Capitolo 25

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Mya venne a prendermi alle otto. Fu puntualissima.
Tanto che mi venne da chiedermi se non fosse già li con il padre da un po, ma aspettasse il minuto esatto per imboccare la stradina e mandarmi un messaggio per dirmi che era fuori.

La parte difficile era stata senz'altro ignorare Logan mentre entrambi facevamo su e giù per casa.
Quando credevo di poter finalmente essere da sola, chiusa in una stanza, mi veniva in mente che il vestito e tutto il resto erano rimasti abbandonati sul divano.
Così, fui costretta a scendere furtivamente in vestaglia per andare a recuperarli.
Per fortuna, Logan non era sbucato da nessuna parte mentre facevo sali e scendi dalle scale.
Ci sarebbe mancato solo quello.

L'avevo incrociato subito dopo che Mya mi ebbe mandato il messaggio per dirmi che era arrivata.
Non era ancora del tutto vestito, visto che era in canottiera e pantalone della tuta.
Forse per il fatto che noi ragazze eravamo un po paranoiche, ma se fossi stata io, a quell'ora ad essere ancora in "pigiama" di sicuro avrei detto a Mya che non sarei venuta.
Solo un'ora per prepararmi?
Era impossibile che ce la facessi.

"Stai andando?" Mi aveva chiesto, a metà fra uno stiramento.
Sembrava...esausto.

Avevo abbassato lo sguardo sul cappotto nero, e sui piedi scalzi.
"Già"

"Non pensavo che le ragazze andassero scalze alle feste"

Avevo alzato i tacchi color salmone che tenevo nella mano sinistra, facendoli oscillare.
"Assurdo, vero?"

Lui rise.
"Assurdissimo" si era messo un dito sul labbro, contemplando i miei piedi scalzi, fino a risalire ai miei occhi.
Mi ero sentita tremendamente esposta.
"Allora credo che il vestito sia una sorpresa" disse infine.

Non seppi che rispondere.
"I-il vestito?"

"Sì, il tuo."
Aveca alzato un angolo della bocca.

"Una sorpresa?"

Rise. "Mi sa di si"

Era stata una sensazione strana, dovevo ammetterlo.
Non avevo avuto parole da ribattere, era vero.
Eppure dentro di me avrei voluto aprire il cappotto e fargli vedere quello che credevo il miglior vestito di sempre.
Sentirmi dare un parere.
Chiedergli qualcosa, qualsiasi cosa, solo per rimanere un altro po a parlare con lui.
Ma ero in ritardo.
E lo sapevo.

"Mi sa di si" avevo ripetuto. 

*****

"Con Christian!?" Mya alzò il tono della voce ancora di un'altro tono.
Suo padre, dallo specchietto, alzò un sopracciglio.

Che imbarazzo.
"Si, con Christian. Quante volte ancora te lo devo ripetere?"
Abbassai il tono della voce, così che suo padre non potesse sentirmi.
"Ne parliamo quando siamo fuori portata d'orecchio?"

"Assolutamente no!" Di nuovo, il signor Wilson piegò la testa di lato, guardando lo specchietto.
Sbaglio, o quello era un sorrisetto?!

"È successo due giorni fa, oggi siamo state insieme tutto il giorno! Allora come mai io vengo a saperlo solo adesso? Eh!"

Evitai di scoppiarle a ridere in faccia.
Era buffa.
Nonostante fosse tutta in ghingheri per la festa, con più mascara del solito, e i capelli elegantemente raccolti in una treccia a spina di pesce che risultava disordinata e adorabile.
Un po del ciuffo, le ricadeva sugli occhi.
"Perché te lo sto dicendo solo adesso!" Dissi ovvia.
"Oggi mi è passato per la testa, non l'ho ritenuta importante come cosa"

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