutto bene.
Dopo le ore di recitazione non l'avevo più visto.
Avevo preferito non raccontare nulla a Mya, nonostante la cosa mi turbasse un po.
C'era un motivo per cui aveva preferito parlare con me. E poi, se anche avesse avuto il bisogno di parlarne anche con lei, non avrebbe avuto problema.
Aveva il suo numero e abitavano nella stessa città.
Non dovevo assillarmi. Chris avrebbe deciso da se, se dirglielo o no.
Diedi un morso al mio panino, quando mi ricordai improvvisamente di dover andare da Jacob.
Io e la mia memoria eravamo una cosa sola.

Balzai in piedi, notando mia madre passare per la cucina con una cesta di panni puliti in braccio.

"Mamma?" La chiamai.

Lei si voltò a guardarmi. "Si?"

"Io...dovrei andare a casa di un mio amico. Non è che potresti..."

"Accompagnarti?" Dedusse.

Io annuii.
Sembrò rifletterci alcuni secondi, rinforzando la presa sulla cesta.
"Amico, eh?"

"Mamma!" Mi lamentai

"Fammi finire di sistemare questi vestiti. Tu inizia a scendere. Ci vediamo in macchina"
Annuii ancora, vedendola scomparire in balcone.

Avevo addosso un paio di jeans, ed una canotta.
Pensai fosse troppo leggera, così mi precipitai in camera per mettere una maglietta a maniche corte bianca.
Aggiunsi una giacca nera abbastanza leggera per precauzione, non sapendo come il tempo quel giorno si sarebbe preso gioco di me.
Tornai in soggiorno in calzini, e indossai i miei anfibi neri preferiti.

Verso le sei e un quarto, ricevetti un messaggio da Logan con l'indirizzo di Jacob, e qualche informazione poco opportuna:

《Non sbagliare porta mi raccomando! Al terzo piano abita anche la nonna di Jake. Quella donna fa paura...》

Scossi la testa aprendo lo sportello della macchina.

《Idiota!》 Risposi.

Mia madre entrò in macchina in quello stesso istante, prendendo le chiavi dal cruscotto.

"Allora, dove ti devo portare?"

Le mostrai l'indirizzo sul cellulare.
"Qui" dissi.

Lei annuì, alzando lo sguardo su di me.
"Lo stesso quartiere dove abita quella mia amica del club del libro.
Strabuzzai gli occhi. "Club del libro? Quale club del libro?"

"Vecchia storia del giovedì pomeriggio" Liquidò il tutto con un gesto della mano, per poi mettere in moto.

Prederii lasciar cadere l'argomento
Mia madre che partecipava ad un club del libro?
La immaginavo già a sorseggiare tè verde in una tazzina di porcellana, seduta su un vecchio sofà coperto da una trapunta colorata, mentre si parlava del libro della settimana.
Mi vennero i brividi.

"Comunque posso portarti lì" mi rassicurò lei.
Le rivolsi uno sguardo annuendo, per poi tornare a guardare fuori dal finestrino.

Il tempo non mi convinceva molto. Nuvoloni grigi adornavano il cielo coprendo il sole.
L'aria era umida.
Da uno momento all'altro fui sicura avrebbe piovuto.
Mia madre però, decise di interrompere le mie considerazioni da meteorologa in erba.

"Allora, a che ora passo a prenderti?"
Svoltammo a destra, superando una scuola-guida.
Quella domanda, mi colse alla sprovvista.
Cercai di non sembrare troppo sconvolta.

"Mi riaccompagna la mia amica a casa" mentii.
Non era proprio una bugia, solo la parte dell'amica a dirla tutta...
Okay, okay.
Era una bugia bella e buona.

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