Capitolo 1

223 11 2
                                    

5 anni dopo.
Le stelle che illuminavano il cielo di luglio stavano per sparire e si intraveda una leggera luce.
Presi la borsa e scesi dalla macchina per aiutare mio padre con le valige.
Finita la sessione estiva decisi di seguirlo nei suoi viaggi estivi per aggiustare delle pecche del suo lavoro in giro per il mondo.
Scoprii la nostra prima meta solo in aeroporto.
"Dev'essere una sorpresa" disse mio papà qualche giorno prima.
Ma le sorprese non dovrebbero essere belle?
-"Madrid?!"- dissi senza urlare per non attirare l'attenzione.
-"Stiamo lì solo tre giorni, Hope. Lo so che ti da fastidio ma non farne una tragedia."-
-"Non sono io a farne una tragedia. È una tragedia."-
-"Hope, sono passati cinque anni, quando la smetti di esserne così ossessionata?"- disse mio padre dando i nostri documenti all'hostes prima di alzare le valige.
-"No ne sono ossessionata."- dissi.
Pensavo davvero di averla superata e doveva essere così.
Mio padre lasciò sprofondare la nostra conversazione.
Arrivammo a Madrid intorno alle 09:00.
Mi sistemai nella mia stanza d'hotel e chiamai Jessica, erano passati cinque anni dall'ultima volta che c'eravamo viste.
-"Ehy!"- dissi appena rispose.
-"Hope!"-
-"Senti, sono a Madrid per qualche giorno. Ti va di andare per un caffè?"- dissi.
-"Vieni a casa mia, ho poco tempo."-
-"Non mi sembra il caso."-
-"Mark esce prima di me, stai tranquilla."- disse.
-"Va bene, a dopo."- dissi chiudendo la chiamata.
Indossai dei pantaloncini, un top e le converse. Il mio fisico aveva migliorato le sue forme e dovevo mostrarle.

Appena arrivai davanti casa di Jessica ci pensai due volte prima di suonare il campanello.
Non appena mi presi di coraggio, Jessica aprì il cancello e mi aspettò davanti al portone.
Era rimasto tutto uguale.
Tutto come quella settimana di merda di cinque anni fa. Mi ero quasi pentita di essere qui.
Abbracciai Jessica ed iniziammo a ridere entrambe per la felicità. La mia fu più che altro una risata isterica.
Entrammo in cucina ed iniziò a preparare il caffè. Mi sedetti su una delle sedie che circondavano il tavolo della colazione.
-"Dov'è Carly?"- dissi per iniziare un discorso.
-"È corsa di sopra appena sei arrivata tu..."- disse Jessica passandomi una tazzina con del caffè.
-"Mark è già uscito?"- dissi guardando Jessica mentre si sedeva di fronte a me.
-"No..."- disse una voce maschile dietro di me.
L'avrei riconosciuta fra mille nonostante fossero passati cinque anni. Era Mark.
Mi girai per guardarlo e divenni immediatamente paonazza in faccia.
Il suo fisico era diventato più scolpito di prima. Avevo davanti un venticinquenne con gli occhi sognanti di un ragazzino ed il sorriso che brillava più delle stelle.
Mark mi sorrise.
Una bimba con degli occhioni azzurri uguali a quelli di Mark si nascondeva dietro di lui.
-"Oh mio Dio! Ma tu devi essere Carly?!"- dissi portandomi una mano alla bocca.
-"Si, è lei!"- disse Mark sorridendo.
Ci inginocchiammo insieme per essere all'altezza dalla bambina.
-"Ma quanto sei cresciuta?"- dissi ancora stupita.
-"Zio ma chi è questa ragazza?"- disse Carlotta con una vocina carinissima.
-"È un'amica della mamma."- disse Mark guardandomi.
-"Ma la conosci anche tu?"- disse la bambina avvicinandosi a suo zio e voltandomi le spalle.
-"Si amore."- disse Mark con una dolcezza infinita.
Jessica baciò velocemente sua figlia, diede una carezza a Mark e mi abbracciò.
-"Scusa Hope ma mi hanno anticipato una riunione a lavoro. Devo scappare!"- disse prendendo la borsa ed uscendo di corsa.
Perfetto. Io e Mark eravamo rimasti praticamente soli.
-"D-devo andare anch'io."- dissi balbettando.
"Hope, cazzo, calmati!" Pensai.
-"Se vuoi ti accompagno io."- disse Mark sorridendomi.
-"No, no tranquillo. Faccio due passi a piedi."- dissi prendendo la mia borsa dalla sedia.
-"Zio, usciamo anche noi."- disse Carly toccandogli una gamba.
-"Certo così possiamo accompagnare Hope in hotel."- disse facendomi l'occhiolino.
-"Ma se è anche una tua amica, non può restare con noi?"- disse la bimba spostando lo sguardo da suo zio a me.
-"Piccola, non credo che Hope abbia del tempo per venire con noi al parco."-
-"Non ho niente da fare. Posso venire con voi..."- dissi.
-"Siii!"- urlò la bambina abbracciandomi.
-"Va bene, io vado a cambiarmi."- disse Mark salendo le scale.
Quando Mark si chiuse nella sua stanza Carly mi squadrò.
-"Ma come conosci la mia mamma?"- disse.
-"L'ho conosciuta dopo aver conosciuto tuo zio."-
-"E come hai conosciuto mio zio?"- disse ancora più curiosa.
-"A scuola."- dissi sorridendole.
In quel momento Mark scese le scale con le chiavi in mano.
-"Possiamo andare."- disse prima di prendere in braccio Carlotta.
Li seguii nel garage.
Mark aprì lo sportello posteriore destro di una Renge Rover sport per farci salire la bambina. Poi aprì quello anteriore del passeggero e sorridendomi disse:-"Sali."-
Salì su quella bellissima macchina. Non appena Mark si mise alla guida mi disse:-"Se apri quel cassettino c'è il cavo USB."-
-"Va bene la radio."- dissi sorridendo.
Mark fece spallucce e tornò a concentrarsi sulla strada.
Ci fermammo davanti uno Starbucks.
-"Aspettate in macchina o volete scendere?"- disse Mark mettendo il freno a mano.
-"Come vuole fare la piccola."- dissi sorridendo.
Carlotta disse di voler rimanere in macchina così Mark scese da solo.
Tornò con due sacchetti di carta e tre bicchieri enormi.
Salì in macchina.
-"Piccola, ti ho preso il cookies ed il latte con il cacao. Hope, ti ho preso il muffin ed il caffè."-
Ci passò ciò che vi aveva preso e tornò alla guida.
Sorrisi pensando che si ricordasse ancora ciò che adoravo prendere da Starbucks.
Appena arrivammo al parco io e Mark ci sedemmo su una panchina e Carly iniziò a giocare con gli altri bambini.
-"Avete gli stessi occhi."- dissi dopo qualche minuto di silenzio.
-"Lei è più bella."- disse Mark.
-"Su questo non c'erano dubbi."- dissi ridendo.
Finì così la nostra conversazione.

Jessica mi invitò a pranzo, saremmo stati solo io, lei, Mark e la bambina poiché tutti gli altri erano in vacanza in qualche posto a me sconosciuto.
Aiutai Jessica ad apparecchiare ed accettai il suo invito solo perché sennò avrei mangiato da sola in qualche fast food.
Dopo mangiato guardammo i cartoni con Carly per tutto il pomeriggio.
Alle 16:00 Jessica tornò a lavoro e Carly doveva fare merenda così io e Mark iniziammo a fare i pancakes.
Tempo fa, quando provavamo a cucinare qualcosa, finivamo sempre per rincorrerci in cucina ma quella volta la situazione fu davvero calma finché Mark non mi chiese di girarmi a prendere la Nutella sul bancone.
Quando mi girai nuovamente per passargliela mi spruzzò la Panna spray sul collo e sulla guancia.
Sbuffai.
-"Dammi qualcosa per pulirmi."- dissi lanciandogli un'occhiataccia.
Mark annuì e prese un tovagliolo.
Iniziò delicatamente a pulirmi la guancia e quando fu il momento del collo mi baciò. Restai immobile quasi come se fossi bloccata.
Il mio respiro si calmò e mi rilassai completamente, chiusi gli occhi e non lo respinsi.
Mark continuò a baciarmi fino ad arrivare alla guancia e poi alle labbra.
Mi baciò lentamente prima sull'angolo della bocca e poi proseguì lento.
-"Mi sei mancata tantissimo."- sussurrò a pochi centimetri dalle mie labbra.
Mi strinse a sé e poggiò nuovamente le sue labbra alle mie.
In quel momento Carlotta entrò in cucina e richiamò la nostra attenzione.
Presi un piattino con i pancakes e lo portai nel salone per continuare a guardare i cartoni animati.
Carly iniziò a mangiare senza dire niente e non appena finì si addormentò sulle mie gambe.
-"Aspetta che la metto a letto."- disse Mark prendendola in braccio.
Dopo essersi assicurato che le bambina dormisse tranquillamente tornò a sedersi accanto a me e mi poggiò un braccio sulle spalle.
-"Cos'hai fatto in questi anni?"- disse.
-"Ho iniziato l'università a Milano. Tu?"- dissi.
-"Ti ho pensato e sono cambiato davvero."-
-"Non iniziare con questo discorso."-
-"Hope, mi sei mancata davvero. Sono stato malissimo senza di te."-
-"Vuoi sapere come mi sono sentita io?"- dissi cercando i suoi occhi.
-"Me lo vuoi dire?"-
-"No, quindi smettila con questo discorso."- dissi.
Sembriamo die bambini così Mark, sapendo che avremmo litigato, annuì e tornò a guardare la TV.
Quando iniziò a guardare un film mi addormentai senza rendermene conto.

Aprii lentamente gli occhi e mi guardai intorno. Vidi la faccia di Mark sopra la mia ed alzai velocemente la testa.
Andai a sbattere contro una mensola.
-"Cazzo!"- urlai.
Mark scoppiò a ridere.
Ricevette un'occhiataccia.
-"Ti sei fatta male?"- disse.
-"Si."- dissi toccandomi la testa.
-"Vieni!"- disse facendomi alzare delicatamente.
Mi portò in cucina, mi fece sedere su uno sgabello e mi passò del ghiaccio.
Dopo nemmeno quattro minuti lo poggiai sul tavolo che avevo di fronte.
-"Perché?"- disse Mark prendendolo.
-"È freddo!"- protestai.
-"Grazie al cazzo!"- disse Mark poggiandomi nuovamente il ghiaccio sulla testa.
-"Vuoi qualcosa da mangiare?"- disse.
-"Che ore sono?"- dissi.
-"Le 20:50."- disse Mark guardando il Rolex che aveva al polso.
-"Cazzo, mio padre mi aspetta per cenare."- dissi alzandomi immediatamente.
-"Ti accompagno."-
-"Non vuole mio papà che io passi del tempo con te."- dissi quasi sottovoce.
-"Vabbè, aspetta un attimo."-
Salì velocemente le scale e dopo qualche minuto tornò da me tenendo in mano una felpa.
-"Tieni. A quest'ora fa freddo."- disse passandomi la felpa.
La indossai senza protestare poi salimmo in macchina.

Dopo cena rimasi sola nella mia stanza a pensare al bacio che ci fu a casa di Mark tra me e lui.

Spazio autrice.
Questa è la continuazione di "Change." Spero vi piaccia.
Ho pensato di aggiornare la storia due volte a settimana. Il lunedì ed il venerdì. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacio a tutti 😝✌🏻️
Vi consiglio di leggere "Greatest love of all"
Qui c'è il link:
https://www.wattpad.com/story/80025305

My DestinyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora